GREGORIO di Burtscheid (Gregorio di Cerchiara, da Cassano, di Calabria)
Non si conosce con precisione la sua data di nascita, che certamente deve essere situata nella prima parte del X secolo.
Fonti principali su G. sono due testi agiografici, composti entrambi nel monastero di Burtscheid. Il primo (Vita prior, Bibl. hagiogr. Lat., I, n. 3671) fu redatto da un monaco anonimo entro la prima metà dell'XI secolo sulla base delle testimonianze di tre discepoli di G., provenienti molto probabilmente dallo stesso ambiente culturale ed ecclesiastico calabro-greco del loro maestro, come si desume dal testo stesso (Vita prior, ed. Holder-Egger, p. 1188). Nella redazione conservata, la Vita prior è mutila e si interrompe bruscamente nel momento in cui G. abbandona l'Italia bizantina. Il secondo testo su G. (Vita posterior, Bibl. hagiogr. Lat., I, n. 3672) fu redatto durante il governo dell'abate di Burtscheid Arnoldo (1179-92), probabilmente in seguito alla elevatio delle spoglie di Gregorio. La Vita posterior sembra essere indipendente dalla prima, è più lunga e contiene numerosi elementi favolosi e leggendari. Tale opera doveva essersi ispirata alle scene rappresentate in un arazzo conservato in una chiesa di Colonia e andato in seguito perduto (cfr. Vita posterior, ed. Holder-Egger, p. 1198; von Falkenhausen, pp. 219 s.).
Dalla Vita prior si sa che G. ebbe i natali a Cassano all'Ionio, ai confini tra la Calabria e la Puglia, da nobile famiglia e che i suoi genitori si chiamavano Licasto e Anna. Alcuni studiosi hanno ritenuto di identificare i genitori con Stefano I Lakapenos e la sua consorte Anna, ma tale identificazione non va al di là del piano ipotetico. Allo stesso modo deve ritenersi infondata e leggendaria la notizia riportata dalla Vita posterior (p. 1191) relativa al fatto che G. fosse di stirpe regale greca in quanto fratello dell'imperatrice Teofano.
Sul primo periodo della vita di G. la Vita prior fornisce elementi sostanzialmente attendibili, alternando passaggi topici della tradizione agiografica - come nel caso della volontà di G. di sottrarsi all'obbligo delle nozze organizzate dalla madre - a notizie di grande interesse quali, per esempio, l'attestazione della diocesi calabrese di Cassano e il nome del vescovo David a proposito dell'entrata di G. nella stato ecclesiastico (Vita prior, ed. cit., p. 1187; cfr. Russo, p. 196). Dopo essere stato accolto benignamente dal vescovo David, il giovane G. ascese rapidamente "de ordine in ordinem" e in un solo anno fu promosso all'ufficio sacerdotale. Successivamente si verificò la sua conversione monastica ed entrò nel monastero greco di S. Andrea di Cerchiara sotto il regime dell'egumeno Pacomio. G. bruciò le tappe anche nella vita monastica e, grazie alle sue virtù, alla morte di Pacomio fu nominato suo successore.
È interessante notare che tra le virtù di G. è annoverata anche l'abilità di scriba: "Nam scriptorem eum aiunt fuisse peritum" (Vita prior, ed. cit., p. 1188). La citazione della perizia calligrafica ha comportato l'attribuzione a G. di due codici, gli Urb. Gr. 20 e 21, conservati presso la Biblioteca apostolica Vaticana.
La fama della santità di vita di G. si propagò in tutta la regione; a questo proposito le due Vitae riportano numerosi miracoli di liberazione dal demonio e di guarigione da lui operati. I testi agiografici, nel mettere in evidenza la perfezione monastica di G., insistono anche sulla sua cultura. Oltre alla preghiera e al lavoro G. si dedicava con fervore alle attività della lettura e della scrittura. Nel periodo del suo abbaziato a S. Andrea di Cerchiara G. dovette affrontare l'invasione dei Saraceni, che lo rapirono e torturarono.
In seguito G. decise di allontanarsi dalla Calabria e si ritirò a Buccino, nel Vallo di Diano, per sfuggire - secondo i testi agiografici - ai troppi onori che gli erano tributati nella sua regione. Sia la Vita prior sia la Vita posterior ricordano che a causa della fama di santità di G. vi furono tentativi da parte bizantina di condurlo a Costantinopoli. La Vita prior (ed. cit., p. 1190) specifica che il tentativo fu compiuto dal catapano bizantino; la narrazione della Vita prior si arresta con il racconto di questo episodio.
G. si recò invece a Roma, probabilmente accompagnato dai tre discepoli ricordati come testimoni nella Vita prior (ed. cit., p. 1188); tuttavia non si hanno informazioni precise sul suo soggiorno romano, poiché la fonte principale di cui si dispone è la Vita posterior che, come è stato già ricordato, è meno sicura e degna di fede della Vita prior.
A Roma G. dovette soggiornare per un periodo non breve, tra gli anni Ottanta e la seconda metà degli anni Novanta del X secolo. G. fece sicuramente parte dell'ambiente di estrazione religiosa e culturale greca che fu in stretti rapporti con la corte imperiale degli Ottoni; non si possono escludere, infatti, rapporti di G. con Ottone II e con Teofano agli inizi degli anni Ottanta o, nel caso dell'imperatrice, anche dopo la morte di Ottone II, tra la fine del 989 e i primi mesi del 990. La Vita posterior (ed. cit., p. 1196) narra che G. fondò in Roma un monastero dedicato al S. Salvatore del quale, però, non si ha traccia nella documentazione: pur non possedendo elementi sicuri, qualche indizio è offerto da una fonte coeva, la Vita Adalberti di Bruno di Querfurt, che ricorda un "Gregorius abbas" tra i monaci greci che allora si trovavano a Roma e facevano parte del focolaio di vita religiosa e culturale gravitante intorno al monastero dei Ss. Bonifacio e Alessio.
Fu comunque grazie agli stretti legami di confidenza e all'autorevolezza di cui godeva presso Ottone III che G. fu inviato dall'imperatore a fondare il monastero dei Ss. martiri Apollinare e Nicola di Burtscheid, nei pressi di Aquisgrana.
Da un documento dell'imperatore redatto agli inizi dell'anno 1000 sappiamo che G. era già deceduto a quella data. La sua morte dovrebbe essere avvenuta il 4 novembre del 998 o del 999, comunque in uno degli ultimissimi anni del X secolo (von Falkenhausen, pp. 216, 238).
Non abbiamo notizia di un processo di canonizzazione. Il Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, che gli dà la qualifica di santo, ricorda che fu inserito nel Martirologe d'Usuard nel 1515, alla data del 4 novembre.
Fonti e Bibl.: Vita prior, a cura di O. Holder-Egger, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XV, 2, Hannoverae 1888, pp. 1187-1190; Vita posterior, ibid., pp. 1191-1199; Ottonis III diplomata, ibid., Diplomata regum et imperatorum, II, 2, ibid. 1893, n. 348 p. 777; Caesarius Heisterbacensis, Dialogus miraculorum, a cura di J. Strange, II, Coloniae-Bonnae-Bruxellis 1851, p. 144; Vita prior, a cura di F. Poncelet, in Acta sanctorumNovembris, II, 1, Bruxellis 1894, pp. 463-466; Vita posterior, ibid., pp. 467-477, 599; Bruno Querfutensis, S. Adalberti Pragensis episcopi et martyris vita altera, a cura di J. Karwasińska, in Mon. Poloniae historica, n.s., IV, 2, Warszawa 1969, ad ind.; Gregor von Kalabrien. Die beiden mittelalterlichen Lebensbeschreibungen des Gründers der Abtei Burtscheid. Vitae Gregorii abbatis Porcetensis prior et posterior. Lateinisch-Deutsch, a cura di H. Deutz, Aachen 1997 (rec. di H. Seibert, in Deutsches Archiv für Erforschung des Mittelalters, LIV [1998], p. 245); J. Gay, L'Italie méridionale et l'Empire byzantin, Paris 1904, pp. 381 ss.; M. Uhlirz, Studien über Theophano, in Deutsches Archiv für Geschichte des Mittelalters, VI (1943), pp. 462-474; XIII (1957), pp. 389-393; F. Russo, Sulla Vita "Gregorii abbatis". (Postille e deduzioni), in Boll. della Badia greca di Grottaferrata, n.s., II (1948), pp. 193-205; F. Dölger, Wer war Theophano?, in Historisches Jahrbuch, LXII-LXIX (1949), pp. 652-657; A. Hofmeister, Studien zu Theophano, in Festschrift E.E. Stengel, Münster-Köln 1952, pp. 238-256; B. Hamilton, The city of Rome and the Eastern Churches in the tenth century, in Orientalia Christiana periodica, XXVII (1961), p. 18; S. Borsari, Il monachesimo bizantino nella Sicilia e nell'Italia meridionale prenormanne, Napoli 1963, pp. 55 n. 137, 56; B. Hamilton, The monastery of S. Alessio and the religious and intellectual Renaissance in tenth-century Rome, in Studies in Medieval and Renaissance history, II (1965), pp. 284 s., 290; T. Wurzel, Die Reichsabtei Burtscheid von der Gründung bis zur frühen Neuzeit. Geschichte, Verfassung, Konvent, Besitz, Aachen 1984, pp. 11-13; F. Burgarella, Aspetti della cultura greca nell'Italia meridionale in età bizantina, in Boll. della Badia greca di Grottaferrata, n.s., XLI (1987), pp. 42 s.; J.M. Sansterre, Le monachisme byzantin à Rome, in Bisanzio, Roma e l'Italia nell'Alto Medioevo.Atti della XXXIV Settimana di studio del Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo, Spoleto 1988, II, pp. 710 s. e n. 23, 715 n. 34; Id., Otton III et les saints ascètes de son temps, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XLIII (1989), pp. 387-389; V. von Falkenhausen, Gregor von B. und das griechische Mönchtum in Kalabrien, in Römische Quartalschrift für christliche Altertumskunde und Kirchengeschichte, XCIII (1998), pp. 215-250; A. Cilento, Potere e monachesimo. Ceti dirigenti e mondo monastico nella Calabria bizantina (secoli IX-XI), Firenze 2000, p. 127; R. Gregoire, Theofano. Una bizantina sul trono del Sacro Romano Impero, Milano 2000, pp. 36-39; Bibliotheca hagiographica Latina, I, nn. 3671 s.; Lexikon für Theologie und Kirche, IV, col. 1192, s.v.Gregor Abt von Cerchiara; Bibliotheca sanctorum, VII, coll. 174 s.; Dict. d'hist. et de géogr. ecclésiastiques, XXI, coll. 1490 s., s.v. Grégoire de Cerchiara.