GRAPTOLITI (lat. scient. Graptolithoidea, dal gr. γραπτός "scritto" e λίϑος "pietra")
Gruppo di fossili elevato secondo i vari autori ora al rango di ordine, ora a quello di classe, d'incerta posizione sistematica. Considerati dapprima come piante, sono stati in seguito ritenuti coralli cornei (Pennatulidi), foraminiferi, cefalopodi e briozoi; la maggioranza degli autori ne riconosce però la somiglianza con le attuali Campanularie. In ogni modo, qualunque sia il posto che essi occupano in sistematica, le Graptoliti hanno notevolissima importanza in geologia stratigrafica come fossili caratteristici specialmente del Silurico.
Le Graptoliti formavano delle colonie, i cui polipi erano ricettati in cellette o teche, disposte in diversi modi, lungo un asse tubolare (idrosoma o rabdosoma); di rado assumevano la forma di foglia. Le colonie si presentano semplici o ramificate, diritte o incurvate, reticolate o avvolte a spirale. Le teche possono essere omomorfe e disposte in un'unica o più serie sul rabdosoma (Graptoloidea), o differenziate (trimorfe) e disposte a ventaglio (Dendroidea).
Il rabdosoma s'inizia con una celletta embrionale conica, a forma di cartoccio detta sicula (piccolo pugnale); dalla parte opposta all'apertura essa si prolunga in un tubicino cavo, il nema o idrocaule, che va ad attaccarsi a un disco di adesione. Inoltre, in moltissime forme (Axonophora), si osserva dentro il nema un asse solido, la virgula (che manca negli Axonolipa) che parte dalla sicula.
Sulla sicula si adagiano le prime teche; nei Dendroidea seguono alla prima teca, che esce dalla virgula, tre altre fortemente divergenti fra loro; in seguito si formano nuove corte asticelle e per geminazione si producono successivamente altre cellette, che si diramano sempre più. Nei Graptoloidea si distinguono due differenti modi di sviluppo; in Axonophora, l'accrescimento è conforme a quello di una foglia, in cui si sviluppa prima il vertice e poi la base, cioè le successive teche si allontanano dalla sicula, presentando le loro aperture rivolte verso il disco di adesione, mentre la sicula resta distale con l'apertura rivolta in senso contrario a quello delle teche. Negli Axonolipa la sicula resta al suo posto originario e le successive cellette si sviluppano allontanandosi da essa con l'apertura rivolta verso l'esterno, cioè nella stessa direzione della sicula.
Le cellette sono situate più o meno obliquamente sull'asse del rabdosoma in una, due e, in un sol caso, in 4 serie lineari; per lo più sono strettamente avvicinate tra loro e allora la colonia assume l'aspetto d'una sega; talora sono distanti (Rastrites). La forma è cilindrica, quadrangolare, conica, ecc.; ognuna presenta un'apertura o bocca per lo più girata in alto e con 1-2 spine sul labbro inferiore; le cellette comunicano fra loro per mezzo del canale comune.
Le pareti del rabdosoma erano in origine formate di sostanza chitinosa flessibile (periderma), che in Retiolites non è continua, e forma un reticolo. A causa della fossilizzazione questa sostanza si è trasformata in una materia carboniosa; non di rado vi si è sostituito un silicato bianco-verdognolo di lucentezza sericea (gümbelite). Per lo più le Graptoliti si trovano in grandissima quantità sulla superficie di stratificazione degli scisti argillosi oscuri sotto forma d'impronte schiacciate; più di rado si trovano nella roccia calcarea, la quale ha riempito lo spazio interno dei rabdosomi, di cui perciò si conserva inalterata la forma.
Le osservazioni del Rüdemann, compiute su un materiale ottimamente conservato, hanno portato alla scoperta di associazioni di un ordine più elevato (sinrabdosomi). Nei Diplograptidi e Climacograptidi, i nema di parecchi rabdosomi fusi in un funicolo sono congiunti a un disco centrale, circondato da una corona di vescicole, i gonangi, che producono piccole sicule a forma di stiletti; tanto il disco centrale quanto i gonangi sono sormontati da una grossa vescicola, lo pneumatoforo, che ha funzione di galleggiante, giustamente paragonato all'ombrello di una medusa. Certe graptoliti, come Diplograptus, altre come Monograptus, si riproducono oltre che per gemmazione, per generazione sessuata.
Per la forma delle colonie e delle teche, le Graptoliti si dividono in Dendroidea e Graptoloidea. Queste ultime, per la posizione delle teche rispetto alla sicula e per la presenza o assenza della virgula, in Axonophora e Axonolipa. Ai primi appartengono tra gli altri i generi Diplograptus McCoy, Climacograptus Hall., Monograptus Gein., Cyrtograptus Carruth., Rastrites Barrande, Retiolites Barrande, ecc.; ai secondi: Didymograptus, Dichograptus, Tetragraptus, Phyllograptus, ecc. Tra i Dendroidea ricordiamo l'importante genere Dictyonema Hall. Le Graptoliti erano sicuramente organismi marini; in parte planctonici, in parte fissati per mezzo del nema su alghe. Le forme planctoniche per mezzo dei pneumatofori e dei rabdosomi foggiati a remi galleggiavano ed erano largamente disseminate dalle correnti, per cui le numerose zone paleontologiche, che grazie alla loro rapida evoluzione si possono stabilire specialmente nel Silurico, si trovano un po' dappertutto sulla terra. Le Graptoliti sono indicate con sicurezza per la prima volta nel Cambrico superiore; ma è nel Silurico che esse acquistano il valore di eccellenti fossili-guida; sono già rare nel Devonico, e nel Carbonico inferiore si estinguono.