GOZO (gr. Ταῦδος; A. T., 82-83)
Piccola isola a S. di Creta, dalla quale dista una quarantina di km. in linea d'aria. Sorge sopra una larga piattaforma sottomarina, sulla quale è anche lo scoglio di Gaudopoúla (Ταυδοπούλα), disabitato. Ha forma triangolare, col lato maggiore opposto a Creta, di cui rappresenta un frammento che si ricongiunge per i suoi caratteri geologici al gruppo dei Madáres. La sua popolazione non tocca i 500 abitanti, per lo più pescatori, distribuiti in quattro piccoli centri, il maggiore dei quali è Ámpelos, sulla costa che guarda l'Africa. L'isoia è rocciosa quasi affatto priva d'alberi e di porti; amministrativamente dipende dalla eparchia di Sfakíōn (νομός di La Canea).
Storia. - L'isola dové godere in antico di una certa floridezza. Vi si trovano indizî dell'età neolitica, abbondanti residui della civiltà minoica, tracce d'intensa abitazione nei tempi ellenici, e non mancano documenti per l'età romana e bizantina. I tempi migliori per Gozo dovettero essere quelli ellenici, durante i quali essa ebbe stretti rapporti con Gortina. Nell'età cristiana essa fu sede episcopale. Il centro più notevole era quello situato presso il capo Hágios Ioánnēs, sul pendio settentrionale, donde venne alla luce una statua femminile acefala, ora nel British Museum. Alcune iscrizioni furono trovate qua e là: una dedicatoria a Zeus Gaúdios, altre sepolcrali, delle quali due non prive d'interesse sono nel museo di La Canea. Al capo Chōra, nell'estremità nord-occidentale, esiste un giacimento di rame, forse sfruttato in antico.
Bibl.: T. A. R. Spratt, Travels and researches in Crete, II, Londra 1865; p. 276 seg.; G. De Sanctis, in Monumenti antichi, XI (1901), p. 524 seg.; Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, col. 861; A.M. Colini, in Boll. d'arte, 1926, p. 423 seg.; M. Guarducci, in Riv. di filol., LVIII (1930), p. 471 segg.; G. De Sanctis, ibid., p. 483 segg.