CALVI, Giusto
Nacque a Mugarone, presso Valenza (Alessandria) il 10 maggio 1865 da Luigi e Carlotta Garrone. Di famiglia di agricoltori benestanti, compì il ciclo di studi elementari e medi a Valenza, Voghera e Casale, completando in seguito la sua formazione umanistica a Pisa, dove si iscrisse alla facoltà di lettere seguendone i corsi per due anni. In questo periodo si manifestarono le inclinazioni caratteristiche del C. per la politica e per il giornalismo con l'adesione alle ideologie repubblicane e con una assidua collaborazione alla Democrazia di A. Mario. Proseguì poi gli studi a Bologna e successivamente a Roma, dove si laureò in lettere nel giugno 1887. Durante le peregrinazioni universitarie completò anche la propria formazione politica, accostandosi definitivamente al socialismo, ed esplicò una notevole attività come oratore e pubblicista: scrisse molti bozzetti sociali per la Commedia Umana di A. Bizzoni e strinse relazioni d'amicizia con A. Lemmi, A. Saffi, E. Socci e F. Cavallotti. Dopo una brevissima parentesi dedicata all'insegnamento, in Valenza, nell'88 emigrò in Argentina, dove si impegnò attivamente nella pubblicistica in lingua italiana, centrando i suoi interessi polemici e politici sul problema sociale. Nella repubblica sudamericana diresse per qualche tempo il quotidiano Roma, poipassò alla Rivista italiana settimanale ed infine fondò un proprio giornale, Il Patriotta, distinguendosi tanto per la foga polemica quanto per l'abilità nei numerosissimi duelli ch'ebbe a sostenere. Tuttavia alla fine del 1889 rientrò in Italia per non sottomettersi alla volontà dei finanziatori che intendevano dare un carattere conservatore alla linea politica del giornale. Appena giunto in patria riprese ad insegnare, dandosi nel contempo ad animare la vita politica di Valenza: fondò e pubblicò l'Avanti, di chiara ispirazione socialista, dalle cui colonne prese ad attaccare con foga le classi borghesi ed imprenditoriali della città. La reazione si abbatté immediata sul suo capo: gli venne tolta la cattedra e gli fa proibito di pubblicare il giornale.
Il C. riprese allora la via dell'esilio, giungendo nel 1894 negli Stati Uniti: dopo un breve soggiorno a New York passò a Filadelfia e quindi a Richmond, sempre esplicando la sua attività di pubblicista socialista presso diversi periodici in lingua italiana.
Il periodo americano fu assai importante per la formazione politica del C., che accentuò allora il suo distacco dalle posizioni estreme del socialismo entrando spesso in violenta ed aspra polemica coi leaders statunitensi dell'anarchia e del collettivismo. Base del suo apostolato giornalistico, di evidente ispirazione riformistica, rimarrà tuttavia il problema dell'emigrazione, considerato soprattutto nei suoi aspetti più tragici e immediati: frutto di questo impegno umano e politico fu I senza patria, una rievocazione delle esperienze vissute o direttamente osservate, pubblicata nel '99, al suo rientro in patria.
Aveva infatti lasciato gli Stati Uniti per precipitarsi in Italia alla notizia dei dolorosi moti del '98: tuttavia, appena sbarcato, era stato imprigionato come pericoloso sovversivo. Rilasciato dopo qualche settimana, si stabilì nella città natale, dove seppe riorganizzare la disciolta sezione del partito socialista, dotandola anche di un proprio organo di propaganda, l'Idea nuova, e portandola compatta e battagliera alle elezioni del 1900. In quello stesso anno fu chiamato a Milano da E. T. Moneta a dirigere Vita internazionale, organo della Società della pace, dove rimase per diverso tempo, legandosi sempre più al socialismo riformista e particolarmente a C. Treves. Alle elezioni del 1905 i socialisti valenzani elessero il C. loro rappresentante alla Camera: tuttavia egli non poté mai presentarsi di Persona al Parlamento. Colpito da una gravissima affezione alla gola, dopo un intervento chirurgico parve riprendersi e ottenne, soprattutto per l'appoggio di O. Morgari, la direzione del Grido del popolo di Torino: ma alla fine del 1906, peggiorando le sue condizioni di salute, fu costretto ad abbandonare l'incarico pur continuando a collaborare al giornale coi suoi scritti. Ritiratosi a Valenza, vi fondò un nuovo periodico, La Scure, organo dell'Associazione proletaria valenzana, che diresse fino alla morte, ivi avvenuta il 17 giugno 1908. Nel pomeriggio di quello stesso giorno il C. fu commemorato alla Camera non solo dal presidente di turno, come d'abitudine, ma anche dagli onorevoli Pozzo, Viazzi e, con parole particolarmente commosse, dal Treves.
Opere: I senza patria, Valenza 1899, Versi di G. C. (pubblicazione postuma per cura degli amici), Torino-Genova 1909, Non mutati! Considerazione sull'origine storica del riformismo, in Il Grido del popolo, 1907, n. 56.
Bibl.: Sull'attività di G. C., vedi N. Bernardini, Guida della stampa periodica italiana, Lecce 1890, p. 736; G. C., in La Scure, numero unico, 28 giugno 1908; Atti parlamentari. Camera dei deputati, XXII legislatura, I sessione, tornata del 17 giugno 1908, pp. 22922 s.; Anniv. della morte di G. C., in La Scure, num. unico, 27 giugno 1909;R. Michels, Storia crit. del mov. socialista ital., Firenze 1926, pp. 194, 432; P. Spriano, Socialismo e classe operaia a Torino dal 1892 al 1913, Torino 1958, pp. 197-228, passim.