TRAMONTINI, Giuseppe
Nacque a Verona il 12 marzo 1768 da Giambattista e Giulia Pantaloni.
Studiò nelle scuole comunali di Verona e successivamente da autodidatta. Per la matematica, fu allievo di Antonio Cagnoli (1743-1816), amico di famiglia. Nel 1790 ottenne a Padova l’abilitazione a perito agrimensore e ricevette il titolo di ingegnere comunale. Tra i suoi incarichi vi fu la riedificazione della facciata neoclassica della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo Apostoli di Isola Rizza (Porcarizza) nel veronese. Lavorò anche alla chiesa parrocchiale di Cà Bianca nel bolognese e alla chiesa di Ala nel Tirolo, ma gli avvenimenti politici ne impedirono la realizzazione. Sul viaggio a Cipro, dove Tramontini avrebbe dovuto recarsi per assumere le funzioni di viceconsole della Repubblica di Venezia, si hanno diverse versioni. Secondo Bernardi (1856) la missione non ebbe seguito a causa della caduta della Repubblica, secondo Fasanari (1950) Tramontini si recò effettivamente a Cipro e, alla caduta della Repubblica, tornò a Verona.
Verona fu occupata dai francesi nel 1796 e poi, col trattato di Campoformio (17 ottobre 1797), fu ceduta con tutto il Veneto all’Austria. Dopo la battaglia di Marengo e il successivo trattato di Lunéville (9 febbraio 1801) la città venne divisa in due, con l’Adige come confine (a sinistra dell’Adige gli austriaci, a destra i francesi). Il 31 marzo 1805 la città entrò a far parte del Regno d’Italia, con Napoleone re. Dopo la caduta di Napoleone la città di Verona entrò a far parte del Regno Lombardo Veneto, sottoposto alla casa regnante degli Asburgo. In questi anni di grandi cambiamenti politici e sociali, Tramontini iniziò la sua carriera di insegnante. Fu nominato professore di disegno presso l’Accademia di pittura e scultura di Verona e poi, nel 1797, professore di architettura e disegno presso la Scuola di architettura e disegno per le arti del fabbro, del falegname, del muratore e del tagliapietra, costituita secondo il piano didattico dello stesso Tramontini. Probabilmente la scuola restò solo sulla carta o fu di breve durata in quanto, poco dopo la nomina, divenne esecutivo il trattato di Campoformio.
Pochi giorni dopo la proclamazione della repubblica (27 luglio 1797), fu decisa dal Direttorio esecutivo della Repubblica Cisalpina l’apertura di una scuola militare del genio e dell’artiglieria. La sede inizialmente doveva essere Bologna, poi fu deciso per Modena. La scuola era finalizzata alla formazione dei quadri dei corpi degli artiglieri e del genio ed era strutturata secondo il modello dell’École Polytechnique, e forniva una preparazione sia teorica che pratica per l’ingresso diretto nella milizia attiva. Su proposta di Leonardo Salimbeni, Tramontini fu chiamato a insegnarvi disegno geometrico. Come ad altri patrioti veneti costretti ad abbandonare il loro paese occupato dagli austriaci, gli fu concessa anche la cittadinanza.
Il corso degli studi della scuola militare era triennale. Il corpo docente era composto da un professore di matematica, uno di fisica e chimica, uno di geometria descrittiva che doveva insegnare anche idrodinamica (la cattedra si chiamava di matematica applicata) e due di disegno. All’apertura della scuola i docenti erano Antonio Cagnoli per la matematica, Giambattista Venturi per la fisica, Paolo Cassiani per la geometria descrittiva e l’idrodinamica, Gaetano Monti per il disegno e Giuseppe Tramontini per il disegno e l’architettura. Vi erano due capitani per i corsi di artiglieria e fortificazioni e un tecnico. Venne anche pubblicato un Corso di matematiche ad uso degli aspiranti alla Scuola d'Artiglieria e Genio di Modena, in 5 volumi (Modena 1805-08) contenente nel tomo V un contributo di Tramontini, dal titolo Nozioni preliminari sul metodo delle tre coordinate (pp. 1-54).
Le vicende della scuola militare si intrecciano con le vicende politico-militari di quegli anni. Con la vittoria degli austro-russi (1799), la Repubblica Cisalpina cessò e con essa la scuola militare. Tramontini tornò a Verona venendo nominato ingegnere e architetto comunale e poco dopo segretario consultore nella commissione delle acque. Dopo la vittoria di Marengo (14 giugno 1800), Bonaparte ristabilì la Repubblica Cisalpina e nel 1802 fu riaperta la scuola militare di Modena. Tramontini fu richiamato sulla cattedra di disegno e poco dopo gli fu assegnata anche la cattedra di architettura civile. Nel 1810 gli fu affidato ufficialmente l’incarico dell’insegnamento della geometria descrittiva che già dal 1804 svolgeva in sostituzione del docente titolare Paolo Cassiani.
Con la Restaurazione la scuola militare fu dapprima trasferita a Cremona, ma dopo pochi mesi fu chiusa. A Modena fu riaperta l’Università e Tramontini fu nominato professore di geometria descrittiva e di architettura civile. Nel 1824 fu aperto a Modena l’Istituto dei cadetti matematici pionieri per la formazione degli ingegneri civili e militari. Tramontini, che era stato coinvolto nella stesura del piano didattico della scuola, fu nominato professore di geometria descrittiva e di architettura didascalica.
I professori vennero incaricati di presentare a lezione, sotto forma di sinopsi, i contenuti dei migliori testi disponibili sugli argomenti trattati a lezione. Tramontini si accinse a questo incarico per quanto riguarda il complesso delle opere di architettura civile. Queste sinopsi, rimaste inedite così come altre memorie lette all’Accademia delle scienze di Modena, furono conservate presso l’Istituto e a lungo furono utilizzate dai docenti nelle proprie lezioni. Il Proemio delle lezioni di architettura presso l’Istituto dei cadetti pionieri del Tramontino fu pubblicato col titolo L’istruzione dell’architettura teoretica nel Reale Estense Istituto dei cadetti pionieri e inserito nel volume Alla memoria di Francesco IV tributo della Reale Accademia di scienze lettere ed arti di Modena (Modena 1846, parte II).
La figura di Giuseppe Tramontini ha caratterizzato l’insegnamento della geometria descrittiva a Modena nella prima metà del XIX secolo. Fu anche autore di un poderoso trattato che servì come libro di testo, Delle projezioni grafiche e delle loro principali applicazioni, trattato teorico-pratico ad uso della R. Scuola militare del genio e dell’artiglieria come ancora di tutti i giovani architetti ed ingegneri civili (Modena 1811). L’opera uscì alle stampe prima della terza edizione della Géométrie descriptive di Gaspard Monge curata da Brisson nel 1820, contenente le ultime tre lezioni, fino allora inedite, di Monge riguardanti le applicazioni della geometria descrittiva alla prospettiva e alla teoria delle ombre. Per sopperire a questa lacuna Tramontini inserì nella seconda parte della sua opera le principali applicazioni della geometria descrittiva alla prospettiva, alla teoria delle ombre, alla costruzione delle volte.
Nel 1782 il matematico e ingegnere idraulico Antonio Maria Lorgna (1735-1796) aveva fondato a Verona la Società italiana. Dopo la morte di Lorgna essa mutò il nome in Società italiana delle scienze detta dei XL dal numero dei suoi membri e trasferì la sua sede prima a Milano e poi a Modena. Sulla rivista della Società italiana delle scienze, di cui fu membro, Tramontini pubblicò alcuni lavori: Problema grafico, presentato dal Sig. Antonio Cagnoli il dì 27 febbraio 1806 (in Memorie di matematica e fisica della Società italiana delle scienze, XIII (1807), pp. 38-66) in cui affronta il problema di determinare «la figura dell’ombra che, esponendo una nicchia ai raggi del sole, si produce nella superficie concava della sua volta»; Del luogo di menoma fermezza in un prisma, il quale resiste ad una forza che tende a rovesciarlo (ibid., XXI (1837), pp. 5-100).
Tramontini fu anche membro della Reale Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena, sulla cui rivista uscirono alcuni suoi lavori: Elogio di Giacomo Barozzi da Vignola recitato nella Chiesa di S. Carlo il giorno XXV novembre dell’anno MDCCCXXI per la solenne inaugurazione degli studi (in Memorie della Regia Accademia di scienze, lettere ed arti, in Modena, I (1833), pp. 51-76); Congetture sopra l’origine ed il significato degli ornamenti caratteristici del capitello jonico, letto nell’adunanza del 19 dicembre 1843 (ibid., II (1858), pp. 249-258).
Alcune memorie lette nelle adunanze della sezione di arti dell’Accademia (citate da Bernardi, 1856, pp. 21-22) sono rimaste inedite: Ragionamento sopra la maniera di valutare la forza degli anelli circolari di metallo comparata alla forza assoluta delle verghe rette uguali in lunghezza al diametro interno dell’anello ed affatto simili ad esso nelle dimensioni di grossezza, letto il 20 aprile 1820 (si veda a riguardo il t. XVII delle Memorie della Regia Accademia di scienze, lettere ed arti, in Modena (1877), pp. LVIII-LIX); Memoria intorno all’improvvido delle catene di ferro negli archivolti, letta il 3 luglio 1841. Inedito è rimasto anche uno Studio preparatorio per un viaggio nella Venezia, ordinato nel 1829 da Francesco IV per i primi cadetti affinché sul fatto apprendessero le dottrine e le norme pratiche concernenti i grandiosi monumenti dell’architettura e di belle arti colà esistenti.
Tramontini fu inoltre membro delle Accademie di Napoli, di Palermo, di Torino, nonché presidente della classe fisico-matematica dell’Università di Modena. Nel 1848 fu nominato consigliere alla Pubblica Istruzione. Nel 1850 venne giubilato.
Morì a Modena il 25 febbraio 1852.
A. Bernardi, Elogio del professore G. T. da Verona recitato nella chiesa di S. Carlo il giorno XXIX novembre dell’anno MDCCCLV per la solenne inaugurazione degli studj dal professore Antonio Bernardi socio corrispondente della Società agraria di Reggio, Modena 1856; P. Riccardi, Cenni storici sull’Istituto dei cadetti matematici pionieri di Modena, Modena 1864; La provincia di Verona. Monografia statistica economica amministrativa, a cura di L. Sormani Moretti, Firenze 1904, parte III, p. 113; R. Fasanari, Gli albori del Risorgimento a Verona (1785-1801), Verona 1950, pp. 130, 219, 241-242; L. Rognini, G. T. (1768-1852), in L’architettura a Verona nell’età della Serenissima (sec. XV-sec. XVIII), a cura di P. Brugnoli - A. Sandrini, II, Verona 1988, p. 389; A. Fiocca, La diffusione della geometria descrittiva in Italia, in Bollettino di storia delle scienze matematiche, XII (1992), pp. 187-249; P. Riccardi, Cenni storici e biografici intorno allo studio e ai cultori delle scienze fisico-matematiche pure ed applicate nella città e provincia di Modena, in La matematica a Modena dal Medio Evo all'attuale Dipartimento, a cura di F. Barbieri - F. Cattelani Degani, Modena 1998, pp. 1-62 (la prima parte era stata pubblicata nel 1901 negli Atti e Memorie dell'Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena, la seconda nel 1989-90, a cura di F. Barbieri, ibid.); C. Candito, Le proiezioni assonometriche. Dalla prospettiva isometrica all’individuazione dei fondamenti del disegno assonometrico, Firenze 2003, pp. 56-57; B. Giordano, La Scuola militare di Modena e la nascita di un ceto professionale 'nazionale' (1798-1820), in Formare alle professioni. La cultura militare tra passato e presente a cura di M. Ferrari - F. Ledda, Milano 2011, pp. 167-179.