NATALI, Giuseppe
NATALI, Giuseppe. – Figlio di Giovanni e di Margherita Colai, nacque a Camerino il 4 dicembre 1651 (Archivio capitolare, Libro del Battesimo, t. III, 1608-1655, c. 343r).
La prima testimonianza della sua attività artistica si ha a Padova il 20 settembre 1675, quando Francesco Petrobelli e Giacinto Leonardi, rispettivamente maestro di cappella e organista nella basilica di S. Antonio, ne attestarono le ottime capacità esecutive e improvvisative all’organo (Sartori, 1977, p. 27). La prova fu allestita in previsione di un'assegnazione nella medesima istituzione e infatti il 19 novembre Natali, in quell’occasione qualificato per la prima volta come appartenente all’ordine «de’ minori conventuali» (ibid.; l’ingresso nell’ordine francescano avvenne pertanto prima del 1675), venne assunto come organista (gli fu assegnato l’«organo primo alla parte della sacrestia», con uno stipendio mensile di 80 ducati).
Non mantenne a lungo l’incarico e il 24 febbraio 1676 chiese licenza «di poter andare alla patria»; il 6 maggio tuttavia fu destinato dai suoi superiori alla cappella della basilica dei Ss. Apostoli in Roma come maestro di cappella (ibid., p. 28). Come di consueto accadeva tra i francescani, soggiornò in diverse città della penisola, dove l'Ordine aveva sede, ricoprendo sempre incarichi legati all’attività musicale. Lo stesso Natali, in una lettera al compositore Giacomo Antonio Perti del 5 luglio 1700, lascia intuire di aver viaggiato molto negli anni, anche per studio personale, specie per approfondire l’«arte del contrapunto», nella quale si reputava «debolissimo».
Dopo l’esperienza romana, tra il 1689 e il 1700, è attestato a Padova, Venezia, Palermo, Bologna e infine a Fermo (Libro de’ partiti, c. 107r). Il soggiorno a Palermo non può essere datato con certezza, mentre quello nella città lagunare è da situarsi intorno al 1696 (la presenza è confermata da una lettera del 16 ottobre 1696; Sartori, 1977, p. 28).
Nel 1689 è documentato a Padova in qualità di maestro di cappella della basilica del Santo (con uno stipendio annuo di 200 ducati; ibid.), posizione che mantenne fino al 1696. Nel 1698 è attestato a Bologna, come maestro di cappella nella basilica di S. Francesco (Libro de’ partiti, c. 48v; gli emolumenti corrispondevano a «una doppia» al mese) e nel contempo entrò in contatto con Perti e l’ambiente della cappella della basilica di S. Petronio. In quel contesto studiò le «dottissime e virtuosissime composizioni» dell’organista in carica (verosimilmente Floriano Arresti; lettera del 5 luglio 1700).
Nel 1700 lasciò Bologna e venne assunto nel duomo di Fermo: tale scelta diede adito a polemiche in entrambi i luoghi. Come già era accaduto per gli incarichi padovani, comunicò la rinuncia al posto solo dopo essersi allontanato da Bologna, atteggiamento giudicato «improprio e poco lodevole» dai frati minori bolognesi, i quali biasimarono anche la «naturale instabilità e leggerezza con cui per l’addietro [Natali] aveva anco abbandonate le capp[elle] di Padova, Venezia e Palermo» (Libro de’ partiti, c. 107r). Maggiori informazioni sull’accoglienza che ricevette a Fermo si apprendono dalla corrispondenza di Perti tra il giugno e il luglio 1700: alcuni musicisti locali, contrari alla sua assunzione, si rivolsero al compositore bolognese nell’intento di denigrare Natali (lettera del 18 giugno 1700). L'episodio, tuttavia, a giudicare dal tono delle lettere successive di Natali e di uno dei suoi superiori («curato di S. Martino»; lettere del 5 e 9 luglio 1700) non ebbe alcun seguito.
Morì nel 1715 (Mattei, p. 127).
Nessuna composizione di Natali sembra essere conservata; sopravvivono tuttavia i libretti a stampa di alcune composizioni vocali occasionali e a carattere devoto: L’eroina della Penitenza (dialogo a cinque voci, Palermo 1698); La gara ossequiosa (dialogo per il Ss. Natale, ibid. 1704); Il fonte delle grazie Maria Immacolata (componimento per musica a cinque voci, ibid. 1706); Il buonanno (cantata a tre voci, ibid. 1709). Un’ulteriore traccia dell’attività compositiva si può desumere da un resoconto di un’assemblea dei frati minori di Bologna: per la festa degli Innocenti del 1698 si prescriveva che il maestro di cappella componesse «la musica a quattro cori» per la funzione religiosa (Libro de’ partiti, c. 55r).
Fu attivo anche come teorico della musica, come di sovente accadeva in ambito francescano: nel Museo della Musica di Bologna è conservata una copia manoscritta delle sue Regole per sonar il basso continuo. Sebbene l’opera sia attribuita a più nomi nel frontespizio («del Baglioni», «P[ad]re Camarini», «P[ad]re Giuseppe Natali da Camerino»), la paternità è confermata dal compositore Stanislao Mattei (p. 126). Natali e il compositore Francesco Antonio Callegari figurano tra gli approvatori del trattato Il musico testore (Venezia, 1706) di Zaccaria Tevo, frate minore conventuale.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Demaniale, S. Francesco, Libro de’ partiti, consegli … dal dì 25 maggio 1697 a tutto il dì primo marzo 1703, 261/4394, cc. 48v, 55r, 106v-107r; Bologna, Biblioteca del Convento di S. Francesco, ms. 62: S. Mattei, Serie de’ maestri di cappella minori conventuali di S. Francesco … compilata nell’anno 1800, pp. 125-127; ms. 64: A. Capanna, Cenni cronologici dei maestri di musica minori conventuali che dall’anno 1487 fino all’anno 1874 … alla meglio ordinata per ordine alfabetico, p. 57, 75, 116; Ibid., Museo internazionale e Biblioteca della Musica, Carteggio di principi ed altri ragguardevoli personaggi tenuto col Perti, K.44, vol. 1, f. 120: lettera di N. Fantini a Perti (Fermo, 18 giugno 1700), vol. 2, f. 166: lettera di Natali a Perti (Fermo, 5 luglio 1700); f. 185: lettera di ignoto a Perti (Fermo, 9 luglio 1700); A. Sartori, Documenti per la storia della musica al Santo e nel Veneto, Vicenza 1977, pp. 20, 22, 27-29, 51 s.; Storia della musica al Santo di Padova, a cura di S. Durante - P. Petrobelli, Vicenza 1990, pp. 100 n., 101, 103 n., 104 s., 117, 143; C. Sartori, I libretti a stampa dalle origini al 1800. Indici, I, Cuneo 1993, p. 421; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti. Le biografie, V, p. 329.