MAGNAVACCA, Giuseppe
Nacque a Calcara di Crespellano, presso Bologna, il 29 giugno 1639 dal bolognese Alessio, forse ultimo dei sei figli da questo avuti tra il 1628 e il 1637.
La cronologia del percorso formativo del M. è insufficientemente documentata ed è riferita non concordemente dai primi biografi (Orlandi; Giornale de' letterati; Zanotti). Agli studi bolognesi di grammatica latina e forse di disegno e pittura, sarebbe seguita una stagione di viaggi che furono occasione di precoci contatti del M. con il collezionismo antiquario di gemme, monete e medaglie: a Lodi, intorno al 1660, a Roma e, infine, in Polonia dove, trattenutosi tre anni, avrebbe appreso perfettamente la lingua del luogo. Al rientro a Bologna, il M. avrebbe frequentato lo studio di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, con il quale era forse già entrato in contatto nei primi anni bolognesi. Nel 1664 si spostò a Roma, come traduttore al seguito di una dama polacca e fornito di una lettera del maestro centese che lo indirizzava allo studio di Pietro Berrettini da Cortona allo scopo di proseguire gli studi artistici; sembra, tuttavia, che il M. avesse impegnato gran parte del soggiorno, protrattosi fino agli anni 1670-72, ad acquisire la pratica delle medaglie sotto la guida di Francesco Cameli, antiquario di Cristina di Svezia. Nuovamente a Bologna, frequentò per un tempo imprecisato la bottega dei fratelli Benedetto e Cesare Gennari, ai quali sarebbe rimasto legato da profonda e duratura amicizia, senza trarne, tuttavia, risultati apprezzabili: le uniche testimonianze di un'applicazione del M. alle arti figurative sono la notizia, riferita da Benedetto Gennari, di un "ritrattino" del Guercino, "fatto dal Sig. Magnavacca", non identificato (Missere Fontana, 2000-01, p. 248), e un disegno con l'imperatore Caligola, copia di un'incisione di fra Balthazar-Thomas Moncornet (Bologna, Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, Mss., B.128).
Un imponente epistolario, pubblicato solo in minima parte (Tiraboschi; Pungileoni; Bottari - Ticozzi; Perini, 1990, p. 412; Id., 1997, pp. 126-128), informa piuttosto dei preponderanti interessi antiquari coltivati con continuità dal M. a partire dall'ottavo decennio. Se ne ricavano l'incidenza che il M. esercitò nella storia dell'erudizione numismatica tardo seicentesca e il ruolo di esperto in materia che rivestì nelle parallele vicende collezionistiche.
Contestualmente, il M. condusse ricerche a fini privati e commerciali di frammenti antiquari, dipinti, disegni, stampe e libri. In questa attività si inserirono, nel 1670, la sua richiesta di un'incisione al pittore Marcantonio Franceschini (Zucchini) e i successivi scambi epistolari con Carlo Cesare Malvasia, che incaricò il M., nuovamente a Roma tra il gennaio e l'aprile del 1675 in compagnia di Francesco Lotti, di procurargli "lapidi sepulcrali d'antica eruditione romana" (Perini, 1997, pp. 110, 126).
Dal 1677, e avvalendosi dei suggerimenti di Charles Patin (cfr. Waquet), il M. perseguì il progetto di costituire a Bologna un'accademia specializzata in temi numismatici: riunitasi una sola volta in casa del suo censore, Francesco Lotti, essa si sciolse all'indomani della morte del medesimo (1679).
Probabilmente a questi anni deve ricondursi l'esecuzione del ritratto del M., di scuola di Carlo Cignani e identificato con quello segnalato negli inventari Zambeccari (Bologna, Pinacoteca nazionale, inv. n. 795: Cammarota; Missere Fontana, 2000-01, pp. 263-265). Le competenze antiquarie e collezionistiche riconosciutegli nel dipinto, dove il M. è rappresentato nell'atto di mostrare una moneta classica con un piccolo museo di naturalia e artificialia sullo sfondo, furono quelle che ne determinarono il crescente coinvolgimento in incarichi prestigiosi.
Dagli anni Ottanta, quando data l'inizio della corrispondenza, tra gli altri, con Enrico Noris, le competenze del M. furono richieste dai privati e dalle corti.
Nel 1680 redasse l'Indice della collezione di Valerio Polazzi a scopo di vendita; nel 1681 (Noris, col. 177) sarebbe stato impiegato come antiquario dal marchese Ferdinando Cospi, del quale, dopo la morte (1685), avrebbe stimato la cospicua raccolta di medaglie; tra il 1683 e il 1684 fu impegnato a Parma nel riordino della collezione numismatica del duca Ranuccio II Farnese; nella seconda metà del 1685 assolse al compito di istruire ai futuri incarichi di custode del Museo Mediceo e antiquario del granduca il giovane Sebastiano Bianchi, raccomandatogli dietro suggerimento di Noris (coll. 257, 268 s.) da Cosimo III de' Medici, cui prestò consulenza, a Firenze, nel 1688; nel 1689 peritò lo studio di medaglie della collezione bolognese di Giovanni Francesco Negri (Morselli, 1997); nel 1690 fu consultato da Francesco Azzolini per la vendita della raccolta di monete e cammei di Cristina di Svezia; il 13 luglio 1700, con la mediazione dei Gennari, redasse l'inventario della quadreria Castelli (Id., 1998); nel 1706 compilò l'indice e fornì le stime per la vendita della collezione di Girolamo Boncompagni, già passata in eredità agli ospedali bolognesi di S. Maria della Vita e della Morte.
Frattanto era maturato il rapporto epistolare con il collezionista Sebastiano Resta: le 239 lettere, conservate in tre volumi presso la Biblioteca civica di Correggio e datate dalla fine del 1684 al 1714, tradiscono la preziosa funzione informativa che il M. svolse per l'oratoriano relativamente all'area emiliana (cfr. Sassi).
Alla fine del primo decennio del Settecento, residente stabilmente a Bologna forse nella stessa dimora di fronte a S. Petronio documentata per gli anni precedenti (Missere Fontana, 2000-01, p. 263 n. 427), il M. prese parte agli eventi che condussero alla nascita dell'Accademia Clementina: il 5 nov. 1709 partecipò alla prima delle riunioni svoltesi in casa Marsili; il 16 dello stesso mese fu eletto tra i quaranta membri della neonata istituzione e il seguente 26 dicembre, su proposta del viceprincipe Marcantonio Franceschini, fu investito della carica a vita di depositario (Zanotti, pp. 14, 29, 41). Tuttavia, con il sopraggiungere dell'età avanzata, i ritmi della sua attività dovettero allentarsi.
È ciò che si evince dalla contrazione dell'epistolario, che pure lo conferma in contatto con l'ambiente antiquario romano, soprattutto tramite Francesco Bianchini, e dal suo coinvolgimento in pochi, ancorché rilevanti, episodi documentati. Tra questi ultimi, rientrò il compito di supervisionare, il 31 ott. 1719, la redazione dell'inventario dei beni della famiglia Gennari (Mahon). Il M. sembrò piuttosto dedicare i suoi ultimi anni alla rielaborazione di una serie di nozioni apprese nei più frequentati studi numismatici, e già confluita nel 1686 nella redazione della Nota delle medaglie: breve resoconto manoscritto sulle medaglie imperiali secondo i metalli, la rarità, i prezzi. La sua opera più tarda rimase parimenti inedita e, come già la Nota del 1686, anonima, ma gli viene concordemente attribuita sulla scorta delle fonti e del confronto delle grafie con l'epistolario. Del 1718 è la Vera e distinta nota delle medaglie imperiali, indirizzata ai principianti; e poco più tarda è una sua versione ampliata a uso degli intendenti, conosciuta in una copia settecentesca (Missere Fontana, 2000-01, pp. 268-273).
Il 21 giugno 1722, "pervenuto a molta decrepità e quasi privo affatto della luce degli occhi" (Zanotti, p. 68), il M. chiese e ottenne di dimettersi dalla carica di depositario della Clementina.
Morì a Bologna nel 1724, il 3 o il 10 giugno (secondo quanto asserito rispettivamente da Zanotti e dall'anonimo autore del necrologio del Giornale de' letterati), e fu sepolto nella chiesa bolognese della Madonna di Galliera.
Aveva disposto un lascito per le monache di S. Maria Egiziaca; e i suoi beni, comprensivi del ritratto eseguito nel febbraio 1693 da Benedetto Gennari (Bologna, Biblioteca universitaria, inv. n. 245: Bagni), furono ereditati da Antonio Bassi, cognato di Angelica Magnavacca Bassi, e quindi soggetti a una repentina dispersione (Missere Fontana, 2000-01, pp. 265-267, 274-276). Parte della biblioteca fu acquistata nel 1724 dal senatore Camillo Bolognetti; lo studio di medaglie, di cui lo stesso M. aveva avviato lo smembramento tra il 1703 e il 1704 con le vendite al vescovo aretino Giovanni Matteo Marchetti, si disperse nei canali del mercato europeo; sorte analoga dovette subire la raccolta di grafica, della quale un disegno di Antonio Allegri detto il Correggio, ritenuto dal "signor Magnavacca" il migliore del suo gabinetto, comparve il 10 apr. 1741 nella vendita parigina della collezione Crozat (Getty Provenance Index).
Fonti e Bibl.: P.A. Orlandi, Abcedario pittorico, Bologna 1704, p. 186; E. Noris, Lettere sopra vari punti di erudizione scritte a diversi, in Opera omnia, V, Mantova 1741, coll. 23 s., 26, 28, 36, 59, 122, 141, 146, 149, 152, 177, 179, 182 s., 202, 216 s., 219, 235, 237, 239, 255, 257, 268 s., 277, 282 s., 286, 358; Giornale de' letterati d'Italia, XXXVI (1724), pp. 288-292; G.P. Zanotti, Storia dell'Accademia Clementina di Bologna, I, Bologna 1739, pp. 14, 29, 41, 68, 70, 176, 186-194; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, VI, Modena 1786, pp. 236, 249, 256, 289; L. Pungileoni, Memorie istoriche di Antonio Allegri detto il Correggio, III, Parma 1821, pp. 210-227; G. Bottari - S. Ticozzi, Raccolta di lettere sulla pittura, III, Milano 1822, pp. 493 s., 506, 518 s.; S. Ciampi, Notizie di medici, maestri di musica e cantori ed altri artisti italiani in Polonia e polacchi in Italia, Lucca 1830, p. 90; G. Campori, Lettere artistiche inedite, Modena 1866, p. 278; G. Zucchini, Un libro-cassa del pittore Marcantonio Franceschini, in L'Archiginnasio, XXXVII (1942), p. 68; D. Mahon, Drawings by Guercino in the Casa Gennari, in Apollo, LXXXVIII (1968), 81, p. 348; L. Sassi, Lettere di padre Sebastiano Resta all'antiquario bolognese G. M. (1708-1714), tesi di laurea, Università degli Studi di Bologna, facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1985-86; P. Bagni, La bottega del Guercino, Bologna 1986, pp. 131, 167, 181, 337; N. Clerici Bagozzi, in L'arte degli Estensi. La pittura del Seicento e del Settecento a Modena e a Reggio (catal.), Modena 1986, p. 188; C. Morigi Govi, Il medagliere del Museo civico archeologico di Bologna. Storia della sua formazione, in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, XXXVI (1986), pp. 90, 92 s.; D. Mahon - N. Turner, The drawings of Guercino in the Collection of Her Majesty the Queen at Windsor Castle, Cambridge 1989, ad ind.; F. Waquet, Collections et érudition au XVIIe siècle: l'exemple de Charles Patin, in Annali della Scuola normale superiore di Pisa, classe di lettere e filosofia, XIX (1989), 3, pp. 991-994; G. Perini, Malvasia's connexions with France and Rome, in The Burlington Magazine, CXXXII (1990), 1047, pp. 411 s.; J. Guillemain, Les recherches numismatiques de Charles Patin d'après ses lettres à Jacob Spon, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova, XXIX (1996), pp. 52, 54, 56 s.; R. Morselli, Repertorio per lo studio del collezionismo bolognese del Seicento, Bologna 1997, p. 574 n. 878; G. Perini, Contributo a Malvasia epigrafista, in Arte a Bologna. Boll. dei Musei civici d'arte antica, IV (1997), pp. 109 s., 112, 114, 118 n. 7, 119 n. 21, 122 n. 57, 126-128; R. Morselli, Collezioni e quadrerie nella Bologna del Seicento. Inventari 1640-1707, a cura di A. Cera Sones, Santa Monica, CA, 1998, pp. 137, 140 s.; C. Franzoni, Il Museo dei minori osservanti di S. Spirito, in Il "Portico dei marmi". Le prime collezioni a Reggio Emilia e la nascita del Museo civico, a cura di C. Franzoni, Reggio Emilia 1999, pp. 97, 213 nn. 2 s.; F. Missere Fontana, Giovan Battista Cattaneo collezionista di medaglie antiche, ibid., pp. 117-123; G.P. Cammarota, Le origini della Pinacoteca nazionale di Bologna: una raccolta di fonti, III, La collezione Zambeccari, Bologna 2000, p. 319; F. Missere Fontana, Francesco Mezzabarba Birago (1645-1697) tra collezione ed erudizione numismatica nella Milano del Seicento, in Riv. italiana di numismatica e scienze affini, CI (2000), pp. 162, 169-171, 174, 176-178, 191-193, 198, 203-205; G. Warwick, The arts of collecting. Padre Sebastiano Resta and the market for drawings in early modern Europe, Cambridge 2000, ad ind.; F. Missere Fontana, Raccolte numismatiche e scambi antiquari a Bologna fra '400 e '600, II, in Boll. di numismatica, 2000-01, nn. 36-39, pp. 207-315 (in partic. pp. 246-276); La scuola del Guercino, a cura di E. Negro - M. Pirondini - N. Roio, Modena 2004, pp. 38, 141 s., 157, 161, 164, 217; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIII, p. 561.