LORENZONI, Giuseppe
Nacque il 10 luglio 1843 a Rolle di Cison di Valmarino, nel Trevigiano, da Giovanni e Giovanna Dalla Mura.
Dopo aver completato a Venezia gli studi superiori, si iscrisse alla facoltà di scienze matematiche dell'Università di Padova, dove si laureò nel 1864. L'anno prima era stato nominato assistente dell'osservatorio astronomico di Padova dal direttore G. Santini che gli conferì anche l'incarico delle osservazioni meteorologiche. Il L. succedeva a E. Legnazzi, allontanato per motivi politici nel 1862, e a V. Trettenero, deceduto nel 1863. Il L. ridusse al luogo medio per l'anno 1860,0 le osservazioni che aveva eseguito Trettenero al circolo meridiano (Posizioni medie di 1425 stelle pel principio del 1860 distribuite nella zona compresa tra 0 e 3 di declinazione australe, dedotte dalle osservazioni fatte dal defunto prof. Trettenero nel R. Osservatorio di Padova a datare dal 18 apr. 1861 al 3 febbr. 1863, in Memorie del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, XV [1863], pp. 329-374). Questo primo lavoro, che poi costituì il quinto catalogo stellare dell'osservatorio, venne particolarmente apprezzato dagli astronomi.
Nel 1867 il L. ricevette dall'Università di Padova l'incarico del corso di astronomia e, nel 1872, fu chiamato a ricoprire la cattedra della stessa disciplina. Nel frattempo i suoi interessi si erano volti alla spettroscopia astronomica di cui fu tra i precursori insieme con Angelo Secchi e Pietro Tacchini, con i quali fondò la Società degli spettroscopisti italiani. Le ricerche del L. con uno spettroscopio di Hoffmann iniziarono in Sicilia in occasione dell'eclisse solare del 22 dic. 1870 e proseguirono con una serie di osservazioni delle righe lucide dello spettro cromosferico del Sole (Osservazioni spettroscopiche del bordo solare fatte nel R. Osservatorio di Padova durante l'anno 1871, in Memorie della Soc. degli spettroscopisti italiani, I [1872], pp. 7-16).
Il suo impegno principale, comunque, riguardò gli studi geodetici, tanto che nel 1869 gli venne affidata anche la cattedra di geodesia, che tenne fino al 1885. Svolse insieme con Giovanni Schiaparelli, in seno alla Commissione geodetica italiana, un infaticabile lavoro a partire dal 1873, quando prese parte alle riunioni in rappresentanza di Santini e poi come membro effettivo fino al 1909.
Nel settembre 1874 eseguì osservazioni di latitudine e di azimut nella base di Lecce (Determinazione della latitudine e di un azimut sull'estremo Nord-Ovest della base di Lecce, Padova 1875). L'anno seguente prese parte ai lavori per determinare la differenza di longitudine tra Padova, Milano, Vienna e Monaco di Baviera; in questi anni fece anche parte della Commissione italiana per la misura del grado, che dal 1869 andava esaminando il problema dell'intensità della gravità.
Nel 1880 la questione non era stata ancora risolta e se ne diede incarico al L. che prese subito ad analizzare il problema (Intorno alle principali ricerche sulla lunghezza del pendolo a secondi eseguite nel ventennio 1860-80, in Processo verbale delle sedute della Commissione italiana per la misura dei gradi, tenutasi a Firenze il 14 e 15 giugno 1880, Firenze 1880, pp. 39-47). Si recò quindi a Vienna dove poté esaminare il pendolo austriaco presso l'Ufficio della "Gradmessung" e incaricare il costruttore Repsold della realizzazione di un pendolo per l'osservatorio di Padova. Ottenuto il pendolo, eseguì una serie di osservazioni (Relazione sulle esperienze istituite nel R. Osservatorio astronomico di Padova in agosto 1885 e febbraio 1886 per determinare la lunghezza del pendolo semplice a secondi, in Atti della R. Acc. dei Lincei, Memorie, cl. di scienze fisiche, mat. e nat., s. 4, V [1888], pp. 41-285) il cui risultato gli permise di escludere che a Padova si potesse riscontrare una sensibile anomalia nella gravità. Poiché, tuttavia, le sue conclusioni differivano dai valori ottenuti da R. Sterneck e da E.G. De Forges, il L. eseguì una nuova serie di misurazioni con l'apparato di Sterneck, ridotte tutte all'Istituto geografico di Vienna, rilevando una differenza di 128' che rendeva la questione ancora non definitivamente risolta (Determinazione relativa della gravità terrestre a Padova, a Milano e a Roma fatta nell'autunno del 1893 mediante l'apparato dello Sterneck, in Atti del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, s. 7, V [1893], pp. 255-293).
Il L. si dedicò anche allo studio di eclissi, di comete e della cromosfera del Sole (Di un mezzo atto a rendere visibile tutta in una volta una immagine monocromatica completa della cromosfera e delle protuberanze solari, ibid., s. 4, III [1874], pp. 1293-1318).
Preside della facoltà patavina di scienze dal 1891 al 1894, presidente dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti nel biennio 1897-98, fu socio di numerose accademie, tra le quali l'Accademia nazionale dei Lincei, l'Accademia delle scienze detta dei Quaranta e la Società dei naturalisti di Mosca.
Il L. morì a Padova il 6 luglio 1914.
Fonti e Bibl.: A.M. Antoniazzi, G. L., in Memorie della Soc. degli spettroscopisti italiani, s. 2, 1914, vol. 3, pp. 132-134; Id., G. L., in Astronomische Nachrichten, CXCVIII (1914), coll. 485 s.; E. Millosevich, Commemorazione del socio nazionale G. L., in Atti della R. Acc. dei Lincei, Rendiconti, cl. di scienze fisiche, mat. e nat., s. 5, XXIII (1914), pp. 442-446; A. Stefani, G. L., in Atti del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, s. 7, XVII (1914-15), pp. 1-3; N. Jadanza, G. L., in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, L (1915), pp. 461-478; P. Dore, Geodesia e topografia, in Un secolo di progresso scientifico italiano. 1839-1939, I, Roma 1939, pp. 499-501.