GIUSEPPE d'Arimatea
Procurò sepoltura a Gesù Cristo nella sua tomba. Nativo d'Arimatea, viene descritto nei Vangeli come uomo distinto e facoltoso e membro del sinedrio. "Attendeva il Regno di Dio" (Marco, XV, 43). Nel linguaggio dei Vangeli la frase significa una fede in Gesù Cristo: di fatti G. non partecipò col sinedrio alla sua condanna, pur non osando ancora dichiarare la sua adesione a Gesù per timore dei Giudei. Fu lui che "osò" (Marco, XV, 43) domandare a Pilato il permesso di dare sepoltura a Cristo. Aveva acquistato un lenzuolo (sindone) in cui avvolse il cadavere, previamente spalmato d'unguenti aromatici, e con l'intervento di Nicodemo e dei seguaci di Gesù al Calvario, lo depose nella tomba predisposta per sé presso al Calvario stesso.
La Chiesa greca ne celebra la festa il 31 luglio e la romana il 17 marzo. Non figura nel martirologio romano se non dopo il 1675.
Bibl.: Oltre i commenti ai Vangeli, cfr. Tillemont, Acta Sanct., marzo, II, Parigi 1668, pp. 507-510; Fabricius, Codex apocryphus N.T., I, p. 270.