CRISTIANI, Giuseppe
Nato ad Anagni (Frosinone) il 19 marzo 1865 da Magno e Candida Pace, iniziò gli studi musicali sotto la guida del padre, continuandoli poi dal 1879 nel romano liceo musicale di S. Cecilia. Nel 1885 compì gli studi di composizione, che aveva svolto nella classe di E. Terziani, a pieni voti ottenendo anche la medaglia speciale al concorso del ministero della Pubblica Istruzione; l'anno successivo si diplomò altrettanto brillantemente in pianoforte sotto la guida di G. Sgambati, di cui era considerato uno dei migliori allievi. Nello stesso anno fu eseguita alla sala Costanzi una sua Fantasia sinfonica, vincitrice del concorso indetto dalla Società orchestrale romana, diretta da E. Pinelli che, in quegli anni, oltre a promuovere esecuzioni del repertorio sinfonico classico e romantico allora quasi sconosciuto a Roma, cercava di contribuire alla formazione di un moderno repertorio orchestrale italiano. La Fantasia del C. fu tuttavia giudicata troppo moderna dalla stampa romana, malgrado il successo di pubblico.
Ammesso come socio esercente all'Accademia filarmonica romana fin dal 26 nov. 1884. il C. partecipò attivamente alla vita accademica, organizzandovi dal 1885 al 1888 vari saggi privati: in uno di essi, il 27 febbr. 1888, oltre ad eseguire egli stesso musiche di C. Saint-Saëns, F. Liszt, E. Grieg e G. Sgambati, fece eseguire due sue composizioni vocali: una Serenata per soprano e Medio Evo, racconto per soprano, con violino obbligato.
Più che alla carriera di solista, il C. si dedicò alla musica da camera, facendo in questo campo opera di preziosa diffusione. Fondò infatti, nel 1904. presso lo studio dello scultore M. J. Ezekiel, il Trio romano, insieme con il violinista O. Zuccarini e il violoncellista L. Magalotti: dopo una serie di audizioni private offerte agli artisti ed intellettuali che si riunivano nello studio di Ezekiel, il Trio romano si presentò in pubblico, eseguendo il 15 genn. 1906 composizioni di autori classici nella sala Costanzi e il 6 aprile dello stesso anno musiche di W. A. Mozart, L. van Beethoven e A. Arensky all'Accademia filarmonica romana. Con il Trio romano il C. diede, inoltre, una interessante serie di concerti alla sala Costanzi nel gennaio-febbraio 1907. con musiche di Mozart, Beethoven, R. Schumann, J. Brahms, A. Dvoràk, A. Arensky, A. Rubinstein, Ch. Sinding, e un concerto il 23 aprile alla sala Umberto I per conto della Filarmonica romana, eseguendo composizioni di Beethoven, P. J. Ciajkovskij e Z. Noskovski.
Nei mesi di marzo e aprile 1911 ebbe luogo alla sala Costanzi un ciclo di sei concerti, di cui fu protagonista una nuova formazione cameristica fondata dal C.: il Quintetto romano, di cui facevano parte, oltre al C., allo Zuccarini e al Magalotti, il violinista B. Cignani e il violista F. Rosa. Il primo concerto della serie fu dedicato a musiche di R. Schumann, mentre nei successivi il Quintetto presentò prevalentemente musiche di autori contemporanei, talvolta in prima esecuzione romana: E. Grieg, G. Fauré, V. D'Indy, R. Strauss, G. Sgambati e G. Martucci. Nello stesso periodo il C. continuava la sua attività all'Accademia filarmonica romana, organizzando vari concerti, fra cui, nel 1915, uno in onore di Sgambati in occasione del primo anniversario della morte, e due concerti di musiche sacre nel 1907 e nel 1916 in cui il C. si cimentò anche come direttore d'orchestra. Nel 1906 il C. era entrato a far parte del consiglio direttivo dell'Accademia come censore, e nel 1920 ne fu eletto consigliere.
A questa multiforme attività di divulgazione musicale il C. affiancò quella di insegnante di pianoforte: dal 1905 al 1915 alla scuola nazionale di musica, dove ebbe allievi, fra gli altri, L. Ferrari Trecate e G. F. Bucchi, e dal 1915 al liceo musicale di S. Cecilia. Per le stagioni musicali dell'Accademia di S. Cecilia organizzò negli anni 1928 e 1929 numerosi concerti popolari di musica da camera, che avevano luogo con cadenza settimanale all'Augusteo. Per questi concerti il C. fu. coaditivato dal quartetto d'archi formato dai violinisti R. Principe ed E. Gandini (poi sostituito da A. Delle Fornaci), dal violista G. Matteucci e dal violoncellista L. Chiarappa. I programmi spaziavano da autori settecenteschi come IL. Boccherini, G. Paisiello, A. Vivaldi, a Beethoven, ai romantici come R. Schumann e F. Mendelssohn, ad autori del secondo Ottocento e del primo Novecento come J. Brahms, C. Franck, A. Dvoràk, P. I. Ciajkovskij, E. Grieg, J. Turina, mentre un notevole spazio era dedicato ad autori italiani come Sgambati, Martucci, L. Sinigaglia, A. Zanella e A. Casella. Negli anni 1928, 1931 e 1932 il C. partecipò inoltre a vari concerti per l'educazione musicale degli studenti, organizzati all'Augusteo dall'Accademia di S. Cecilia. Il 29 dic. 1932 il C. organizzò alla sala dell'Accademia di S. Cecilia un concerto celebrativo del centenario della morte di M. Clementi, eseguendo la sonata op. 50 n. 3 (Didone abbandonata), alcuni pezzi brevi e, coadiuvato da E. Gaúdini e L. Chiarappa, due trii per pianoforte, violino e violoncello di cui aveva curato egli stesso la revisione: il trio in fa maggiore op. 28 n. 1 e quello in re maggiore op. 28 n. 2.
Accademico di S. Cecilia, morì a Roma il 14 dic. 1933.
L'attività dei C. si svolse prevalentemente nel campo della divulgazione della musica da camera; tuttavia egli non trascurò la composizione. Oltre alla già citata Fantasia sinfonica, rimasta inedita, fu autore di numerose romanze, di una Sonata per violino e pianoforte, pubblicata da Jurgenson a Lipsia ed eseguita dal C. stesso con il violinista Zuccarini alla sala Costanzi il 13 marzo 1906, e di tre opere liriche inedite: Idillio montano, Graziella, su testo di L. Trioli, tratto dalla novella di Lamartine, e Monna Ghita, su soggetto di V. Frajese dalle novelle del Boccaccio. Curò, inoltre, alcune revisioni e trascrizioni: oltre. alla citata revisione dei trii di Clementi, quella del Concertodacamerain domaggiore per pianoforte e piccola orchestra di Paisiello, eseguito dal C. stesso il 9 genn. 1929 all'Augusteo; e la trascrizione dell'aria di A. Stradella Pietà, Signor, per violoncello, archi, arpa e organo, eseguita sotto la direzione di V. Gui all'Augusteo il 20 genn. 1932. Fu autore anche di opere didattiche per il pianoforte.
Fonti e Bibl.: Notizie in La Palestra musicale, XV (1885), p. 50; XVI (1886), p. 24; Gazz. musicale di Milano, XLI (1886), p. 133; I venticinque anni della Società orchestrale romana diretta da E. Pinelli, Roma 1899, p. 27; R. Giraldi, L'Accad. Filarmonica Romana dal 1868 al 1920. Mem. storiche, Roma 1930, pp. 132, 137, 144, 147, 154, 266, 277, 279 ss., 291, 310, 313 s., 318, 359; Regia Accademia di S. Cecilia, Iconcerti dal 1895 al 1933, Roma 1933, 1, p. 367; II, pp. 336, 345, 357, 387, 389, 390, 392 s., 395, 400 s., 404 s., 407, 413-17, 433, 435, 437 s., 440, 443, 445 s., 521, 533 s., 562; A. De Angelis, La musica a Roma nel secolo XIX, Roma 1935, pp. 63, 97; L. Finizio, Quello che ogni pianista, deve sapere, Milano 1950, p. 101; V. Frajese, Dal Costanzi all'Opera, Roma 1978, I, pp. 88, 90, 252 s.; II, pp. 88 s., 181, 188 ss.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 389; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, pp. 158 s.