CARANDINI, Giuseppe
Nacque a Modena il 12 giugno 1779 da Giovanni, magistrato pervenuto al grado di presidente della Corte di giustizia di Reggio Emilia, e da Luigia Termanini. Avendo manifestato attitudine per le scienze matematiche, fu inviato a Parigi per proseguire gli studi, entrando poi, nel 1798, nella scuola militare di Modena. Terminati i corsi nel 1804 dopo una interruzione di circa due anni per motivi di salute, venne chiamato a Milano a prestar servizio nel corpo del genio dell'armata d'Italia; nel luglio del 1805, insieme con altri tre colleghi, fu inviato a Parigi, per ordine di Napoleone, a perfezionarsi nello studio delle fortificazioni.
Fu poi aggregato alla divisione italiana comandata dal generale Teulié e dislocata sulle coste della Manica. Rientrato in patria, partecipò, quale ufficiale del genio agli ordini del generale Lechi, alla campagna di Dalmazia, dove, per breve tempo, rimase prigioniero degli Austriaci; nel maggio 1807 era a Modena come capo piazza. Passato alla compagnia scelta del battaglione zappatori e promosso tenente in prima nel 1808, nel 1809 era capitano in seconda e destinato al comando delle fortificazioni di Capodistria, poi di Mantova, dove effettuò lavori al forte di Pietole, al sobborgo di San Giorgio e a Belfiore. Nel 1813 era promosso capitano in prima e, per l'abilità nei lavori di fortificazione a Mantova, fu proposto per l'Ordine della Corona ferrea.
Al ritorno degli Estensi a Modena il C. offrì i propri servigi al duca Francesco IV, che il 1º ott. 1814 lo nominò comandante della piazza di Mirandola, e l'anno dopo gli affidò l'incarico di istituire un ufficio topografico a Modena.
Il C., aggregatisi tre ufficiali del genio già dell'armata italiana (A. Araldi, A. Miotti e G. Campilanzi), iniziò il disegno delle mappe dei paesi dello Stato fra le quali in particolare quelle di Scandiano, di Correggio e di Mirandola, dove applicò i moderni sistemi dell'Istituto geografico militare di Milano. Interrotti i lavori sui primi di aprile del 1815 per la irruzione dei Napoletani nel Modenese, durante la quale si mise alle dipendenze del generale austriaco Senitzer, col ritorno del duca egli riprese i rilevamenti geodetici delle località dello Stato. Completata la mappa di Modena, nel 1821 fa intrapresa quella dell'intero ducato su più grande scala. Questa carta, eseguita dal genio militare estense, a capo del quale il C. era stato posto nel 1816 col grado di maggiore, richiese otto anni di lavoro e, divisa in 44 sezioni, riuscì, per il territorio modenese, la migliore fra quante erano state fatte sino allora.
Fondata nel 1822 l'Accademia nobile militare estense, il C. fu incaricato dell'insegnamento di disegno geodetico e di fortificazioni. Continuava nel frattempo a dirigere le opere di fortificazione in corso nella cittadella di Modena, fra cui in particolare la torre quadrata a difesa dell'ingresso verso la città, poi parzialmente demolita nel 1848. Sul finire del 1825 fu inviato a Milano per trattare, coi rappresentanti degli Stati interessati, l'esecuzione di una strada militare dalla Lombardia alla valle della Magra; il tratto riguardante il ducato estense, da Reggio Emilia a Sarzana, fu eseguito sotto la sua direzione. Il 1º maggio 1834 fu promosso colonnello e, nell'ottobre dello stesso anno, ricevette l'incarico di costruire nuove fortificazioni a Brescello.
Sul finire del 1837, in seguito a vicende familiari che gli procurarono un dissesto finanziario, il C. si dimise ritirandosi a vivere in Istria. Qui una società straniera gli commise studi e rilievi dell'istmo di Suez - i cui risultati non ci sono noti - contemporanei a quelli dello Stephenson, del Talbot e del Negrelli. Nel 1845 gli veniva riconosciuta la pensione dal governo estense.
Morì a Servola, allora sobborgo di Trieste, il 23 genn. 1855.
Socio dal 1816 dell'Accademia di scienze, lettere e arti di Modena, presentò comunicazioni e memorie orali di carattere tecnico. Membro dell'Accademia filarmonica modenese, cultore della pittura e della miniatura, lasciò anche un poemetto in otto canti, Pietro l'Eremita, pubblicato anonimo a Modena nel 1841.
Bibl.: T. Bayard De Volo, Vita di Francesco V duca di Modena, IV, Modena 1885, pp. 203-206; G. Canevazzi, La scuola milit. di Modena, I, Modena 1914, pp. 390 s.; Diz. del Risorg. naz., ad vocem.