CAMERATA, Giuseppe
Figlio di Carlo e fratello di Andrea architetto, è stato spesso confuso (Moschini e altri) con l'omonimo pittore e disegnatore. Nacque a Venezia il 6 genn. 1718. Educato alla pittura dal padre, apprese poi l'arte incisoria da Giovanni Cattini (del quale era però minore di soli tre anni) che lo associò nell'incisione delle illustrazioni di alcune delle più belle edizioni veneziane, per lo più presso G. B. Albrizzi.
Nel 1742 il C. si recò a Vienna dove imparò la miniatura (secondo il Meusel, 1778, come autodidatta), nella quale, a detta del Kläbe (1796), "è divenuto in seguito tanto famoso, continuando a praticarla con successo fino a tutt'oggi". Dal 1751, chiamato come incisore alla corte di Dresda, lavorò per cinque anni alla celebre serie di stampe da dipinti della Galleria di Dresda. A quest'opera che, pubblicata a Dresda in due volumi (1753-1757), contiene più di cento riproduzioni, collaborarono incisori di Dresda, Augusta, Copenaghen, Amsterdam, Venezia e Roma (oltre al C., di Dresda erano M. Keil, L. Wüst, L. Zucchi e Ch. F. Boetius). Durante la guerra dei Sette anni (1756-1763), il C., con il permesso del principe elettore, tornò a Venezia, dove dipinse in prevalenza miniature (Heinecken, 1768); lavorò poi per breve tempo a Monaco (1763), e di là fece ritorno a Dresda assieme alla corte che si era ritirata in quella città a causa dell'occupazione da parte dei Prussiani. Nel 1764 venne restaurata l'Accademia che ben presto assunse in Germania una posizione di primo piano; il C., nominato professore, diresse la classe di incisione.
Dal 1º giugno 1764 egli ricevette uno stipendio annuale di 800 talleri (in seguito una pensione di 1.000 talleri), adeguatamente maggiore della retribuzione dei due professori a lui subordinati, L. Zucchi e G. Canale. Dalle annotazioni del direttore generale von Hagedorn sappiamo che il C., era uno dei membri più apprezzati del collegio sia per la sua attività didattica sia per quella artistica (si tenga presente che nel primo decennio di esistenza della nuova Accademia si dava maggiore importanza alla perfezione tecnica che all'originalità dell'ispirazione artistica). Attivissimo sino ad età avanzata, il C. morì a Dresda il 14 marzo 1793. Educò molti artisti (tra gli altri i miniaturisti e incisori J. C. Krüger e N. Schubart).
La ricchissima produzione di incisioni, disegni e miniature del C. non è stata ancora ben studiata.
La sua attività d'incisore, che è quella meglio individuabile, ci è nota attraverso opere che hanno ormai raggiunto un alto livello qualitativo; i rami da lui incisi a Venezia (salvo contraria indicazione, sempre per l'Albrizzi) vennero spesso reimpiegati anche quando l'artista aveva lasciato la città natale.
Le illustrazioni per i libri e alcune incisioni non figurano nell'elenco del Le Blanc, a cominciare da quelle, condotte sui disegni del Marieschi ed eseguite in collaborazione con F. M. Tasso, raffiguranti i Funerali della regina Maria Clementina Sobieski, fatti a Fano databili posteriormente al 1735 (M. Pittaluga, Acquafortisti veneziani del Settecento, Firenze s.d. [ma 1953], p. 51).
Impegnativa è la parte avuta nella illustrazione delle Opere di J.-B. Bossuet, pubblicate a Venezia dall'Albrizzi fra il 1736 e il 1757, con la falsa indicazione di Argentina. In questo lavoro il C. si trovò accanto al Cattini, a B. Crivellari, C. B. Gregori, F. Marcello, C. Orsolini, M. A. Pitteri, F. Ricci, F. Sartori, A. e J. Schmützer, A. Zaballi e F. Zucchi: oltre al Ritratto del Bossuet nel primo volume, incise - da disegni di G. B. Piazzetta - per il secondo la testata con Lutero autorizza i riformatori a prendere le armi contro la fede cattolica (1738) e il finale con Putti con anatre (reimpiegato nel 1741 per le Poesie varie, per nozze Pisani-Sagredo, illustrate dal Piazzetta, dal Patrini, dal Cattini, dalla Sartori); per il terzo, il finale con Putti davanti ad un'urna (1738, reinciso nel sesto volume, 1747); e per il sesto, due finali con Putti con lancia e scudo (1747, reimpiegato per i Tributidi ossequio e di giubilo per nozze Canal-Contarini, 1752) e Putti con cane davanti a una tenda (reimpiegato nell'Apocalypse del Bossuet, 1748). Il C., il cuirecapito nel 1738 era "Alli Servi" (T. Temanza, Zibaldone [1738], a cura di N. Ivanoff, Venezia 1963, p. 4), incise quindi - dal Piazzetta - l'Allegoria della Nobiltà e del Matrimonio quale antiporta per le Poesie varie per nozze Gradenigo-Erizzo (1739, reimpiegata come antiporta del quinto volume delle Opere del Bossuet, 1742, della Raccolta di componimenti poetici, per nozze Soranzo-Contarini, 1752; dei Tributi di ossequio e di giubilo, per nozze Canal-Contarini, 1752; e dei Componimenti poetici, per nozze Renier-Manin, 1754, pubblicati dal Dorigoni sempre a Venezia). Il C. collaborò quindi all'intaglio dei rami delle Antiche statue greche e romane che nell'antisala della Libreria di S. Marco... si trovano, opera dei due Anton Maria Zanetti, il Vecchio e il Giovane, uscite fra il 1740 e il 1743 attraverso difficoltà d'ogni genere i cui rami furono messi in commercio anche tirati a parte (F. Borroni, Idue A. M. Zanetti, Firenze 1956, p. 19, con bibliografia precedente).
Al periodo viennese risalgono soprattutto incisioni di ritratti della famiglia e della corte imperiale (derivati da J.-E. Liotard che talvolta collaborò anche all'incisione), in cui spesso le donne sono rappresentate in costumi orientali secondo la moda del tempo. Fra i personaggi ritratti, alcuni erano già morti, come Giuseppe I ol'Arciduchessa Maria Elisabetta.
Il C. fu nuovamente associato al Cattini, al Crivellari, allo Zucchi, per l'illustrazione della Gerusalemme liberata del Tasso, edita nel 1745e detta comunemente "del Piazzetta" che ne è l'illustratore principale; per aderire ai disegni piazzettiani fu necessario basare la tecnica su linee profondamente intagliate, anziché incrociate o continue.
Si segnalano ancora le incisioni per le Dissertationes di Benedetto XIV (1751), con la collaborazione della Sartori, del Rivi, del Pitteri), i grandi finalini per le Poesie del felice ingresso di S. E. Gian Francesco Pisani (1763)con il Cattini, da disegni in parte del Piazzetta), e - da disegni del Piazzetta - i rami per le Poesie per nozze Manin-Dolfin (1765)con A. Zaballi), per le Poesie per "le gloriose nozze" Zorzi-Barbarigo (1765, con la Sartori) e per La Prudenza di G. Gozzi (s.d.).
Del genere ritrattistico coltivato nel periodo veneziano è notevole il Ritratto di Simone Contarini, da disegno di F. Pasquetti (Le Blanc).
Delle incisioni dalle opere della galleria di Dresda, che Nagler annovera tra le sue migliori, si citano: Davide e Golia, Il figliol prodigo, La dracma perduta, La parabola dei vignaioli, Tobia e l'angelo, La Samaritana (tutti da Domenico Feti); Bacco fanciullo (da Guido Reni); L'Ascensione e L'elemosina di s. Rocco (da Annibale Carracci); S. Rocco soccorre gli appestati (da C. Procaccini); Giuseppe e la moglie di Putifarre (da S. Cantarini); Il Vecchio e il Nuovo Testamento (da A. Vaccari); L'adultera (da B. Biscaino); La Maddalena (da P. Batoni); La pastorella addormentata (da G. Crespi); S. Giorgio rifiuta di sacrificare agli idoli (da P. Rotari); La madre di famiglia sassone (da Ch. Hutin); L'incredulità di s. Tommaso (da Mattia Preti), terminata da Beauvarlet; la Sacra Famiglia (da C. Procaccini), eseguita tra il 1788e il 1795, molto probabilmente l'ultima della serie.
Delle miniature del C., invece, che pure ai suoi tempi ebbero grande fama (Keller) e che anzi dai contemporanei erano apprezzate assai più delle sue incisioni (Prangens, 1778), sono oggi noti solo pochissimi esemplari, peraltro non identificati. Del periodo di Monaco si conoscono due lavori eseguiti per il principe Massimiliano: Erodiade con la testa del Battista, da Tiziano, e Endimione dal Gabbiani. Sono del tempo di Dresda i ritratti di Augusto III e quello del suo Feldmaresciallo; Giuseppe e la moglie di Putifarre (dal Cignani), una delle sue miniature più tarde, presentata all'esposizione di Dresda del 1781. Fra i disegni in miniatura eseguiti tra il 1788eil1795(elencati dal Kläbe) si citano: una Sacra Famiglia, un disegno da Henri de Bois, un disegno acquerellato (sempre in miniatura) da Mieris, una Maddalena da van der Werff, completata all'età di settantasette anni e in condizioni di salute ormai precarie.
Fonti e Bibl.: Oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlex., V, p. 435 si veda: Dresda, Arch. della Akademie für Bildende Künster, ms.: C. L. von Hagedorn, Betracht. über den gegenwärtigen Zustand der Künste in Sachsen [1763]; F. Basan, Dict. des graveurs…, I, Paris 1767, pp. 101 s.; C. H. de Heinecken, Nachrichten von Künstlern und Kunstsachen, Leipzig 1768, I, pp. 208, 218; Id., Idée générale d'unecollection complète d'estampes, Leipzig-Wien 1771, p. 62; Winckelmanns Briefe an seine Freunde mit einigen Zusätzen..., a cura di K. W. von Dassdorf, Dresden 1777, p. 590; Chr. F. Prangens, Entwurf einer Akad. der bild. Künste, Halle 1778, p. 362; J. G. Meusel, Deutsches Künstlerlexikon..., Lemgo 1778, pp. 20 s.; J. R. F[üssli], Allgem. Künstlerlexikon, Zürich 1779, p. 126; J. G. Meusel, Miscellaneen..., (Erfurt), II (1781-82), p. 365; Id., Neues Museum (Leipzig), I-IV (1794-1795), p. 233; H. Keller, Nachrichten von allen in Dresden lebenden Künstlern, Leipzig 1788, pp. 18-22; F. Basan, Dict. des graveurs, I, Paris 1789, p. 112; C. H. von Heinecken, Dictionnaire des artistes, III, Leipzig 1789, p. 539; J. G. A. Kläbe, Neuestes - gelehrtes Dresden ..., Leipzig 1796, pp. 16, 19; C. H. Rost, Handbuch für Kunstliebhaber, Zürich 1799, IV, p. 167; M. Huber, Handbuch für Kunstliebhaber und Sammler, IV, Zürich1799, pp. 167-169; J. G. Meusel, Arch. für Künstler, I, Dresden 1803, p. 167; C. G. J. Haymann, DresdenSchriftsteller und Künstler, Leipzig 1809, p. 387; G. A. Moschini, Dell'incisione in Venezia [prima del 1830], Venezia 1926, pp. 66, 78, 84 s., 150 (si confonde l'attività del C. con quella del suo omonimo); G. K. Nagler, Neues Allgem. Künstlerlex., II, München 1835, p. 370; J. G. A. Frenzel, Sammlung... Franz von Sternberg-Manderscheid, I-IV, Dresden 1836-42, passim;Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 72 (elenca 28 stampe); J. A. Romberg-F. Faber, Conversationslex. für bildende Kunst, III, Leipzig 1843, pp. 87-120, passim;J.Heller, Prakt. Handbuch für Kupferstichsammler, Leipzig 1850, p. 106; P. J. Mariette, Abecedario..., I, Paris 1851-53, p. 293; M. Wiessner, Festschriftder Akademie..., Dresden 1864, pp. 42, 67; A. Andresen, Handbuch für Kupferstichsammler, I, Leipzig 1870, p. 221; R. Portalis-H. Beraldi, Lesgraveurs du dix-huitième siècle, I, Paris 1880, p. 263; E. Leisching, Die Bildnisminiatur in Oesterreich1750-1850, Wien 1907, pp. 41 s., 57; E. Lemberger, Die Bildnisminiatur in Deutschland 1550-1850, München 1910, pp. 163, 172; Id., Meisterminiaturen aus 5Jahrhunderten, Stuttgart 1911, pp. XX, 163, 172, 189, e App., p. 21; L. Schidloff, Die Bildnisminiatur in Frankreich, Wien-Leipzig 1911, App., p. 273; R. Pallucchini, Mostra degli incisori veneti del Settecento (catal.), Venezia 1941, pp. 33, 99; M. Lanckorońska, DieVenezianische Buchgraphik des XVIII. Jahrh.s, Hamburg 1950, p. 14, nn. 28, 43, 151; W. D. Maxwell-A. C. Sewter, Idisegni di G. B. Piazzetta nella Biblioteca Reale di Torino (ediz. ital. in coll. con M. P. Nazari di Calabiana), Roma 1969, pp. 26, 32 n. 9, 40 n. 35, 51 n. 82, 52, 87-90, 53 n. 94. Con l'avvertenza che i due Giuseppe Camerata sono fusi in una sola persona e pertanto confusi nella loro attività, si veda: A. Calabi, La gravure italienne au XVIIIe siècle, Paris 1931, pp. 37, 52; G. Morazzoni, Il libro illustrato veneziano del Settecento, Milano 1943, pp. 121, 196, 215, 241, 262, 277, 278, 301, 309; T. Gasparrini Leporace, Illibro illustrato nel Settecento a Venezia. Biblioteca nazionale Marciana (catal.), Venezia-Milano 1955, ad Indicem.