BORGHI, Giuseppe
Letterato, nato a Bibbiena il 4 maggio 1790, morto a Roma il 30 maggio 1847. Studiò nel seminario di Castiglion Fiorentino, dove, a 18 anni, fu maestro di rettorica; poi, divenuto sacerdote, sottobibliotecario alla Riccardiana di Firenze; in seguito, soggiornò a Roma, a Napoli, a Palermo - dove tenne un corso di letteratura dantesca -, ad Arezzo, a Parigi. Appartenne al circolo fiorentino del Vieusseux, curò alcune edizioni per il Le Monnier e allargò la scelta delle poesie del Parini fatta dal Giusti. Nel 1826, la censura proibì uscisse sull'Antologia una sua risposta, in terza rima, al Lamartine; ché egli lamentava fra l'altro che per cagione degli stranieri in Italia fosse "proscritto anche il pensiero". Scrisse molte rime, commenti a Dante e al Petrarca, e una prolissa e incompiuta opera sulla Storia italiana dall'anno primo dell'era cristiana al 1840, in parecchi volumi; ma soprattutto la sua fama è raccomandata alla versione delle Odi di Pindaro e agl'Inni Sacri. La prima - edita in parte nel 1822, intera nel 1824 e riveduta nel 1827 - ha pregi di facilità ed eloquenza, che le meritarono il premio dell'Accademia della Crusca; ma è facile riscontrarvi frequenti infedeltà - dovute anche alla poca conoscenza che aveva il B. della lingua greca -, scelta inopportuna di metri e stile spesso inefficace. La sua cosa migliore sono gl'Inni sacri, dei quali pubblicò tre nel 1829, la Fede, la Speranza e la Carità, e ben 21 nel 1831; in strofe di settenarî, ottonarî, decasillabi, con molti sdruccioli e tronchi; tutti fluidi e armoniosi, ma freddi e superficiali. Vi si celebrano la Trinità, i benefizî della preghiera, l'Eucaristia, alcuni santi e beati; e furono sempre affiancati agl'Inni del Manzoni in tutte le numerose raccolte del tempo. Il Manzoni, anzi, dopo che il B. ebbe composta l'Eucaristia, rinunziò a scrivere un inno sul Corpus Domini, cui lo esortava il Rosmini. Ammiratore entusiasta del Manzoni il B. chiamò i classicisti cocciuti e arrabbiati una "immane schiera e proterva che abbaiava forte alla luna, mentre ella pel cielo risplendeva più bella".
Bibl.: G. Fraccaroli, Sulla traduzione di Pindaro di G. B., Palermo 1875; C. Calderone, Il Borghi in Sicilia, Palermo 1886; E. S. Martini, Le Odi di Pindaro tradotte da G. B., Genova 1899; N. Vaccalluzzo, G. B. e il suo corso di letteratura dantesca all'Università di Palermo, in Saggi e documenti di letteratura e storia, Catania 1924, pp. 124-44; B. Croce, Storia della storiografia italiana nel sec. XIX, I, Bari 1921, pp. 95-96.