BERRUTI, Giuseppe
Nacque a Chivasso il 30 nov. 1841 da Giovan Battista, medico, e da Leocadia Foassa. Laureatosi nel 1864 in medicina e chirurgia presso l'università di Torino, dopo un periodo di cinque anni trascorso a Chivasso esercitando la professione privatamente e presso l'ospedale, fu nominato assistente della cattedra di ostetricia e ginecologia dell'ateneo torinese, diretta da D. Tibone: qui il B. tenne, tra il 1872 e il 1878, corsi liberi di ginecologia e pediatria, e nel 1877 conseguì la libera docenza in ostetricia e ginecologia.
Il B. si dedicò particolarmente alla chirurgia ostetrico-ginecologica, legando il suo nome a uno dei primi parti cesarei che furono eseguiti in Italia su donne rachitiche (1876), all'introduzione nella clinica italiana della isterectomia totale alla Bardenhauer (Primo caso di estirpazione totale dell'utero eseguita in Italia con il processo Bardenhauer, Torino 1884), all'applicazione di una modificazione personale del metodo Alexander-Alequie per il raddrizzamento dell'utero retrodeviato (Sulla operazione di Alexander negli spostamenti uterini, Torino 1889). Suo merito incontestabile fu, soprattutto, quello di aver sostenuto e diffuso le idee di E. Wertheim sulla possibilità di intervenire chirurgicamente su donne affette da cancro dell'utero diffuso all'addome: egli infatti, dopo aver preferito inizialmente l'intervento di istero-annessiectomia per via vaginale, adottò il metodo dello svuotamento pelvico consistente nell'escissione del focolaio neoplastico e dei tessuti e organi che lo circondano e che possono esserne infiltrati, contribuendo così a trasformare la chirurgia ginecologica in chirurgia addominale, con la conseguente possibilità di curare pazienti prima ritenute inoperabili (Sulla operabilità del cancro dell'utero…, Torino 1902).
Il B. acquisì dei meriti anche nel campo della medicina sociale, dedicandosi alla organizzazione di ospedali ed enti assistenziali con l'esperienza tratta dalle visite compiute nelle migliori istituzioni nosocomiali durante i suoi viaggi in Francia, in Inghilterra, in Germania, in Svizzera: nel 1871, infervorato dalle idee professate da G. Barellai, fondò l'ospizio marino piemontese per i bambini scrofolosi; nel 1879 ideò un ospedale riservato alla cura delle donne e dei bambini, la cui costruzione fu iniziata nel 1883 con l'approvazione del principe Amedeo di Savoia e che fu inaugurato il 1° ag. 1887 col nome di ospedale Maria Vittoria, il primo del genere in Italia. Il B. contribuì inoltre all'istituzione dell'Associazione medica nazionale e alla fondazione della Società di previdenza dei medici italiani e del Collegio degli orfani dei sanitari d'Italia.
Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, il B. fondò, insieme con Bechis e Boetto, la Gazzetta medica di Torino, che diresse dal 1871 al 1890; fu anche direttore della Rivista di ostetricia, ginecologia e pediatria e del Giornale di ginecologia e pediatria. Egli fu socio dell'Accademia dei Fisiocritici di Siena, dell'Accademia reale di medicina di Torino, dell'Accademia medico-chirurgica di Napoli, dell'Accademia medica di Roma e di quella di Ferrara, socio corrispondente della Società medico-chirurgica di Bologna, socio fondatore della Società italiana di chirurgia. Morì a Torino il 15 apr. 1911.
Bibl.: L. Bergesio, Commem. del prof. G. B., in Giornale della R. Acc. di medicina di Torino, LXXIV (1911), pp. 103-111; T. M. Caffaratto, G. B. e lo svuotamento del bacino,in Minerva ginecologica, IX (1957), pp. 721 s.; R. Bettica Giovannini, L'opera del ginecologo G. B., in Studi di storia ospedaliera piemontese, Torino 1958, pp. 63-107;A. Hirsch, Biographisches Lexicon der hevorragenden Aerzte…, Berlin-Wien 1929, I, pp.497 s.