BARCA, Giuseppe
Scarse le notizie della sua vita, che si desumono pressoché totalmente dalla nota biografica (p. 92) apposta dall'editore F. Ghisolfi al suo Breve compendio di fortificazione moderna (Milano 1639). Il B. pare nato intorno al 1595, giacché morì nel 1639 all'età di "circa 44 anni"; fu ufficiale al servizio della Spagna (nella testata del suo libro è indicato come "tenente generale d'artiglieria per S. M. Catholica nello Stato di Milano"); partecipò a operazioni militari (cfr. l'epigramma di Paolo Ghezzi compreso anch'esso nel Breve compendio ...).Nel 1634 è firmatario con altri degli Ordines et statuta del Collegio degli ingegneri di Milano. Il 23 giugno 1638 fu ferito a una gamba durante l'assedio di Vercelli e morì il 10 marzo 1639.
Quasi tutti gli autori (Mazzuchelli, Argelati, Comolli, Zani) lo dicono nipote di Pietro Antonio Barca o addirittura figlio (Mezzanotte-Bascapè), mentre dal trattato stesso risulta che di Pietro Antonio il B. fu zio (sempre che non si tratti di un caso di omonimia, risultando il B. assai più giovane del supposto nipote). L'osservazione era già stata fatta dal Promis, il quale precisa inoltre che il B. non potè aver partecipato all'assedio di Trino, come voleva l'Irico, perché questo avvenne dopo la sua morte. Lo Zani lo dice, non si sa su quale fonte, operoso dal 1617.
Fu professore di matematica all'Accademia palatina a Milano; l'Irico lo dice "militaris architecturae peritissimus"; èricordato specialmente per il nominato trattato sulle fortificazioni, pubblicato postumo con una dedica del nipote Pietro Antonio al governatore di Milano D. de Leganes. Si tratta di un'opera tecnica, nella quale l'autore si dichiara seguace dei Francesi e degli Olandesi per l'uso delle tavole logaritmiche neperiane da lui per il primo introdotte in Italia. L'opera èinterrotta al cap. XV dove si tratta delle "fortificazioni coronate"; malgrado non sia rifinita, dovette godere di una certa fortuna perché ne fu tirata una seconda edizione nel 1643 (N. Tebaldini, Bologna), con dedica di un Carlo Manolessi al conte Francesco Altieri, governatore generale delle armi nelle Marche.
Il B. esplicò anche una modesta attività d'architetto; è infatti ricordato come esecutore a Milano di una cappella di S. Romano, ora demolita, che era attigua alla chiesa di S. Babila (VoRmer, in Thieme-Becker; Mezzanotte-Bascapè); sempre che questa notizia non derivi dalla confusione con l'attività di Pietro Antonio, che nel 1631 è retribuito per lavori nella chiesa di S. Romano.
Bibl.: G. A. Irico, Rerum patriae libri III, Mediolani 1639, III, p. 371; F. Argelati, Bibl. script. Mediolan., Mediolani 1745, 1, 2, col. 121; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 325; A. Comolli, Bibliogr. storicocritica dell'architettura civile ed arti subalterne,Roma 1791, III, p. 5, P. Zani, Encicl. metodica.... delle Belle Arti, 1, 3, Parma 1820, p. 74; M. d'Ayala, Bibliogr. militare ital.,Torino 1854, p. 84; C. Promis, Biogr. d'ingegneri militari ital...., Torino 1874, pp. 831 Ss.; P. Mezzanotte-G. Bascapè, Milano nell'arte e nella storia,Milano 1948, pp. 591 1009; P. Riccardi, Biblioteca matematica italiana, Milano 1952, p. 79; P. Mezzanotte, Storia del Collegio degli Ingegneri di Milano,Milano s.d. (ma 1960), pp. 32, 49; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 481.