FRASCHERI, Giuseppe Antonio
Nacque a Savona l'11 dic. 1809 da Francesco e Antonia Vivaldi. Allievo dal 1825 al 1828 dell'Accademia ligustica di belle arti di Genova, nel 1829, grazie ad una pensione assegnatagli dal Comune di Savona andò a studiare all'Accademia di belle arti di Firenze con G. Bezzuoli, noto per aver introdotto le prime nozioni del romanticismo francese nell'ambiente fiorentino. Dopo una permanenza a Roma, dove ebbe probabilmente occasione di incontrare V. Camuccini e F. Coghetti, dal 1836 operò a Genova nell'ambito dell'Accademia ligustica, partecipando alle mostre annuali organizzate dall'istituto. Dapprima allievo del corso di nudo e di pittura, dal 1839 venne nominato accademico di merito e reggente della scuola di pittura. Nel 1842 fu eletto direttore dell'Accademia e nel 1851 gli fu affidata la nuova sezione "di pittura-colorito", che diresse fino al 1869. Suoi allievi furono G.U. Borzino, A. Caorsi, G. Ferrari, B. Torrelli.
Dopo l'iniziale formazione tardo-neoclassica, l'esperienza fiorentina lo portò ad aderire alla pittura romantica di storia, con preferenza per le tematiche letterarie. Una volta rientrato a Genova, presentò all'Esposizione dell'Accademia ligustica del 1836 Paolo e Francesca scoperti da Gianciotto (Savona, palazzo del Municipio), prima delle ripetute versioni di questo episodio dantesco. Chiaramente ispirato a J.-A.-D. Ingres, il dipinto, per le implicazioni emozionali e intimistiche, rappresenta un tributo a uno dei temi più diffusi del romanticismo di ispirazione letteraria.
L'allargarsi dell'orizzonte pittorico al di fuori dei confini italiani, particolarmente in Francia e in Inghilterra, dove il F. soggiornò a più riprese soprattutto in seguito al matrimonio con l'inglese Annetta Bracken, favorì il suo orientamento verso un sensualismo decadente, tipico del romanticismo ufficiale degli anni Quaranta. Amò i temi cari ad A. Scheffer, esponente della pittura romantica francese tendente al patetismo, assunto come modello per un'altra opera sempre di derivazione dantesca, intitolata Dante e Virgilio incontrano Paolo e Francesca (Genova, Galleria di arte moderna), presentata all'Esposizione dell'Accademia ligustica del 1846, insieme con La Pietà e con i ritratti dello scultore Santo Varni e del Reverendo Piccaluga (Mostra di pittura…, 1926, p. 38).
Di questo soggetto dantesco esistono diverse versioni autografe di formato minore (una conservata nella Galleria civica di Savona, due nella Pinacoteca civica di Imperia e un'altra, datata 1850, presso la Galleria di arte moderna di Genova), alcuni studi preparatori (Genova, Museo di Palazzo Rosso, Gabinetto dei disegni e delle stampe) e una incisione a bulino di R. Granara.
Anche se il F. non condivise appieno il preziosismo dei preraffaelliti, un contatto con il movimento inglese è riscontrabile in studi come Amore e Psiche, Sogno del 1850 e Idillio (tutti a Genova, Museo di Palazzo Rosso, Gabinetto dei disegni e delle stampe). Più importanti sembrano invece i rapporti con rappresentanti del maturo romanticismo britannico, quali W. Etty, W. Dyce, Ch. Eastlake. Dopo gli anni Cinquanta la sua vena pittorica si indirizzò verso un cromatismo più libero, dagli impasti più sciolti, come testimoniano i dipinti ispirati alle vicende di Pia de' Tolomei: Pia de' Tolomei nel castello di Maremma (Genova, collezione privata), dove la pausata cadenza compositiva è resa vibrante dalla ricerca luministica, o La partenza di Pia de' Tolomei dalla casa paterna (Savona, palazzo del Municipio).
Molto apprezzato come ritrattista, il F. ricevette numerose commissioni sia in Italia sia all'estero. Mentre delle opere del periodo inglese non si ha una documentazione adeguata, tra quelle italiane sono da segnalare: Ritratto dell'attore Tommaso Salvini (Savona, Pinacoteca civica), Ritratto di Andrea Doria e Ritratto di bambina (rispettivamente un acquerello su carta e un olio su cartone, Genova, Museo dell'Accademia ligustica di belle arti), Autoritratto (1865 c., Firenze, Uffizi), Marchesa Emilia Negrone Centurioni (Genova, Galleria di arte moderna), Luigi Coltelletti del 1873 e il disegno rappresentante Paolo Giacometti (entrambi a Genova, Museo del Risorgimento), Giuseppe Garibaldi del 1855 (Mostra di pittura…, 1926, p. 39 n. 129), esposto a Firenze nel 1911 alla Mostra del ritratto italiano e riprodotto in litografia da P. Barabino.
Nell'ultimo periodo della sua attività il F. si orientò verso la pittura di genere, testimoniata dal curioso dipinto La pappa (Savona, Pinacoteca civica), senza per altro contraddire la sua iniziale impostazione di tipo ingresiano, stemperata in un linguaggio genericamente verista, come si andava diffondendo nella pittura italiana nella seconda metà del secolo. Il F. dimostrò inoltre scarsa propensione sia per la pittura d'impegno ufficiale, laica o religiosa, sia per l'affresco. Al di là degli indubbi limiti della sua pittura caratterizzata da un patetismo un po' esteriore, il F. fu personalità significativa nell'ambiente della cultura tardo-romantica genovese contribuendo, con la sua attenzione per la cultura europea e la sensibilità per il dato naturale, ad allentare il legame con la tradizione classica e a dare all'arte locale un nuovo indirizzo romantico.
Il F. morì a Sestri Ponente il 2 luglio 1886.
Tra le opere pittoriche di soggetto storico-romantico, alcune delle quali ispirate alla storia artistica genovese, si ricordano il Torneo di Marco e Ottorino Visconti (1835) per il sipario del teatro di Acqui (Magazzino pittorico universale, II [1835], 47, pp. 186 s.), Biagio Assereto cancelliere della Repubblica di Genova presenta al duca di Milano i frutti della vittoria ed i reali prigionieri, esposto nel 1839 (Federico Alizeri…, 1988, p. 151), Pellegro Piola, Luca Cambiaso che riceve il diniego di sposare la cognata (Mostra di pittura…, 1926, p. 38), Scena storica (Genova, Galleria di arte moderna), Amedeo III che rinuncia alla corona dei Savoia (1877) e Papa Eugenio III benedice le armi ad Amedeo III prima della crociata (Mostra di pittura…, 1926, nn. 135, 137, pp. 39 s.). Tra gli impegni decorativi, si ricordano gli affreschi Vittorio Emanuele I riceve l'omaggio dei patrizi genovesi e Le suppliche del popolo dipinti per la sala delle udienze nel palazzo reale di Genova.
Altre opere del F. si conservano nella Pinacoteca civica di Imperia (La Fede e le corporazioni d'arte, bozzetto per il concorso per la volta del teatro Carlo Felice a Genova, 1860 circa), nel Museo dell'Accademia ligustica di belle arti (Studio di nudo maschile), oltre che in numerose collezioni private. Tra le opere raccolte dallo scomparso collezionista genovese R. Pittaluga, si ricordano Il prigioniero politico (1847), La confessione della monaca, premiata con una medaglia all'Esposizione di Firenze del 1861, L'aurora, Francesca da Rimini (Mostra di pittura…, 1926, p. 40 nn. 140-143), La partenza di Gian Luigi Fieschi dal palazzo di Via Lata, Francesca da Rimini (attr.) e numerosi disegni (Rocchiero, 1981, p. 99).
Fonti e Bibl.: M. Staglieno, Memorie e documenti sulla Accademia ligustica di belle arti, Genova 1862, pp. 226, 244; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Accademia, I, Genova 1864, pp. 139 s., 218, 259; III, ibid. 1866, pp. 429-431, 434; Mostra di pittura ligure dell'Ottocento (catal.), a cura di M. Labò, Genova 1926, pp. 38-40; A. Cappellini, La pittura genovese dell'Ottocento, Genova 1938, pp. 15, 25, 29, 48-52; Mostra dei pittori liguri dell'Ottocento (catal.), a cura di O. Grosso, Genova 1938, p. 47; V. Rocchiero, G. F., in Liguria, 1958, nn. 4 s., pp. 9-12; F. Sborgi, Pittura e cultura artistica nell'Accademia ligustica a Genova 1751-1920, Genova 1974, pp. 46 s., 63 n. 106, 66 n. 135; Pittura neoclassica e romantica in Liguria 1770-1860 (catal.), a cura di F. Sborgi, Genova 1975, pp. 132-140, nn. 142-155; Dante e l'arte romantica. Nazareni. Puristi. Preraffaelliti (catal., Torre de' Passeri), Milano 1981, pp. 102 tav. X, 147; V. Rocchiero, Scuole, gruppi, pittori dell'Ottocento ligure, Roma-Genova-Savona 1981, pp. 99 s. (con bibl.); G. Bruno, La pittura in Liguria dal 1850 al divisionismo, Genova 1982, pp. 9-12, 25, 445 s.; La pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, II, Genova 1987, pp. 384 ss., 390 ss., 396, 398, 403, 404, 421, 423 (con bibl.); Museo del Risorgimento (catal.), a cura di L. Morabito, Savona 1987, pp. 135 n. 206, 318 s. n. 873; Federico Alizeri (Genova 1817-1882) un "conoscitore" in Liguria…, Atti del Convegno, Genova 1985, a cura di M. Dalai Emiliani, Genova 1988, pp. 151, 158, 210, 211, figg. 26, 46; Il Museo dell'Accademia ligustica di belle arti. La pinacoteca (catal.), a cura di E. Baccheschi, Genova 1988, pp. 128, 243, figg. 142 s.; La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, I, pp. 26-28, 30, 43, tavv. 25 s.; II, pp. 835 s. (con bibl.); G. Costa, Pittori liguri dell'800 e del primo '900, dizionario e valori, Genova, 1994, p. 62; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 392; A.M. Comanducci, Diz. ill. dei. pittori… ital. moderni e contemp., Milano 1971, II, pp. 1291-1293; Dizionario degli artisti liguri… dell'Ottocento e del Novecento, a cura di G. Beringheli, Genova 1991, p. 130.