Critico e poeta (Monte San Savino 1862 - Roma 1928). Discepolo di Carducci, amico di D'Annunzio e Scarfoglio, esordì come poeta con la raccolta Minime (1882) e collaborò ai principali giornali letterarî romani, dalla Cronaca bizantina al Fanfulla della Domenica, distinguendosi per un'ansia di rinnovamento che trovava espressione nell'entusiasmo per le dottrine darwiniste. Dedicatosi all'insegnamento secondario, si trasferì nel 1884 ad Ascoli Piceno, dove l'anno dopo si convertì al cattolicesimo (sarebbe poi divenuto terziario francescano), quindi ad Albano e di nuovo a Roma, dove nel 1900 ottenne la cattedra di stilistica all'università; dal 1923 insegnò letteratura italiana all'univ. cattolica di Milano. La sua fervida religiosità è testimoniata dalle raccolte di liriche Canzoniere civile (1889) e Ricordi dell'umile Italia (1918); la sua opera di studioso riesce efficace soprattutto nell'affrontare autori che S. sentiva affini a sé nell'anelito spirituale (La poesia giovanile e la canzone d'amore di Guido Cavalcanti, 1895; Sulla vita giovanile di Dante, 1901; Ricordi di s. Francesco d'Assisi, 1927). Tra le edizioni postume si ricordano la scelta di Liriche e saggi a cura di C. Calcaterra (3 voll., 1933) e le Lettere a cura di N. Vian (2 voll., 1976). Nel 1957 è stato avviato il processo di beatificazione.