GIUNTI, Giulio
Nacque a Cagliari il 23 marzo 1904 da Lorenzo e da Luigia Birocchi. Laureatosi in medicina e chirurgia presso l'Università di Roma nel 1927, iniziò la sua attività scientifica nell'istituto di anatomia patologica dell'Università di Cagliari diretto da A. Businco. Conseguita la libera docenza nella disciplina nel 1934, fu aiuto del maestro presso l'Università di Palermo, quindi fu incaricato dell'insegnamento dell'anatomia patologica e della direzione del relativo istituto nell'ateneo di Cagliari nel 1938. In questa sede, superato l'anno successivo il relativo concorso, rimase poi come straordinario fino al 1942, quando fu chiamato a Torino come professore ordinario di anatomia e istologia patologica. Tornato alla direzione della cattedra di Cagliari nel 1945, in questa Università fu preside della facoltà di farmacia dal 1945 al 1947 e di quella di medicina nel triennio 1947-50. Nel 1956 fu chiamato con voto unanime della facoltà medica a succedere a Businco alla direzione della cattedra di anatomia e istologia patologica dell'Università di Bologna, ove concluse la sua carriera scientifica e didattica.
Autore di circa 80 pubblicazioni scientifiche, il G. condusse una serie di ricerche caratterizzate tutte dall'estremo rigore metodologico e dalla moderna impostazione, riguardanti numerosi settori della patomorfologia e della patologia sperimentale.
Dopo i primi studi inerenti a vari temi di interesse anatomo-patologico e anatomo-clinico (Su l'apparato distrettuale respiratorio in funzione reticolo-endoteliale, in Haematologica, XI [1930], pp. 499-525, in collab. con A. Businco; Sulla laringite leprosa, in Il Valsalva, VII [1931], pp. 824-842, in collab. con E. Sechi; Rilievi anatomo-patologici su l'idronefrosi. Ureterite obliterante erara malformazione uretro-ureterale, in Arch. italiano di urologia, VIII [1932], pp. 499-514; Sulle cisti del pancreas (Contributo anatomo-patologico), in La Riforma medica, XLVIII [1932], pp. 905-911; Sulla tiroidite suppurativa (Considerazioni anatomo-cliniche), in Il Policlinico, sezione pratica, XXXIX [1932], pp. 1468-1472; Sulle neoplasie secondarie del midollo spinale (Contributo anatomo-patologico), ibid., sezione chirurgica, XL [1933], pp. 195-208, in collab. con T. Montali; Echinococcosi secondaria metastatica e broncogena dei polmoni (Studioanatomico e patogenetico), in Lo Sperimentale. Archivio di biologia, LXXXVIII [1934], pp. 415-439; Contributo anatomico e patogenetico all'epatite amebica infantile, in Riv. sanitaria siciliana, XXII [1934], pp. 995-1007; Alterazioni neuro-vegetative celiache e singolare atrofia surrenale (Contributo anatomico e patognetico al morbo di Addison), in Endocrinologia e patologia costituzionale, IX [1934], pp. 644-664), il G. affrontò l'allora attualissimo tema della leishmaniosi: osservata e descritta per la prima volta in Sardegna nel 1910, la malattia prospettava all'epoca pressanti problemi patologici, clinici e profilattici, specialmente nella sua varietà infantile. Sulla scorta delle osservazioni di ordine anamnestico, epidemiologico e morfologico macro e microscopico, e in base all'esame comparativo dei casi riscontrati in altre regioni, egli prospettò l'ipotesi dell'origine autoctona, cioè non di importazione, dell'infezione presentata dai 5 bambini (4 di sesso maschile e 1 femminile) di età compresa tra i 16 mesi e gli 11 anni da lui studiati, e focalizzò la sua attenzione sul costante reperto di epatosplenomegalia di notevole grado ancora non sufficientemente menzionata nella letteratura specialistica. Secondo il G., l'aumento di volume della milza, che ricordava quello descritto da Businco e da A. Folz in precedenti ricerche sulla malaria, sarebbe stato determinato dal progressivo incremento del tessuto reticolare, con conglutinazione delle sue fibre in cordoni più spessi e rigidi, e dalla sua metaplasia in tessuto collageno, con conseguente diminuzione dell'elasticità delle pareti dei seni venosi e loro successivo sfiancamento all'arrivo e al deposito delle forti scorie parassitarie in grado di favorirne la stasi e la dilatazione; un analogo meccanismo avrebbe spiegato anche l'aumento di volume del fegato, caratterizzato tuttavia da una reazione del reticolo di minore intensità e da un minor grado di metaplasia delle fibre radiali (Reperti anatomici nella leishmaniosi (leishmaniosi sarda), in Arch. italiano di anatomia e di istologia patologica, V [1934], pp. 53-75; Sul contegno delle "gitterfasern" nella epato-splenomegalia da Leishmaniainfantum, ibid., pp. 293-303; Contributo anatomico al kala-azar dell'adulto, in Arch. per le scienze mediche, LVIII [1934], pp. 393-420).
A seguito dei risultati di queste sue indagini, il G. estese le sue ricerche ai problemi di fisiologia e fisiopatologia splenica, in particolare ai fenomeni della splenocontrazione e della splenoriduzione. Con osservazioni condotte su 75 soggetti sardi ed emiliani, di varia età e di diverse condizioni generali e modificazioni locali patologiche, poté confermare la scarsissima dotazione di tessuto muscolare extravasale della milza umana e descrisse l'aumento del numero delle fibre e del loro spessore nei processi di sclerosi. A conclusione dei suoi studi, sostenuti anche da osservazioni sperimentali, il G. interpretò il fenomeno della splenocontrazione non come un processo attivo conseguente alla contrazione del tessuto muscolare dello stroma, bensì come l'espressione della retrazione elastica della milza dipendente da un diminuito afflusso di sangue all'organo per costrizione delle arterie, intimamente connesso a meccanismi nervosi (L'apparato elastico-muscolare dello stroma splenico in diverse condizioni patologiche (Considerazioni sulla splenocontrazione e sulla splenoriduzione), in Arch. italiano di anatomia e di istologia patologica, X [1939], pp. 123-149).
Interessanti ricerche il G. condusse anche sul comportamento del tessuto reticolare e di quello muscolare del polmone nei processi flogistici, in particolare nella polmonite fibrinosa e nella tubercolosi, nella quale illustrò la formazione e la degenerazione del tubercolo (Il tessuto reticolare nelle infiammazioni acute del polmone, in Pathologica, XXVIII [1936], pp. 198-201; Il tessuto reticolare nellatubercolosi polmonare, in Arch. italiano di anatomia e di istologia patologica, VII [1936], pp. 46-53; Il tessuto muscolare del polmone nelle infiammazioniacute (polmonite fibrinosa); ulteriore osservazione critica, in Lo Sperimentale. Archivio di biologia, XCIII [1939], pp. 329-350). Nel campo della tubercolosi meritano anche di essere ricordati lo studio, condotto in collab. con P. Spoto, Sulla trasmissione transplacentare della tubercolosi (nota preventiva), in Ginecologia, V (1939), pp. 261-304 e la sua descrizione di una interessante localizzazione vasale dell'infezione (Sull'aneurisma aortico tubercolare metaemorragico e su la tubercolosi vasale, in Lo Sperimentale. Archivio di biologia, XLII [1938], pp. 192-213).
Tra i vari altri lavori del G. si debbono ancora ricordare i suoi contributi alla patologia neoplastica (Fibroreticuloma della milza, in La Riforma medica, LII [1936], pp. 746-748; Contributo alla conoscenza degli istiocitomi dellatonsilla palatina (sui cosidetti "linfoepiteliomi di Schmincke"), in Tumori, XI [1937], pp. 201-230; Reperti similsarcoidosici in linfonodi tributari di neoplasie mammarie, in Arch. italiano di anatomia e di istologia patologica, XXXVIII [1964], pp. 19-46, in collab. con A.M. Mancini e M. Fontanili; Sul granuloma eosinofilo dello scheletro. Dati clinico-anatomici e considerazioni istogenetiche su 41 casi, in Chirurgia degli organi di movimento, LIX [1971], pp. 331-341, in collab. con G. Frizzera, A. Giunti e altri), alla sindrome tossica infantile (L'anatomia patologica dell'intossicazione alimentare infantile, in Rassegna medica sarda, XLI [1939], pp. 115-231), alla diagnostica delle malattie della tiroide (Possibilità di indagare l'attività funzionale della tiroide umana sumateriale bioptico con determinazioni microinterferometriche, in Boll. della Società italiana di biologia sperimentale, XLIII [1967], pp. 929-933, in collab. con A. Piccaluga e A. Capelli; Studio microinterferometrico sul grado diattività funzionale dei complessi otricolari tiroidei in diverse situazioni di "iperplasia" della ghiandola, in Arch. italiano di anatomia e di istologia patologica, XLI [1967], pp. 75-98, in collab. con A. Piccaluga e A. Capelli), alla conoscenza di particolari forme degenerative (Considerazioni patogenetichesulla calcinosi interstiziale diffusa del polmone, in Archivio De Vecchi per l'anatomia patologica e la medicina clinica, XXXII [1960], pp. 547-582, in collab. con A. Ganassi; Sulle ialinosi stromali di origine autoctona, intraconnettivale, in Arch. italiano di anatomia e di istologia patologica, XXXVI [1962], pp. 338-365).
Del G. si ricordano ancora le collaborazioni al Trattato di anatomia patologicaspeciale curato da A. Pepere e A. Businco, edito a Milano nel 1945-46 (Anatomia patologica delle vie di efflusso dell'urina, II, pp. 648-694; L'anatomia patologica dell'apparato genitale femminile, III, pp. 124-329; L'anatomia patologicadel sistema endocrino: tiroidi e paratiroidi, IV, pp. 42-96) e al trattato Anatomia patologica umana redatto da lui stesso e da Businco (Bologna 1949-50; 2a e 3a ed., ibid. 1950 e 1963-67).
A Bologna il G. fu rappresentante dell'Università nel consiglio d'amministrazione dell'ospedale Maggiore dal 1963 al 1970, membro del consiglio d'amministrazione dell'Università dal 1963 al 1965, preside della facoltà medica nel triennio 1965-68. Gli furono conferiti la medaglia d'oro per i benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte nel 1967 e il premio G.B. Morgagni della città di Forlì nel 1968. Nel biennio 1975-77 fu presidente della Società italiana di patologia. Collocato fuori ruolo per raggiunti limiti di età il 1° nov. 1974, si dimise poi volontariamente il 31 dic. 1978.
Il G. morì a Milano il 19 giugno 1985.
Fonti e Bibl.: Università di Bologna. Annuario dell'anno accademico 1984-85, pp. 287 s.; Pathologica, LXXVIII (1985), pp. 119-121.