GIANNELLI, Giulio
Nacque a Firenze il 31 ag. 1889 da Carlo ed Elvira Campolmi. Si laureò in storia antica nella stessa città, presso l'allora Istituto superiore di studi pratici e di perfezionamento, avendo come relatore L. Pareti: la tesi, sul sacerdozio delle vestali, venne prontamente pubblicata (Il sacerdozio delle vestali romane, Firenze 1913) e dette avvio ad altri, iniziali, studi di carattere storico e religioso culminati nel volume Culti e miti della Magna Grecia (ibid. 1924). Nel frattempo il G. si era perfezionato presso la Scuola archeologica italiana di Atene, di cui fu uno dei primi allievi. Ammesso alla Scuola nel 1914, durante il soggiorno in Grecia acquisì, fra l'altro, la conoscenza del greco moderno, per cui fu assegnato all'ufficio della censura a Brindisi durante la prima guerra mondiale.
Nel 1923 ottenne la libera docenza di antichità classiche (greche e romane) e fu incaricato di storia antica presso l'Università cattolica di Milano andando a occupare la cattedra lasciata libera da G. De Sanctis. I contatti e la collaborazione con De Sanctis continuarono nel progetto dell'Enciclopedia Italiana, cui partecipò fin dagli inizi.
L'illustre storico al quale, nell'ambito del progetto enciclopedico, era stata affidata la responsabilità della sezione di antichità classiche, ricorda, infatti, in una lettera inviata a G. Gentile da Pietra Ligure il 12 nov. 1925 (Cagnetta, p. 48 n. 49), che il G. aveva predisposto l'elenco delle voci relative alla mitologia greca e romana. La collaborazione del G. all'Enciclopedia Italiana non si limitò, comunque, alla partecipazione alla stesura del lemmario, ma lo vide autore di un numero elevato di contributi pari complessivamente a 170 voci relative alla storia antica e alle antichità classiche.
Sempre in questo ambito il G. si trovò coinvolto in una dura querelle legata alla stesura della voce Alessandro (III di Macedonia, Magno): fu, infatti, accusato di avere messo in evidenza l'omosessualità del personaggio. L'accusa venne avanzata da C. Di Marzio, segretario della Confederazione fascista dei professionisti e degli artisti, in una nota inviata, alla fine del 1932, direttamente a B. Mussolini, e da G.N. Serventi in un articolo La controrivoluzione nell'Enciclopedia apparso su Il Secolo fascista (1° maggio 1933). I bersagli veri degli strali polemici, che avevano toccato anche, e anzi soprattutto, la voce Cesare, Caio Giulio di M.A. Levi, erano comunque De Sanctis che, nel 1931, aveva rifiutato di giurare fedeltà al regime, e lo stesso Gentile.
Nel frattempo, sin dal 1925, il G. era divenuto professore ordinario e nel 1933 era stato chiamato a Firenze per succedere nella cattedra di storia greca e romana a L. Pareti; nella sede fiorentina rimase sino al collocamento a riposo nel 1964.
A seguito delle sue posizioni scientifiche e ideologiche, e probabilmente anche per le stesse polemiche dei primi anni Trenta, il G. non fu chiamato a collaborare alla Mostra augustea della romanità allestita a Roma (23 sett. 1937 - 23 sett. 1938) in occasione del bimillenario della nascita di Augusto e realizzata, a fini propagandistici, in un clima di forte esaltazione della romanità.
Nel secondo dopoguerra, nell'ateneo fiorentino, il G. ricoprì per alcuni anni la carica di preside della facoltà di lettere e filosofia e fu a lungo incaricato di storia romana presso la facoltà di magistero. Dal 1952 tenne anche corsi di storia antica a Lecce nei primi anni di quell'università. Dal 1959 al 1964 fu inoltre direttore della Scuola normale superiore di Pisa.
Il G. fu membro ordinario dell'Istituto di studi etruschi e italici (dal 1936), membro effettivo (dal 1942) nella classe di scienze storiche e filosofiche dell'Accademia toscana di scienze e lettere La Colombaria e socio benemerito della Società italiana per la diffusione e l'incoraggiamento degli studi classici.
Gli interessi scientifici del G. si indirizzarono prevalentemente verso la storia greca e romana e lo studio delle civiltà italiote; in particolare, dopo i primi, già ricordati, studi di carattere storico-religioso, il G. passò alla storia propriamente politica con contributi relativi alle guerre greco-persiane, mentre, nel campo specifico della storia romana si indirizzò quasi esclusivamente all'età repubblicana.
Tra i suoi lavori vanno ricordati almeno: La spedizione di Serse da Terme a Salamina (Milano 1924); La Magna Grecia da Pitagora a Pirro (ibid. 1928); La Repubblica romana (ibid. 1937), secondo volume della collana "Storia politica e sociale d'Italia" dell'editore Vallardi; Roma nell'età delle guerre puniche (Bologna 1938), secondo volume della "Storia di Roma" promossa dall'Istituto di studi romani; insieme con G. Pugliese Carratelli curò il volume La Grecia antica, gli Stati ellenistici e la Repubblica romana per la "Storia universale Vallardi" diretta da E. Pontieri (I, 2, Milano 1959). Curò anche una traduzione delle Lettere familiari (I-IV) di Cicerone (ibid. 1966) e un fortunato manuale di storia per le scuole medie superiori, Dagli antichi a noi, realizzato insieme con A. Olivetti, che ebbe varie edizioni nelle versioni per gli istituti tecnici, quelli magistrali, i ginnasi inferiori e le scuole di avviamento professionale (tutte pubblicate in prima edizione a Firenze, tra il 1932 e il 1937, presso l'editore Barbera). La sua memoria, comunque, è affidata soprattutto a due opere, ristampate più volte: Trattato di storia greca (Roma 1948) e Trattato di storia romana (ibid. 1953-56); di quest'ultimo il G. scrisse il primo volume (L'Italia antica e la Repubblica romana), mentre S. Mazzarino curò il secondo dedicato al periodo imperiale.
Il G. morì a Firenze il 18 marzo 1980.
Fonti e Bibl.: A. Neppi Modona, G. G., in Studi etruschi, XLVIII (1980), pp. 625 s.; M. Cagnetta, Antichità classiche nell'Enciclopedia Italiana, Roma-Bari 1990, pp. 48, 128, 164, 173; M. Barbanera, L'archeologia degli Italiani, Roma 1998, p. 218; Enc. Italiana, App. III, I, p. 750.