LOMBARDI, Giselda (in arte Leda Gys)
Nacque a Roma il 10 marzo 1892 da Giulio e Teresa Ilardi. Cresciuta in una famiglia piccolo-borghese, la L. si fece presto notare per la sua originale bellezza, definita da tratti mediterranei ma anche da un portamento elegante e raffinato.
Nel 1912 la madre della L. assistette, negli ultimi giorni di vita, Carlotta Poldi, madre del poeta Trilussa, vecchio amico di famiglia; in quell'occasione fu proprio quest'ultimo a notare la L., appena ventenne, per il "bel viso e le sue mani aristocratiche" (Dell'Arco), convincendola quindi a sostenere un provino per il cinema, che in quegli anni, in Italia, stava evolvendo da impresa artigianale a grande industria. Trilussa - che anagrammando il vero nome della L. ne coniò lo pseudonimo, Leda Gys - nel 1913 la presentò, pertanto, al direttore artistico della Celio Film (filiale della Cines) B. Negroni, il quale dette un giudizio positivo e la impegnò con una prima scrittura come "attrice giovane".
Il film d'esordio fu Dopo la morte (di G.C. Antamoro, 1913), nel quale la L. recitò un piccolo ruolo accanto alla già popolarissima Hesperia (Olga Mambelli). Seguirono altre due pellicole, sempre per la regia di Antamoro: Sfumatura (ancora con Hesperia) e Sua cognata (con I. Carloni Talli). Lo stesso anno, interpretò anche, come protagonista, alcuni film brevi, di modestissimo rilievo (Il gomitolo nero, Amore bendato, La tutela, La dama di picche). Il primo ruolo di spicco le fu affidato dallo stesso Negroni, che, sempre nel 1913, la diresse in Histoire d'un Pierrot, tratto dalla pantomima omonima di F. Beissier, musicata da P.M. Costa.
Il ruolo di Pierrot fu riservato alla "prima attrice" Francesca Bertini, ma la L., nel ruolo di Louisette, sartina innamorata e tradita, fu notata ed elogiata dalla critica.
L'anno successivo girò altri due film con la Bertini: L'amazzone mascherata e Rosee spine. Per tutto il 1914, fino all'inizio del 1915, rimase sotto contratto con la Cines.
Prese parte a diversi film che risentivano del clima patriottico alle soglie della guerra (Per non morire, I cavalieri moderni, Sempre nel cor la patria, La divetta del reggimento), ma anche alla commedia Leda innamorata (I. Illuminati, 1915), originale parodia delle dive cinematografiche del tempo, in cui dette prova di una eccellente attitudine nell'interpretare personaggi farseschi.
Dopo un ultimo ruolo nel film Marcia nuziale, per la regia di C. Gallone, la L. passò dalla Cines alla Caserini Film, per diventare prima attrice insieme con Mario Bonnard, primo attore, della nuova casa di produzione di Torino. Il fondatore, M. Caserini, e la moglie, l'attrice Maria Adele Gasperini, furono figure fondamentali per la formazione artistica della Lombardi.
Tra la fine del 1915 e i primi mesi del 1916, l'attrice interpretò, sempre diretta da Caserini, più di dieci film tra cui L'amor tuo mi redime, La pantomima della morte, Come in quel giorno…, Fiore d'autunno, Amore che uccide (questi ultimi tre girati in Spagna, dove la L. riscosse ampio successo).
Nella primavera del 1916, Bonnard, che con la L. formava ormai una coppia affiatata e benvoluta dal pubblico, lasciò la Caserini Film per un contratto più vantaggioso alla Cines; la L. decise di seguirlo e di far ritorno a Roma. Nasceva, in quegli anni, il fenomeno del "divismo" e il pubblico tendeva ad apprezzare più l'interprete che il valore del film; fu per questo motivo che, tra la fine del 1916 e il 1918, la L., ormai "diva" popolare e amatissima, firmò solo contratti a breve termine, valutando le offerte migliori.
Tra il 1916 e il 1918 girò più di dieci film tra i quali Amica (E. Guazzoni, 1916), Ananke (N. Oxilia, 1916), Laprincipessa (C. De Riso, 1917), Labohème (A. Palermi, 1917), Il treno di lusso (di e con Bonnard, 1917), La Leda senza cigno (di Antamoro, scritto da G. D'Annunzio, 1917), La donna che inventò l'amore (dal romanzo omonimo di Guido da Verona, 1917), Una peccatrice (di Antamoro, da un romanzo giovanile di G. Verga, 1918). Ma l'interpretazione di maggior rilievo, in quel periodo, fu senza dubbio nel film Christus (1916), dove, diretta ancora una volta da Antamoro, vestì con sobrietà e naturalezza i panni della Madonna, ottenendo unanime consenso da parte della critica.
Nel 1919, il distributore e produttore napoletano Gustavo Lombardo rilevò la casa di produzione napoletana Poli-Films salvandola dal fallimento e battezzandola Lombardo Film; per rilanciarla pensò di mettere sotto contratto proprio la L., che accettò la proposta. Tale sodalizio artistico era destinato a non sciogliersi, anche perché tra i due nacque una relazione sentimentale che sarebbe durata tutta la vita. La L. si trasferì a Napoli, nella casa del produttore, e i due si sposarono nel 1932.
Di quello stesso 1919 fu la commedia sentimentale Friquet, diretta da G. Zambuto; nel maggio del 1920 dall'unione della L. con Lombardo nacque Goffredo (anche lui poi produttore), ma la L. non interruppe il lavoro, prendendo parte a vari film, il più apprezzato dei quali fu I figli di nessuno (in tre episodi: L'inferno bianco, Suor Dolores, Balilla), per la regia di U.M. Del Colle, tratto dal romanzo di R. Rindi. Si alternarono, successivamente, interpretazioni farsesche e drammatiche, nelle quali la L. mostrò pregevoli doti di eclettismo.
Passò da soggetti di carattere comico-sentimentale come Mia moglie si è fidanzata, Lily Lolette o La trappola, al melodramma passionale La leoparda ferita (Del Colle, 1923). Tuttavia, il pubblico dimostrò chiaramente di preferirla nelle interpretazioni "leggere", per le quali il suo viso sbarazzino e la sua ingenua semplicità risultavano assai appropriati.
Il maggior successo artistico della carriera della L. arrivò con la commedia Santarellina, diretta nel 1923 da E. Perego, uno dei registi con cui più avrebbe lavorato in seguito.
Tratto dalla pièce teatrale Mam'zelle Nitouche di H. Meilhac e A. Millaud (1883), il film mostra la L. perfettamente a suo agio nei panni di una giovane attrice che tenta di sfuggire a un matrimonio combinato.
Nonostante in quegli anni l'industria cinematografica italiana stesse attraversando un periodo di forte crisi, che decretò la fine di molte case di produzione, la Lombardo Film riuscì a sopravvivere, soprattutto grazie alle prestazioni della L. sua prima attrice: la vena popolare dei suoi personaggi, ricchi di simpatia umana, continuò, infatti, a incontrare il favore del pubblico. Nel 1924 tornò a lavorare con A. Palermi in Coiffeur pour dames e Saitra la ribelle; l'anno seguente interpretò La fanciulla di Pompei e La cieca di Sorrento, ancora con la regia di Antamoro e Vedi Napoli e poi muori! di Perego. Sono questi i primi di una lunga serie di film ispirati alla retorica dell'ambientazione napoletana, di cui la L. divenne icona insostituibile, e che, propagandati da adeguati eventi promozionali, riuscirono a tener testa alle produzioni americane e francesi che avevano invaso il mercato italiano.
Alla luce del successo ottenuto, seguirono, nel 1926, Nina non fare la stupida e, l'anno seguente, Napoli è una canzone, entrambi di Perego; nel 1928, diretta da Del Colle, interpretò La madonnina dei marinari, film di grande successo, La regina del varietà e Napule… e niente cchiù!, ancora con la regia di Perego.
Nel giugno del 1928, la Lombardo Film fu affiancata da una nuova società Lombardo, la Titanus; il primo lungometraggio prodotto dal nuovo marchio fu Rondine, per la regia di Perego, nel quale "la regina dello schermo, Leda Gys, ha modo di incatenare l'attenzione dello spettatore con la sua arte raffinata, quasi spontanea, che la ha assisa tra i primi ranghi dell'arte muta" (Canziani, 1929).
Tuttavia, la pellicola uscì proprio mentre stava esplodendo il sonoro e rappresentò il canto del cigno per la L. che, come molte altre dive del muto, venne soppiantata dalla nuova generazione di interpreti "parlanti".
Il film con cui concluse la carriera (l'ultimo muto della Titanus), fu La signorina Chicchiricchì, diretto sempre da Perego nel 1929. Dopo questa data, la L. - che nel 1932, subito dopo le nozze, si trasferì con la famiglia a Roma - non apparve più sul grande schermo.
In sedici anni di intensissima carriera la L. aveva girato circa ottanta film, più della metà dei quali risultano perduti.
La L. morì a Roma il 2 ott. 1957.
Fonti e Bibl.: C. Canziani, recensioni a La madonnina dei marinari, in La Rivista del cinematografo, 1928, n. 7, e a Rondine, ibid., 1929, n. 4; M. Dell'Arco, La lunga vita di Trilussa, Roma 1951, p. 104; A. Bernardini, Titanus, la storia e tutti i film di una grande casa di produzione, Milano 1986, ad ind.; A. Bernardini - V. Martinelli, Leda Gys. Attrice, Milano 1987; Arch. del cinema muto italiano, a cura di A. Bernardini, Roma 1991, ad ind.; Il cinema muto italiano (i film degli anni Venti), a cura di V. Martinelli, Roma 1996, ad indicem.