FESTARI, Girolamo
Nato a Valdagno (Vicenza) il 12 ott. 1738 da Giuseppe, medico condotto, e da Margherita Tonelli, studiò medicina a Padova e Bologna e poi tornò nel paese natale ad esercitare la professione medica per tutta la vita. Di ampi interessi culturali, soprattutto in ambito scientifico, viaggiò a lungo in Italia ed Europa, e coltivò relazioni con celebri scienziati. Abbiamo notizia certa di alcuni dei suoi viaggi a Roma, dove conobbe l'archiatra pontificio N. Saliceti, a Napoli, interessato ad un'eruzione del Vesuvio, in Svizzera, dove accompagnò il senatore A. Querini.
Iscritto alla loggia massonica di Vicenza "I veri amici", partecipò alla vita della Comunità di Valdagno (nel 1772 divenne conservatore del Monte di pietà) e assunse un ruolo di punta nella valorizzazione delle acque minerali di Recoaro, delle quali nell'agosto 1778 fu nominato dalla Repubblica medico sopraintendente: per vent'anni inviò puntuali osservazioni sulle loro facoltà medicinali ai provveditori alla Sanità di Venezia. promosse migliorie tecniche della fonte, sollecitò dal doge P. Renier la costruzione di una nuova carrozzabile da Recoaro a Valdagno, dove alloggiavano in gran numero gli ospiti, spesso anche illustri, provenienti da tutta Europa per la cura delle acque.
Tra i suoi scritti inediti, amorevolmente conservati dai nipoti Girolamo e Giuseppe, ce ne sono appunto due concernenti "il metodo più ragionevole ed acconcio per bever l'acqua di Recoaro a chi ne abbisogna" e "le qualità chimiche delle stesse acque e le mediche facoltà loro" (si tratta in questo caso di una lettera indirizzata il 20 luglio 1785 all'ambasciatore del granduca di Toscana). Nel 1846 il pronipote Ludovico stampò nel Memoriale della medicina contemporanea (Venezia, XV, pp. 189-245) un trattatello del F.: Delle facoltà medicinali delle acque di Recoaro. Memoria postuma preceduta da cenni biografici ... e da alcune riflessioni sulle antiche e moderne dottrine mediche relative all'azione e cura delle medesime acque, uno dei contributi più rilevanti della ricca pubblicistica, settecentesca ed ottocentesca, sulle celebri acque minerali del Vicentino.
La sua vera vocazione scientifica fu la geologia (od "orittologia", come si chiamava allora): una scienza giovane e di grande suggestione all'interno del movimento illuminista veneto, che promosse in tutta la Repubblica una vera e propria corsa alla "scoperta del territorio" e che ebbe proprio nella provincia di Vicenza i suoi più brillanti cultori, A. Fortis e G. Arduino. Amico dell'"orittologo" svizzero H. B. de Saussure, che accompagnò in un sopralluogo ad un singolare fenomeno geologico nella zona di Valdagno, e di altri scienziati italiani e stranieri, compì molte escursioni sui colli vicentini e friulani: fecondi di risultati scientifici furono i suoi itinerari orittologici nelle valli dell'Agno e del Chiampo in compagnia del Fortis.
Frutto di questa lunga ed appassionata frequentazione di rocce e vulcani spenti furono una splendida collezione di fossili e minerali, il Saggio di osservazioni sopra alcune montagne altissime del Vicentino confinanti collo Stato austriaco, pubblicato nel 1773 sul Giornale d'Italia di F. Griselini (IX, pp. 332-341, poi ristampato nella Raccolta di memorie chimico-mineralogiche-metallurgiche e orittologiche di G. Arduino, Venezia 1775, pp. 1-27, e anche, tradotto in francese, nel volume del Fortis Mémoires pour servir à l'histoire naturelle et principalement à l'oryctographie de l'Italie et des pays adiacens, I,Paris 1802, pp. 322-339) e il Viaggio nel Friuli ossia viaggio orittologico diviso in alcune lettere scritte dai rispettivi luoghi e dirette a Giovanni Strange, residente britannico (Venezia 1777, per nozze Franco-Monza). Del suo ricco epistolario con uomini colti e scienziati furono pubblicate postume un paio di lettere, al nipote Giuseppe (in Dieci lettere inedite d'illustri uomini indirizzate a rinomati medici di Valdagno, Padova 1881, per nozze Cicogna-Keller-Foscarini, pp. 17-21) e al dottor A. Mastini (in Lettere, Padova 1885, per nozze Soster-Dall'Orologio). Inediti rimasero invece vari scritti minori di argomento orittologico; l'elenco è nella prefazione di Cicogna al Giornale (pp. XVI-XVIII) e nella Biografia ...del Veludo (pp. 484 s.): sono ora alla Bertoliana di Vicenza.
La più straordinaria esperienza di vita, e anche quella destinata a perpetuarne la memoria nella cultura veneta dell'800, fu il citato viaggio in Svizzera in compagnia del senatore Querini, dall'agosto al dicembre del 1777: di questo celebre itinerario culturale-scientifico, che il politico veneziano intraprese per visitare a Colmar l'accademia militare di Neffel, il F. tenne un diligente e vivace diario, rimasto inedito sino al 1834, quando l'erudito E. A. Cicogna ne fece un'elegante edizione ornata dei ritratti dei due protagonisti.
Per esplicita affermazione del F. sono le "cose orittologiche" a formare "l'oggetto principale" del Giornale del viaggio nella Svizzera fatto da Angelo Querini senatore veneziano nel MDCCLXXVII descritto dal dottore Girolamo Festari di Valdagno (Venezia 1834; 2 ediz., ibid. 1835): lasciato al Querini "il politico e l'economico", il F. si interessa di pietre e minerali, agricoltura, fisica, medicina, economia pubblica, costumi dei popoli. I due viaggiatori partono da Vicenza, attraversano la Lombardia, il Piemonte, la Savoia, toccano Lione, Ginevra, Losanna, Yverdun, Neuchâtel, Berna, Lucerna, Zurigo, Basilea, fanno una puntata a Strasburgo, Ulma, Augusta e infine ritornano a Vicenza per Innsbruck e Trento.
Con una prosa elegante e spesso intercalata da squarci poetici il F. indaga ogni aspetto del territorio che percorre: visita chiese e monumenti, trascrive epigrafi, ammira entusiasta tanto i resti di antiche costruzioni romane quanto la celebre Danza macabra di Basilea o recenti capolavori dell'architettura, come la cupola di S. Lorenzo del Guarini a Torino. Accurata e completa è la descrizione del paesaggio, delle rocce e di tutti i fenomeni naturali, particolarmente suggestivi nelle zone alpine attraversate dalla comitiva. In ogni città visitata la prima attenzione è ai gabinetti scientifici, agli orti botanici, agli scienziati più illustri.
Il momento più significativo ed emozionante del viaggio, e anche quello che assicura duratura fortuna al Giornale, è l'incontro a Ferney, il 16 settembre, con Voltaire: in realtà tutto si risolve in un ossequioso omaggio del Querini al grande patriarca dell'Illuminismo europeo, cui dona un medaglione di bronzo con ritratto, in un pranzo ed una conversazione abbastanza banale, ma basta un cenno di Voltaire all'Italia, "la bella nostra madre", per solleticare ancora una volta l'orgoglio nazionalistico del F. e fargli ricordare questa giornata come "una delle più felici tra quelle passate in Ginevra" (pp. 28-32).
Il Giornale resta la preziosa testimonianza di quel cosmopolitismo culturale e scientifico del secolo dei lumi che riuscì ad animare anche personaggi minori che vivevano in piccoli centri di provincia: il F., "filosofo", massone, "orittologo" è il rappresentante tipico di questo illuminismo diffuso nella terraferma veneta.
Morì a Valdagno il 3 luglio 1801.
Le sue opere sono conservate a Vicenza, Biblioteca Bertoliana, ms. 3360 (29.2. 12): Scritti orittologici; 3362 (25.10.32-33): Dettaglio delle osservazioni per rischiarare le facoltà medicinali delle acque di Recoaro; 3363 (23.7.9): Viaggio nel Friuli, ossia diario orittologico diviso in alcune lettere a Giovanni Strange-1776 (copia), Saggio di osservazioni sopra li vulcani che si presentano cammin facendo verso Roma, per la Toscana, 1786-87 e Giornale di un viaggio fatto ...;3368 (29.2.6 e 29.2.4/1): Osservazioni sopra alcune montagne ed Alpi altissime del Vicentino confinanti colloStato austriaco e sopra i vulcani; 3369 (25.8.95-96): Costituzione epidemica dell'anno 1764 nelle vicinanze di Valdagno, Osservazioni sulle acque di Recoaro dal 1780 al 1800, Opinioni e consulti sulle acque di Recoaro, Analisi di una bottiglia delle acque di Recoaro del 1770. Ivi,ms. E. 39, è conservato anche l'Epistolario Festari.
Fonti e Bibl.: Vicenza, Bibl. Bertoliana, ms. 3366 (27.9.20): G. Soster, Biografie, viaggi, lettere del dottor G. F. Iº(con ritratto e alcune lettere a lui indirizzate); Archivio di Stato di Venezia, Inquisitori di Stato, b. 1238 (142); J. Strange, Lettera geologica al dottor G. Targioni Tozzetti, in Dei volcani o monti ignivomi più noti, e distintamente del Vesuvio, osservazioni fisiche e notizie istoriche de uomini insigni di vari tempi, raccolte con diligenza, II,Livorno 1779, p. 39; G. Arduino, Memoria epistolare sopra varie produzioni vulcaniche, minerali e fossili. Tratta dal Nuovo Giornale d'Italia, Venezia 1782, pp. 9, 15; G. Maccà, Storia del territorio vicentino, III,Caldogno 1813, p. 68; XIII, ibid. 1815, p. 21; E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri…,I,Venezia 1834, pp. 483-486 (di G. Veludo); E. A. Cicogna, Pref., con cenni biografici, al Giornale…,1834, pp. XXX-XXXIX (alle pp. I-XXX nell'edizione del 1835); Biblioteca italiana, luglio 1835 (recensione al Giornale...); Delle facoltà medicinali delle acque di Recoaro. Memoria postuma del Dott. G. F. preceduta da cenni biografici dello stesso e da alcune riflessioni sulle antiche e moderne dottrine mediche relative all'azione e cura delle medesime acque del pronipote di lui Ludovico Dottor Festari di Valdagno, in Memoriale della medicina contemporanea, XV,marzo-aprile 1846, pp. 189-245 (la memoria fu scritta dal F. nel 1796); Diz. biogr. universale degli uomini illustri, II, Firenze 1842, p. 746; D. Thiene, G. F., in Dizionario classico di medicina, Venezia 1831-1840, t. XXIII, v. XLVI, p. 268; S. Romanin, Storia documentata di Venezia, VIII,Venezia 1860, p. 139; G. Fabris, Alcuni ricordi vicentini del 1796-1797, in Atti dell'Acc. Olimpica di Vicenza, III(1873), 2, p. 11; G. Graziani, Austriaci e Francesi a Vicenza e il governo democratico vicentino 1796-1797, Vicenza 1904, p. 100; S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono, I, Vicenza 1905, pp. 614 ss.; P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori,Roma 1927, pp. 314 ss.; G. Mantese, Nella scia dell'Illuminismo, in Vicenza, VI(1964), p. 28; Id., Storia di Valdagno, Valdagno 1966, pp. 4, 256, 259, 278 s., 289 s.; T. Motterle, Il ventennio arzignanese di Alberto Fortis (1778-1798) …,in Valle del Chiampo. Antologia, 1975, pp. 127, 145; E. Franzina, Vicenza. Storia di una città 1404-1866, Vicenza 1980, pp. 43, 190, 193, 557 s.; G. Auzzas, Gallomania e anglomania, in Storia della cultura veneta. Il Settecento, V, 1, a cura di G. Arnaldi-M. Pastore, Vicenza 1985, p. 582; P. Preto, L'illuminismo veneto, ibid., V, 1, p.37; K. Pomian, Collezionisti d'arte e di curiosità naturali, ibid., V,2, ibid. 1985, p. 43; P. Bairati, Sul filodi lana. Cinque generazioni di imprenditori: i Marzotto, Bologna 1986, pp. 33 s.; R. Targhetta, La massoneria veneta dalle origini alla chiusura delle logge (1729-1785), Udine 1988, pp. 94, 141, 148, 154, 175, 198; I Festari, Valdagno 1989, pp. 11-14; T. Pesenti, La cultura scientifica: medici, matematici naturalisti, in Storia di Vicenza, III, 1, Vicenza 1989, p. 268; G. Ortalli, Cronisti e storici del Seicento e del Settecento, ibid., p. 404; P. Preto, I "lumi" a Vicenza, ibid., III,2, Vicenza 1989, pp. 388, 390; Id., Illuministi e scienziati alla scoperta del territorio, ibid., pp. 398 s., 401, 405; C. von Würzbach, Biographisches Lexikon des Kaisertum Österreich, IV, pp.208 s.