BIGAZZINI, Girolamo (il "Vecchietto")
Nacque a Perugia da Francesco e Bernardina Baglioni nel 1480. A dieci anni si recò presso la casa degli zii materni per iniziare gli studi di latino, greco, matematica e geometria. Ben presto mostrò attitudine per le scienze matematiche, che continuò a studiare privatamente. Durante uno dei passaggi di Luca Pacioli a Perugia, quando cominciava a diffondersi la fama della Summa de arithmetica (Venetiis 1494), su insistenza del B., il Comune di Perugia dette al Pacioli (probabilmente nel 1500) l'incarico di leggere matematica e di esporre i principi della sua opera. L'influsso esercitato dal Pacioli sul B. fu notevole. In seguito fu il B. a svolgere una funzione di maestro nell'ambiente perugino: dalla sua scuola uscì, tra gli altri, un buon matematico e lettore dello Studio come V. Menni. I suoi interessi si estesero all'astronomia e all'astrologia, all'architettura e all'armonia musicale. I contemporanei riferiscono di averlo sentito esporre la geometria euclidea, il quinto libro di Vitruvio e l'opera di Boezio, le "quantità irrazionali" e le "quantità continue", ma egli fu soprattutto noto come cultore di astrologia. Si ritirò a studiare nel suo feudo di Coccorano, per lo più lontano dalla vita pubblica; nonostante i contatti che lo legavano a Paolo III, non volle accettare l'invito di recarsi a Roma e sembra che rifiutasse anche analoghe proposte di Carlo V e di Francesco I. Il Sozii, che fu suo discepolo, scrive però di averlo sentito spesso rimpiangere l'impossibilità di recarsi a Cracovia, Vienna, Norimberga, Tubinga, Parigi, i maggiori centri di studio delle scienze matematiche e astrologiche. Il B. ebbe tuttavia varie opportunità di partecipare alle discussioni del tempo attraverso l'amicizia che lo legò a due dei maggiori scienziati dell'università di Bologna: Girolamo Cardano e Luca Gaurico, che conobbe a Perugia.
All'amicizia con il Gaurico è riconducibile l'unica opera che il B., alieno dal pubblicare, abbia dato alle stampe. Verte su di un tema particolarmente in voga al suoi tempi, cioè la dibattuta ed eccezionale congiunzione dei pianeti nel segno dei Pesci del febbraio 1524, che aveva destato il timore di un secondo diluvio universale. L'opuscolo, che fu scritto in collaborazione con Vincenzo Oradini e aveva il titolo di Prognosticon anno salutis 1523 et 1524 (Perusiae, Cal. Decembris 1522, in off. Hieronymi de Cartulariis), assume un maggiore rilievo se messo in relazione con l'attività del Gaurico e la sua presenza a Perugia in quel periodo.
Questi era uno dei maggiori esponenti di quella corrente italiana che tendeva a minimizzare le conseguenze della congiunzione combinata con l'eclissi di Luna, cui, secondo la dottrina tolemaica, erano connessi funesti influssi. Il Gaurico non scrisse un suo pronostico per il 1524 e protestò contro un'opera che era circolata sotto il suo nome, ma le sue teorie confluirono in gran parte nel pronostico dei due autori perugini. Nella Dicatio a papa Adriano VI, infatti, si parla della venuta a Perugia di Luca Gaurico per sfuggire alla peste e dell'incoraggiamento che egli avrebbe dato agli autori perché scrivessero la loro opinione sul diluvio.
Si fanno inoltre sue grandi lodi, si riportano sue opinioni; al termine, dieci distici interpretano il suo malcontento per il pronostico da lui sconfessato aspramente. In definitiva i due perugini dichiarano esplicitamente la loro dipendenza dal Gaurico e fanno circolare l'opera sotto l'egida della sua fama. L'opuscolo si riferisce al periodo compreso tra il 10 marzo 1523 e il 10 marzo 1524: inizia con le previsioni per la primavera del 1523 e prosegue, stagione per stagione, esaminando il tempo, i raccolti, le malattie, le guerre, il destino di popolazioni e personaggi celebri. Giunti all'inverno e alla grande congiunzione, gli autori escludono la possibilità del diluvio e anche, in polemica col Nifo, di cataclismi o inondazioni locali, dovuti all'eclissi di Luna nel segno dei Pesci. Gli effetti del fenomeno astronomico, tuttavia, non sarebbero stati, secondo il B., di poco momento: cattivo tempo, guerre, pestilenze, morti dimostrano come fosse difficile liberarsi della sensazione che un avvenimento come la congiunzione di tanti pianeti nei Pesci dovesse portare conseguenze particolarmente gravi per l'umanità.
Il resto dell'opuscolo consiste in predizioni particolari per le singole città, da Roma a Venezia a Perugia, basate sulla data di fondazione, o sul pianeta sotto l'influsso del quale si credevano poste. Seguono previsioni per il pontefice, i cardinali, principi italiani e stranieri, personaggi illustri della città, sempre fatte con rispetto dei principi fondamentali della scienza astrologica: il che conduce a pensare che il B. potesse sfuggire alla serie di accuse che, in occasione della congiunzione del 1524, fioccarono su coloro che si dedicavano senza competenza alle predizioni annuali. L'opuscolo termina con un epigramma di Bernardino Pantaleoni al lettore, in cui s'inneggia ai due autori "mira mortalibus arte Gaurica sectantes", per virtù dei quali "pavor alluvii penitus qui terruit orbem tollitur".
Non si conosce molto intorno alla maturità e alla vecchiezza del Bigazzini. Lo troviamo designato dalla città come consulente per l'impianto idrico della fontana maggiore nel 1561, e membro dell'Accademia degli Unisoni nel 1562. Gli ultimi anni li trascorse nel suo feudo di Coccorano, intento agli studi e alla costruzione di macchine. Morì il 30 marzo 1564.
Fonti e Bibl.: Perugia, Bibl. Augusta,Memorie diverse, ms. E-70: R. Sozii,Morte di Mr. G. B.; Ibid.,Annali,memorie e ricordi, ms. 1221, ff. 35-37: Id.,Vita di Mr. G. B. (pubblicata con il titolo di Elogio storico del conte G. B. a Perugia nel 1831 in una raccolta di componimenti d'occasione); Ibid.,Spogli di Vincenzo Cavallucci, ms. 1787, ff. 466-467: O. Lancellotti,Scorta sagra; C. Crispolti,Perugia Augusta, Perugia 1648, pp. 359-60; C. Alessi,Elogia civium Perusinorum, II, Roma 1652, pp. 162-65; L. Jacobilli,Bibliotheca Umbriae, I, Fulginiae 1658, p. 133; P. Pellini,Della historia di Perugia, III, Venezia 1664, pp. 983-84; A. Oldoini,Athenaeum augustum, Perugia 1678, p. 141; L. Pascoli,Vite de' pittori,scultori,ed architetti perugini, Roma 1732, pp. 85-88; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 1218-19; G. B. Vermiglioli,Biografia degli scrittori perugini, Perugia 1829, I, pp. 213-16; G. Ermini,Storia dell'Univ. di Perugia, Bologna 1947, pp. 518-19; L. Thorndike,A History of magic and experimental Science, V, New York 1959, 214, 220 e passim.