ZANOTTI, Giovanni Andrea Calisto.
Figlio di Lorenzo Andrea, nacque a Bologna il 14 ottobre 1737. L’anno 1738 comunemente riportato dai dizionari discende, con tutta probabilità, dall’imprecisa annotazione di padre Giambattista Martini che gli fu maestro e registrò le tappe principali della sua affermazione professionale: «Gio. Callisto Zanotti nacque in Bologna li 14 ottobre 1738; fu fatto coadiutore 15 gennaio 1761 d’anni 23; maestro di cappella 8 luglio 1774 d’anni 36» (Bologna, Museo della Musica, H.63, c. 85r). L’anno effettivo di nascita del compositore – riportato peraltro sul verso del suo ritratto ad olio su tela conservato nel Museo della Musica di Bologna, che lo presenta in età molto avanzata, vestito secondo la moda d’età napoleonica (Mazza, 2018) – ha trovato conferma nel registro battesimale della cattedrale di S. Pietro, che ne riporta la nascita il giorno 14 ottobre, come nell’annotazione martiniana, ma nell’anno precedente, 1737.
Appartenne a una famiglia «ragguardevole per dottrina» (Martini, 1776, p. 36) che fornì intellettuali di spicco alla Bologna del Settecento: il nonno Giampietro, pittore e storiografo, è tra i fondatori dell’Accademia Clementina, di cui per lunghi anni ricoprì la carica di Segretario; il prozio Francesco Maria, letterato e filosofo, fu segretario e infine presidente dell’Accademia delle Scienze; lo zio Eustachio si mise in luce quale assistente dell’astronomo e matematico Eustachio Manfredi.
Zanotti fu allievo devoto di padre Martini, che gli riservò costante protezione. Il 20 ottobre 1758 fu aggregato all’Accademia Filarmonica nella classe dei Compositori con prova d’esame dell’antifona Calicem salutaris e del canone Speciosa inter filias a 5 voci (Bologna, Accademia filarmonica, capsa III, n. 99-100; cfr. Callegari Hill, 1991, pp. 126 s.; Gambassi, 1992, pp. 119, 462). Ventitreenne, nel 1760 partecipò al concorso alquanto travagliato, che si trascinò quasi un anno, per il posto di coadiutore (con futura successione) dell’anziano Giuseppe Maria Carretti maestro di cappella in S. Petronio a Bologna, avendo come concorrenti compositori affermati, tra loro Antonio Mazzoni e Lorenzo Gibelli, rispettivamente maestri di cappella in S. Giovanni in Monte e in S. Salvatore. «Giovanetto di molta aspettativa e per la sua tenera età versato per la musica dottrinale», ne uscì vincitore con una prima prova di Cantus firmus e una seconda sul tema di una fuga, grazie all’appoggio di padre Martini «indiscusso arbitro di questioni musicali» e del conte Francesco Albergati (Pasquini, 2007a, pp. 54 s.; Pasquini, 2007b). Avviò il servizio nella basilica il 15 gennaio 1761 e ricoprì l’incarico di maestro di cappella dall’8 luglio 1774 al 1817, quasi al termine dei suoi giorni, avendo per coadiutore don Valerio Tesei e, alla scomparsa di questi, nel 1804, il fratello don Angelo Tesei (Gambassi, 1987, pp. 200-224; Mischiati - Tagliavini, 2013, p. 209). Principe dell’Accademia Filarmonica nel 1764, svolse la medesima funzione nell’anno seguente alla scomparsa del nuovo principe Giuseppe Consoni avvenuta il 7 marzo (Martini, 1776, pp. 36 s.).
La sua unica opera teatrale, L’Olimpiade metastasiana, fu rappresentata nel teatro Rangoni di Modena nel carnevale 1767 (il libretto fu stampato in Bologna con la data 1766), non senza un certo successo, stando all’elogio riservatole da Paolo Sabbatini in una lettera del 18 marzo 1767 a padre Martini. Con quella partitura, composta «con tutte le regole, osservazioni, espressioni delle parole, ottimo gusto, vaghezza naturale, e tutto ciò che puol rendere piacevole un’opera in musica», il compositore avrebbe «fatto risplendere … la sua virtù con plauso universale ed ammirazione di quelli ancora che sanno la musica» (Bologna, Museo della Musica, I.2.19). Apprezzamento non meno lusinghiero riservò allo Zanotti, nel soggiorno bolognese del 1770, Charles Burney dopo averne ascoltato il Dixit («brano che recava l’impronta di un ingegno originale e dotto») nell’annuale concerto organizzato dall’Accademia Filarmonica nella chiesa di S. Giovanni in Monte. Questi prese nota delle gradazioni lievi della sua musica e delle emozioni che essa suscitava e riportò che mai gli era accaduto «di avere da una musica maggiore godimento» (Burney, 1771, pp. 224 s.; ed. it. 1979, p. 198).
Nella riorganizzazione degli istituti culturali cittadini al tempo del governo napoleonico Zanotti ottenne l’insegnamento di pianoforte nel Liceo Filarmonico (fondato nel 1804), che conservò fino al 1812, quando, colpito dalla cecità, gli fu dato quale sostituto Benedetto Donelli (Busi, 1891, p. 322, nota 1).
Morì a Bologna il primo novembre 1817.
Fino alla segnalazione da parte di Osvaldo Gambassi (1981) di nove opere nel fondo Bentivoglio presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio (due di esse del tutto sconosciute), era opinione corrente che la sua produzione musicale, in larghissima parte di carattere sacro e comunque di destinazione ecclesiastica (ne ha dato conto analiticamente Vecchi, 1968; id., 2007; e più di recente Orrù 2009-2010), fosse confluita esclusivamente nell’archivio di S. Petronio e nel fondo martiniano presso l’attuale Museo della musica, ad eccezione delle due prove di ammissione all’Accademia Filarmonica (tuttora nell’archivio di questa istituzione) e delle due prove d’esame per il concorso di coadiutore di Carretti nell’archivio del convento di S. Francesco di Bologna (i due titoli sono presenti anche nella biblioteca comunale Mozzi-Borgetti di Macerata e nel Museo della musica di Bologna). Delle 293 opere elencate da Vittorio Orrù (2009-2010) 202 appartengono all’archivio della basilica di S. Petronio, dove il compositore ricoprì l’incarico di maestro di cappella per 43 anni; 56 titoli sono nel fondo musicale del Museo della musica di Bologna; altri titoli nella Biblioteca di Stato di Berlino, nella collezione Santini presso la Biblioteca diocesana di Münster, nella Biblioteca Palatina di Parma, nelle biblioteche dei conservatori di Firenze, Genova e Mosca, e nell’archivio Doria Pamphili di Roma. Nel citato fondo Bentivoglio dell’Archiginnasio si conservano altri sette titoli per i quali è stato proposto, in termini dubitativi, il possibile riferimento allo Zanotti.
C. Burney, The present state of music in France and Italy, London 1771, pp. 224-226, ed. it. Viaggio musicale in Italia, a cura di E. Fubini, Torino 1979, pp. 198 s.; G.B. Martini, Serie cronologica de’ principi dell’Accademia de’ Filarmonici di Bologna, in Diario bolognese ecclesiastico e civile per l’anno 1776, Bologna 1776, pp. 36 s.; G. Vecchi, Z., G., inDie Musik in Geschichte und Gegenwart, XVII, Personenteil, Kassel 2007, coll. 1336 s.; O. Gambassi, G.A.C. Z. e la coeva produzione musicale, in Quadrivium, XXII (1981), 1, pp. 117-155; Id., La cappella musicale di S. Petronio. Maestri, organisti, cantori e strumentisti da 1436 al 1920, Firenze 1987; L. Callegari Hill, L’Accademia Filarmonica di Bologna, 1666-1800: statuti, indici degli aggregati e catalogo degli esperimenti d’esame nell’archivio, Bologna 1991, ad ind.; O. Gambassi, L’Accademia Filarmonica di Bologna. Fondazione, statuti e aggregazioni, Firenze 1992; H. Brofsky, Z., G., in The new Grove dictionary of music and musicians, XXVII, London-New York 2001, p. 747; E. Pasquini, Giambattista Martini, Palermo 2007a, pp. 54 s., 156 s.; Ead., Padre Martini iudex et arbiter: su un concorso bolognese del 1760, in Polifonie, VII (2007b), 2, pp. 161-213; V. Orrù, G.A.C. Z.: censimento delle opere con approfondimento dei manoscritti del Fondo musicale Bentivoglio, Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, tesi di laurea, Università degli Studi di Pavia, a.a. 2009-2010; O. Mischiati - L.F. Tagliavini, Gli organi della basilica di San Petronio in Bologna, Bologna 2013, p. 209; A. Mazza, in L. Bianconi et al., I ritratti del Museo della Musica di Bologna da padre Martini al Liceo musicale, Firenze 2018, pp. 477 s. – Si ringrazia Alfredo Vitolo per le informazioni fornite.