Ecclesiastico, scrittore e uomo politico (Milano 1528 - ivi 1601). Dell'ordine degli Umiliati, fu relegato per due anni dal card. Carlo Borromeo nella certosa di Garegnano, essendo stato coinvolto in una congiura di confratelli contro il cardinale (1569). Riavuta la libertà, fu a Pisa provveditore dello Studio, poi a Roma, favorito da Gregorio XIII, e a Torino, consigliere di stato di Carlo Emanuele. Scrisse una Vita di Emanuele Filiberto. Ebbe fama, ai suoi tempi, di buon poeta sia in latino sia in italiano.