MANENTI, Giovanni Piero (Giampiero)
Figlio di Giovanni Battista, nacque probabilmente a Bologna tra il 1535 e il 1540. Il luogo di origine è attestato dall'appellativo "bolognese" sempre indicato nei frontespizi delle sue opere, mentre frutto di congettura è la data di nascita. Secondo Gargiulo (in Manenti, Li pratolini, 1987, p. 7), il M. giunse a Firenze intorno al 1550, in un'età compresa tra i 12 e i 15 anni ricevette la prima formazione musicale nella "schola" annessa al battistero di S. Giovanni, diretta fin dal 1540 da F. Corteccia. La prima notizia documentata sulla vita del M. è la sua nomina a organista del battistero come successore di G. Borselli: il 12 marzo 1557 fu eletto "detto maestro Gianpiero di Giovanbatista della Concordia in organista della detta chiesa con salario di scudi 24 d'oro" (Arch. di Stato di Firenze, Calimala, 60, c. 108v). Il M. mantenne l'incarico almeno fino al 9 sett. 1570, data dell'ultimo pagamento registrato (ibid., 34, c. 26r).
L'avvio della carriera del M. a Firenze fu probabilmente favorito dalla protezione del gentiluomo e fine intellettuale fiorentino C. Bartoli, ambasciatore a Venezia dal 1562 al 1572. In una lettera del 29 ott. 1569 al principe ereditario Francesco de' Medici, Bartoli infatti intercedette affinché venissero concessi dei benefici al suo "creato" (Kirkendale, p. 104). La raccomandazione sortì un qualche risultato: da gennaio a marzo 1570 il nome del M. compare nei ruoli della corte come "musico", seppure con un modesto salario, probabilmente per qualche specifico servizio (Arch. di Stato di Firenze, Depositeria generale, 1516, c. 108r).
Ancora nel 1570, il M. fece richiesta per l'incarico di maestro di cappella della chiesa dei Cavalieri di S. Stefano a Pisa - richiesta dettata da difficoltà economiche - e informò il granduca Cosimo I de' Medici per averne il sostegno. Il Consiglio dell'Ordine dei cavalieri di S. Stefano riferì al granduca in una lettera del 9 dicembre che accoglieva la richiesta del M. ("persona di buone qualità, vita, et costumi, e buonissimo organista, e musico, e molto atto a reggere una cappella havendo buone ragioni di contrapunto", Kirkendale, p. 104), ma demandava l'assegnazione dell'incarico all'approvazione del granduca stesso. Il M. non occupò mai tale incarico per l'opposizione di Francesco de' Medici, che voleva servirsi di lui a Firenze, come risulta dalla supplica che il musicista Niccolò Malvezzi, padre del più noto Cristoforo, rivolse all'Ordine di S. Stefano per ottenere lo stesso posto di maestro di cappella (ibid., p. 65).
Il M. rimase dunque a Firenze e, dopo la morte di Corteccia, il 7 giugno 1571, fu nominato maestro di cappella in S. Giovanni. Da questo incarico tuttavia il M. rassegnò presto le dimissioni per accettare quello di organista di S. Maria del Fiore, assegnatogli il 4 dicembre dello stesso anno con lo stipendio di 8 scudi, pari a 56 lire al mese; lo stipendio gli fu aumentato lievemente negli anni seguenti fino ad arrivare alle 60 lire mensili, probabilmente non sufficienti alle esigenze della famiglia, dato che un prestito di 70 lire senza interessi è registrato a suo nome il 28 ott. 1584 nel "Quaderno di cassa" del gentiluomo e mecenate fiorentino I. Corsi, uno tra i maggiori protagonisti della vita culturale della città (Carter, p. 73).
Nel 1586 il nome del M. compare nei ruoli dei musici di corte della famiglia de' Medici, con l'assegnazione di 3 scudi mensili, che si aggiungevano alla retribuzione del maggior posto di organista della città. Nel 1588 il M. fu confermato tra i salariati della corte, tra i quali non compare più dopo quell'anno, neppure nel 1589, in occasione dei grandi festeggiamenti per le nozze tra il granduca Ferdinando I - succeduto a Francesco I, morto nell'ottobre del 1587 - e Cristina di Lorena, che coinvolsero la maggior parte dei musicisti attivi a Firenze. Gli rimase dunque il solo incarico di organista del duomo, che mantenne fino alla morte.
Il M. fu anche attivo nella composizione di madrigali e musiche per spettacoli teatrali. Nel 1569 compose le musiche dei sei intermedi per la rappresentazione, presso la Compagnia di S. Giovanni Evangelista, della Coronazione di Saulo, primo re degl'Hebrei di G.M. Cecchi, uno dei maggiori drammaturghi coevi; degli intermedi messi in musica dal M. per questo dramma rimangono solo i testi, conservati nel manoscritto della Biblioteca nazionale di Firenze (in G.M. Cecchi, Drammi spirituali inediti, Firenze 1895-1900, II, pp. 5-124).
Tra il 1574 e il 1575, il M. pubblicò le sue prime raccolte di madrigali: i Madrigali a sei voci, libro primo (1574), dedicati a Francesco I de' Medici, nominato granduca dopo la morte del padre (21 apr. 1574); e i Madrigali a cinque voci, libro secondo (1575), dedicati a Bartolomeo Concini "de' nobili di Talla et de' conti della Penna", primo segretario del granduca. Due madrigali della raccolta a sei voci furono ristampati in due prestigiose antologie pubblicate nella stamperia di Pierre Phalèse e Jean Bellère in Anversa (Se pensand'al partir in Musica divina [1583], e Vientene Filli in Harmonia celeste di diversi eccellentissimi musici [1593]) e più volte edite sino al secolo successivo, contribuendo alla diffusione del repertorio madrigalistico italiano nelle Fiandre.
Nel 1586 il M. diede alle stampe altre due raccolte di madrigali, Li pratolini( a cinque voci e i Madrigali ariosi a quattro con alcuni capricci sopra a' cinque tempi della gagliarda. La prima, dedicata alla granduchessa Bianca Capello (Cappello), è costituita dalle intonazioni di dodici componimenti scritti da Palla Rucellai in lode della villa di Pratolino che Francesco aveva fatto costruire per la Cappello. La seconda raccolta presenta già dal titolo un originale connubio tra la tendenza del "madrigale arioso" - inaugurata dai Libri delle muse di Antonio Barré nel 1555 e sviluppatasi per un trentennio, in cui prevale uno stile declamatorio che dà risalto alla melodia della voce più acuta - e i ritmi e le suggestioni del ballo strumentale, che anticipano i celebri Balletti di G.G. Gastoldi. In particolare i nove "capricci" presentano un carattere di novità per la fusione di una forma vocale - il termine era già stato usato da J. Berchem nel 1561 - e i moduli di danza della gagliarda.
Un giudizio complessivo sulla produzione del M. è stato di recente riformulato negli studi di Butchart e di Gargiulo, concordi nel ritenere poco pertinenti le osservazioni di Einstein - che trovano eco nelle voci dedicate al M. nei principali dizionari musicali - sull'influenza di L. Marenzio, in particolare delle sue opere pastorali, di J. de Wert, e soprattutto sull'adesione agli ideali della Camerata fiorentina. Piuttosto, la produzione madrigalistica del M. va collocata all'interno di quella tradizione della cosiddetta scuola fiorentina, segnata dal magistero contrappuntistico di Corteccia e dallo stile madrigalistico di C. de Rore filtrato a Firenze attraverso musicisti quali A. Striggio e S. Rossetto. Nelle scelte poetiche (oltre a quelle occasionali già citate de Li pratolini del Rucellai) il M. è in linea con le tendenze coeve intonando F. Petrarca, G. Boccaccio, I. Sannazzaro, T. Tasso, dalle quali tuttavia si distingue per la preferenza dei testi del poeta fiorentino G.B. Strozzi il Giovane, e sottolineando, anche in questo caso, il suo legame con la scuola fiorentina più tradizionale.
Il M. morì a Firenze il 18 luglio 1597.
Opere: Madrigali( a sei voci novamente composti, libro primo, Venetia, Figliuoli di Antonio Gardano, 1574 (Io mi son giovinetta edito in A. Bonaventura, Il Boccaccio e la musica, pp. 435-442); Madrigali( a cinque voci, novamente composti, libro secondo, ibid. 1575; Madrigali ariosi a quattro con alcuni capricci sopra a' cinque tempi della gagliarda, ibid., Angelo Gardano, 1586 (ed. moderna, a cura di P. Gargiulo, Roma 1987); Li pratolini( a cinque voci, Venezia, Angelo Gardano, 1586 (ed. moderna dei primi 12 madrigali, a cura di P. Gargiulo, Firenze 1987); ed. moderna di una selezione di madrigali dalle quattro raccolte, in D. Butchart, The madrigal in Florence, II, pp. 135-151; Tu as este Seigneur (contrafactum spirituale di Vientene Filli), in O. di Lasso, Cinquante psaumes de David, [Heidelberg], J. Commelin, 1597; Se pensand'al partir e Vientene Filli (intavolature per liuto), in Flores musicae, a cura di J. Rude, Heidelberg 1600.
Fonti e Bibl.: E. Vogel, Marco da Gagliano. Zur Geschichte der Florentiner Musiklebens von 1570-1650, in Vierteljahrsschrift für Musikwissenschaft, V (1889), pp. 399 s.; R. Gandolfi, La cappella musicale della corte di Toscana, in Riv. musicale italiana, XVI (1909), pp. 506-530; A. Bonaventura, Il Boccaccio e la musica, ibid., XXI (1914), pp. 419, 435-442; E. Sanesi, Maestri d'organo in S. Maria del Fiore, in Note d'archivio, XIV (1937), pp. 171-179; A. Einstein, The Italian madrigal, Princeton 1949, I, p. 189; II, pp. 645, 730, 732; N. Pirrotta, Li due Orfei, da Poliziano a Monteverdi, Torino 1975, p. 289; D. Butchart, The madrigal in Florence, 1560-1630, diss., University of Oxford, 1979, I, pp. 149-159; II, pp. 135-151; J. Chater, Bianca Cappello and music, in Renaissance studies in honor of Craig Hugh Smyth, a cura di A. Morrogh et al., Firenze 1985, I, p. 577; J.W. Hill, Florentine intermedi sacri e morali, in La musique et le rite sacré et profane. Actes du XIIIe Congrès de la Société internationale de musicologie( 1982, a cura di M. Honegger - P. Prevost, Strasbourg 1986, pp. 275, 277 s.; P. Gargiulo, Introduzione a G.P. Manenti, Madrigali ariosi, 1987, cit., pp. VII-XVI; Id., in G.P. Manenti, Li pratolini, 1987, cit., pp. 7-21; Id., Luca Bati madrigalista fiorentino, Firenze 1991, pp. 14 s., 17, 45 s.; W. Kirkendale, The court musicians in Florence during the principate of the Medici, Firenze 1993, pp. 45, 65, 103-107; T. Carter, Music and patronage in late sixteenth-century Florence. The case of Jacopo Corsi, in Id., Music patronage and printing in late Renaissance Florence, Aldershot 2000, VII, pp. 73, 100; Bibliografia della musica italiana vocale profana (Il nuovo Vogel), pp. 982-986; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 608; The New Grove Dict. of music and musicians, XV, p. 751; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, XI (2004), coll. 962 s.