NOE, Giovanni
NOÈ, Giovanni. – Nacque a Messina il 29 aprile 1866 da Letterio, di mestiere «trafficante», e da Giovanna Currò.
Dopo avere compiuto gli studi classici, si laureò in giurisprudenza nella città natale, dove inizialmente frequentò i gruppi radicali, dai quali si distaccò per aderire al movimento socialista-anarchico. Nel gennaio 1886, insieme con altri giovani, costituì il circolo Amilcare Cipriani e l’8 aprile dello stesso anno diede vita al periodico Il Riscatto, che ne pubblicò il programma sul primo numero. La testata – che uscì, con alcune interruzioni fino al 15 novembre 1897 – fu sospesa nel giugno 1886, quando l’autorità giudiziaria sciolse il circolo e impedì ai suoi soci di svolgere attività politica. Riprese le pubblicazioni il 7 giugno 1887 sotto la direzione di Noè, che riuscì a coinvolgere socialisti di primo piano come Francesco Saverio Merlino, Nicola Barbato, Filippo Turati e Giuseppe De Felice Giuffrida.
Nel 1888, insieme con Nicola Petrina, costituì a Messina il Fascio dei lavoratori, ma il loro sodalizio fu ben presto spezzato da dissidi personali, che portarono alla nascita del foglio Il Vespro e provocarono gravi divisioni organizzative nel movimento socialista messinese.
L’acceso dibattito politico, rivelatosi incapace di elaborare una precisa linea ideologica, inasprì il contrasto tra i due esponenti socialisti, che operarono per alcuni anni divisi nell’ambito delle società operaie cittadine. Lo scambio reciproco di gravi accuse li portò a una vertenza davanti a un giurì d’onore, che nel 1897 svolse opera di pacificazione.
Nel gennaio 1892 fondò una sezione del Fascio ferroviario, che mantenne su posizioni astensioniste anche dopo la costituzione del Partito socialista. L’esplosione in tutta la Sicilia del movimento dei Fasci fu considerato da Noè come un evento nuovo nell’organizzazione dei lavoratori: circoli politici e società di mutuo soccorso vennero così trasformati in una sezione del Fascio dei lavoratori messinese, di cui Noè divenne vicepresidente nel 1892. Su sua iniziativa la nuova associazione organizzò il 21 aprile 1893 la protesta contro i festeggiamenti per le nozze d’argento dei sovrani e il 21 maggio dello stesso anno partecipò come delegato messinese al Congresso siciliano dei Fasci, votando l’ordine del giorno di De Felice-Giuffrida, con cui era ribadita la necessità della lotta di classe come «principio socialista rivoluzionario» (Romano, 1959, p. 196). Nel luglio 1893 si presentò alle consultazioni comunali e indirizzò una lettera agli elettori per giustificare l’abbandono del suo intransigente astensionismo, ribadendo, tuttavia, come per «altra via – che non è la conquista dei Consigli comunali e del Parlamento – si ha da cercare la rivendicazione dei vostri diritti» (Il Riscatto, 24-25 luglio 1893). Eletto consigliere municipale, conservò la carica fino alla morte e si segnalò sia per la denuncia del sistema clientelare sia per la lotta condotta a favore delle classi popolari.
Nel gennaio 1894 si diede alla latitanza, poiché ricercato dalla polizia con l’accusa di cospirazione contro lo Stato e istigazione alla guerra civile. Prosciolto in istruttoria, riprese l’attività politica nel maggio dello stesso anno, riuscendo a tenere unite le organizzazioni operaie nel nuovo Partito socialista. La sua azione fu volta anche alla costituzione della locale Camera del Lavoro, che influì notevolmente nell’orientare il suo atteggiamento in senso meno intransigente e rivoluzionario.
Presentatosi alle elezioni politiche del 21 marzo 1897 nel primo collegio di Messina, ottenne 340 voti e fu sconfitto dal candidato liberale, Ernesto Cianciolo, che riportò 814 suffragi su 1399 votanti. Ma alle elezioni del 3 giugno 1900 fu eletto deputato al primo turno (886 voti su 1727 votanti) grazie all’appoggio della Camera del Lavoro e di altre associazioni democratiche: la sua fu la vittoria dei socialisti messinesi che riuscirono così a sconfiggere nel barone Cianciolo il rappresentante dei ceti proprietari, legato alle famiglie più facoltose della città.
Durante il mandato parlamentare fece parte del gruppo socialista e rappresentò l’ala più intransigente nei confronti del ministero Zanardelli-Giolitti (1901-03). Nel 1902 sostenne la necessità di votare contro il governo e partecipò attivamente alla campagna per l’abolizione del domicilio coatto e per la liberazione dell’anarchico Pietro Calcagno, relegato nell’isola di Ventotene in gravi condizioni di salute (Berti, 2003, p. 438). Come deputato s’impegnò ad organizzare nuove sezioni socialiste nelle province siciliane, svolgendo un’intensa attività politica e collaborando con Lorenzo Cocuzza, avvocato socialista di Francofonte, in un giro di conferenze. Insieme con lui, per iniziativa della direzione del PSI, condusse un’inchiesta sull’eccidio contadino avvenuto nel comune ragusano di Giarratana nell’ottobre 1902.
Ripresentatosi alle elezioni politiche del 1904 nel primo collegio di Messina, fu eletto nel ballottaggio del 13 novembre con 1222 voti su 2614 votanti. Negli anni successivi svolse anche attività sindacale, scrivendo su numerose testate isolane e partecipando al dibattito sull’anticlericalismo e su altri temi di carattere sociale e politico.
Morì il 28 dicembre 1908 a Messina durante il tragico terremoto che colpì la città.
Fonti e Bibl.: Arch. comunale di Messina, Atti del Consiglio comunale 1893-1908; Arch. di Stato di Messina, Trib. Penale, b. 140, f. 21; b. 189, f. 27; b. 192, f. 14; Arch. di Stato di Reggio Calabria, Gab. Pref., Ordine Pubblico, b. 23, f. 948; Verdetto del Giurì d’onore per la vertenza tra Petrina-Noè, in Pro Vespro degli operai, 4-5 gennaio 1897; G. Cerrito, Il processo di formazione e lo sviluppo dei Fasci dei Lavoratori nella provincia di Messina, in Movimento operaio, VI (1954), 6, pp. 951-1006; S.F. Romano, Storia dei Fasci siciliani, Bari 1959, ad ind.; G. Cerrito, I periodici di Messina. Bibliografia e storia, Milano 1961, pp. 24-26; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, I, 1, Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana (1872-1971), Firenze 1972, pp. 46, 117, 158; P. Amato - R. Battaglia, Messina e i Fasci siciliani, in I Fasci siciliani, II, La crisi italiana di fine secolo, Bari 1976, pp. 375-401; M.T. Di Paola, N. G., in Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico1853-1963, a cura di F. Andreucci - T. Detti, III, Roma 1977, pp. 689-692; R. Wörsdörfer, Movimento operaio e socialisti a Messina (1900-1914), Roma 1990, ad ind.; G. Berti, Errico Malatesta e il movimento anarchico italiano e internazionale 1872-1932, Milano 2003, p. 438; A. Baglio, N. G., in Diz. biografico degli anarchici italiani, II, Pisa 2004, pp. 249-251.