Storico dell'arte (Verona 1816 - Milano 1891). Si formò in Germania, studiando inizialmente scienze naturali. Applicò alla critica d'arte il metodo comparativo; il "metodo morelliano" si basa infatti su minuti raffronti di particolari esterni, che rivelerebbero i manierismi "automatici" (modo di fare le mani, le orecchie, il panneggio) di ogni artista e così ne proverebbero "scientificamente" l'identità. Più che in una sintesi storica, la sua opera e il suo influsso lasciarono traccia nell'ambito delle attribuzioni. Opposto al suo fu il metodo di G. B. Cavalcaselle. Tra le sue opere: Le opere dei maestri italiani nelle gallerie dei musei di Monaco, di Dresda e di Berlino (1880, in ted.; 1886, in it.) e Della pittura italiana. Studî storico-critici: le gallerie Borghese e Doria Pamphili (ed. it. 1897, trad. di quella ted. del 1890). Nella revisione delle attribuzioni M. ebbe modo tra l'altro di mettere in luce l'autenticità della Venere di Dresda, considerata una copia del Sassoferrato. Raccolse una collezione di opere d'arte, prevalentemente toscane, che legò al Comune di Bergamo, perché fosse annessa alla pinacoteca dell'Accademia Carrara.