TOLOSANI, Giovanni Maria
– Nacque tra il 1470 e il 1471 a Firenze. Figlio di Leonardo, giurista e notaio di Colle di Val d’Elsa legato a Marsilio Ficino e a Sebastiano Salvini (A.F. Verde, Lo Studio fiorentino..., 1977), e forse parente dell’omonimo pittore, entrò nel cenobio domenicano fiorentino di S. Marco il 24 giugno 1487 ed emise la professione solenne il 28 giugno 1488. Ebbe diversi fratelli, tra i quali Nicola, giurista e poi senatore romano, e Pietro Antonio, anch’egli religioso di S. Marco, convento per cui il padre vergò diversi atti.
Non sappiamo molto dei suoi studi (secondo gli antichi biografi, Zanobi Acciaioli gli avrebbe insegnato il latino e il greco), né degli anni trascorsi in convento al tempo di Girolamo Savonarola (è probabile che non sia stato un fervido sostenitore del ferrarese). È certo, tuttavia, che, dopo il rogo di fra Girolamo, nel 1500 Tolosani divenne priore della SS. Annunziata a San Gimignano, nel 1504 vicepriore di S. Marco (A.F. Verde - E. Giaconi, Epistolario..., 1992, pp. 659, 552) e più tardi fu attivo in diversi conventi della Congregazione riformata tosco-romana: Viterbo, Pistoia, Fiesole (nel 1516 cominciò a vergare la cronaca del cenobio, a cui avrebbe lavorato negli anni seguenti), Bibbiena (nel 1517 rielaborò l’antica cronaca di S. Maria del Sasso: Panella, 1998), Siena. Epigono di una tradizione risalente a Giovanni Sacrobosco, nel 1513 collaborò a un’edizione (Firenze, Pacini) del poema in ottava rima Spera volgare attribuito a Leonardo e/o Gregorio Dati, aggiungendo due libri ai quattro esistenti ma senza parlare del Nuovo Mondo recentemente scoperto.
Poi, nel 1514, mentre al Concilio Laterano V, allora in corso, si discuteva della riforma del calendario liturgico e dopo un breve di Leone X si moltiplicavano gli interventi di religiosi e di matematici come Basilio Lapi, Antonio Albizzi e Antonio Dolciati, eremitano di S. Gallo e autore del De festis mobilibus, Tolosani indirizzò a quest’ultimo l’epistola De computatione annorum Domini in emendationem secundae inquisitionis libri sui e ad Acciaioli (dal 1496 confratello in S. Marco e a quel tempo bibliotecario apostolico) l’Opusculum de correctione calendarij pro vera celebratione Pascatis, scritti che ne attestano il forte interesse per l’astrologia e la cronografia (il secondo, Firenze, Biblioteca nazionale, Conv. Soppr., J.VIII.9, cc. 256r-259v, è edito in Marzi, 1896, pp. 250-254). In discussione era anche la proposta di abolire lo stile fiorentino che datava gli anni dal 25 marzo (concezione di Gesù). Sempre ad Acciaioli Tolosani indirizzò il Compendio di sphera et machina del mondo nuouamente composto (Firenze, Zucchetta, 1514), un breve tesoro illustrato del sapere astronomico, naturalistico e geografico del tempo composto di tre libri in ottava rima aperti da alcune terzine proemiali (il testo fu ripubblicato da Gustavo Camillo Galletti nel 1859 con la Spera volgare; di nuovo nel 1863 con le aggiunte di Tolosani a Dati; e ancora nel 1865 da Enrico Narducci). Risale invece al 1522 l’inedita De Maria Magdalena, disputatio responsiva ad opusculum Jacobi Fabri Stapulensis, seguita dalla Disceptatio in Jodocum Clichtoveum Jacobi Fabri defensorem in cui, sulla scia di John Fischer, il frate polemizzò con Jacques Lefèvre d’Étaples (De Maria Magdalena et triduo Christi disceptatio, 1517) e Josse Clichtove (Disceptationis de Maria Magdalena defensio, 1519) le cui tesi sulla non identità della posseduta Maria, di Maria sorella di Lazzaro e della prostituta pentita erano state condannate dai teologi di Parigi nel 1521 (Firenze, Biblioteca nazionale, Conv. Soppr., J.VIII.9, cc. 260r-277r, 277v-280v). Nel 1523, per la canonizzazione voluta da Adriano VI, Tolosani mandò in stampa una Vita di sancto Antonino arciuescouo di Firenze (Firenze, Zanetti), ripubblicata con il titolo La istoria di santo Antonino arciuescouo di Firenze (Firenze, eredi Giunta, 1557). Un secondo scritto agiografico (1544?) sull’antico vescovo s. Zanobi è rimasto inedito fino al 1863, quando è stato incluso in una raccolta di vite del santo che riportava anche il testo su Pierozzi.
Nel 1525, con Zanobi Pieri, Tolosani fu incaricato dal vicario dell’Ordine, Vincenzo Mainardi, di vagliare prima della stampa il De exacta et festis mobilibus (poi rimasto inedito) del confratello Santi Marmochino, savonaroliano, ebraista e volgarizzatore biblico (Verde, 1995, p. 445): un incarico che rivela l’allineamento sulle posizioni più ortodosse dell’Ordine. Non ci è noto quasi nulla degli anni trascorsi mentre Firenze assisteva alla fine dell’ultima esperienza repubblicana: l’attività del frate sembra limitarsi all’interno dell’Ordine, che liquidava il savonarolismo nello stesso periodo in cui il dissenso religioso prendeva piede in tutta Italia. Tolosani, con ogni probabilità, preferì le fatiche della scrittura, si rifugiò nella quiete dei chiostri e nel 1537, con lo pseudonimo di Ioannes Lucidus Samotheus, pubblicò l’erudito Opusculum de emendationibus temporum ab orbe condito ad vsque hanc ætatem nostram iuxta veram ac rectam chronographiam ex antiquis ac probatissimis authoribus. In hoc volumine habentur haec: Emendationes temporum ab orbe condito. Canones in tabulam perpetuam temporum. De vero die passionis Christi. Epitoma emendationis calendarij Romani (Venezia, L. Giunta il Vecchio).
La cronologia, destinata ancora una volta a favorire la riforma del calendario liturgico, era preceduta da una lettera datata 1535, firmata da Tolosani e indirizzata al cardinale domenicano (e già frate di S. Marco) Nicholas von Schönberg, nella quale l’autore richiamava i precedenti cronografi Annio da Viterbo (i cui falsi prese per fonti autentiche), Bartolomeo Della Fonte e Johannes Naukler. Un passo, alla fine della prima parte, diffidava dal profetizzare il momento in cui sarebbe avvenuta la fine dei tempi (p. 77). L’opera – che faceva continuo riferimento a quella di Paul van Middelburg, postillata da Tolosani nella biblioteca di S. Marco – fu ripubblicata per gli stessi tipi nel 1546, con in appendice un De vero die passionis Christi ac tempore totius vitae ipsius (cc. 161r-194r); un’Epitoma emendationis calendari Romani pro Pascha rite celebrando (cc. 194r-197v), testi entrambi attribuiti a Lucidus, e due aggiunte firmate da Tolosani: un De recta computatione ipsorum temporum ab orbe condito (cc. 198r-199r) e una Brevis annotatio emendatoria calendarij Romani pro paschate rite celebrando indirizzata ai padri riuniti in Concilio a Trento (cc. 199v-210r). Dopo la morte dell’autore, l’opera di Lucidus-Tolosani fu ripubblicata e continuata dal camaldolese Girolamo Bardi (Venezia, Giunta, 1575).
Ormai vecchio, forse con l’intento di ottenere il titolo di giudice della fede, tra il 1541 e il 1545 Tolosani attese alla compilazione del suo scritto più ambizioso, il De purissima veritate divinae Scripturae adversus errores humanos ripartito in 250 inquisitiones; dopo averlo completato lo dedicò a Paolo III e lo sottopose al rigido confratello Bartolomeo della Spina, allora maestro del Sacro Palazzo, che lo approvò con una lettera del 6 agosto 1546 in cui ne attestava l’ortodossia. Ma Tolosani – che fu in perfetta sintonia con Spina e avversario delle aperture del cardinale Gaetano (Tommaso De Vio) – ne ritardò la pubblicazione progettando un’ampia edizione di testi in cui il De purissima (Firenze, Biblioteca nazionale, Conv. Soppr., J.I.25, cc. 1-319) doveva essere seguito da dodici opuscoli conservati nello stesso codice proveniente da S. Marco (cc. 320-373).
Il libro non vide mai la luce per la morte del frate ma riflette, ancora una volta, i suoi interessi per la cronografia (dovevano confluirvi il De computatione annorum e la Brevis annotatio pubblicati tuttavia in coda al Lucidus nel 1546) e una linea ultratradizionale circa l’interpretazione biblica e teologica, allineata alle posizioni della Curia romana in materia di rapporti tra Concistoro, Concilio e Papato. Mentre era in corso l’assise tridentina, infatti, Tolosani stilò De conflictu et pugna inter catholicos doctores et haereticos, ex Apochalipsi (edito in Camporeale, 2002, pp. 429-461) e un De fide et operibus, quibus homo iustificatur; nonché De potestate papae et auctoritate generali concilii (indirizzato al vescovo di Troia Ferdinando Pandolfini); De cardinalium origine ac dignitate, per modum sermonis coram Pontifice romano et coetu cardinalium; Disputatio de statu et officio cardinalium; De discrimine inter episcopum et presbiterum; De forma Ecclesiae, quae representatur in Concilio generali e De epistola prima Clementis papae ad Iacobum fratrem Domini qualiter probetur authentica. Di rilievo sono il De Constantini baptismo, quo mundatus e lepra donationem fecit Ecclesiae Romanae, scritto per confutare Lorenzo Valla (edito in Camporeale, 1978, pp. 824-831), e il De coelo supremo immobili et terra infima stabili, ceterisque coelis et elementis intermediis mobilibus. Riscoperto e poi pubblicato da Eugenio Garin (1975), il testo è considerato la prima reazione cattolica di chiusura contro le tesi del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico.
Come registrano le fonti domenicane, Tolosani morì a Siena, nel convento di S. Spirito, il 22 gennaio 1549.
Dai biografi gli sono attribuiti anche gli Epigrammata epistolarum nomine dominum Priorum; alcune laudi in volgare; degli Exempla vitae Christianae ex authoribus probatis collecta (Firenze, Biblioteca nazionale, Conv. Soppr., J.VIII.27); due testi conservati sotto il nome di Lucidus (J.V.3, cc. 48r-102v, Liber de archanis vitae Christi et matris eius; e cc. 102v-118v, Terrae Sanctae topographia); Dilucidarium ad fr. Zenobium Acciaiolum rerum antiquarum sacrarum et profanarum; Expositio in loca difficiliora Sacrae Scripturae (il De purissima veritate stesso?); De origine oppidi Collensis e un De maxima solis inclinatione.
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale, Conv. Soppr., J.I.25 e J.VIII.9 (codici provenienti da S. Marco con molte opere ancora inedite); Fiesole, Archivio del Convento di S. Domenico, 1: Chronica quadripartita Conventus S. Dominici de Fesulis, cc. 1-193; Firenze, Biblioteca Laurenziana, S. Marco, 370: Chronica Conventi S. Marci de Florentia, cc. 94v, 174v; La sfera: libri quattro in ottava rima scritti nel secolo XIV da f. Leonardo di Stagio Dati [...]. La nuova sfera pure in ottava rima di f. Giovanni Maria Tolosani da Colle, a cura di G.C. Galletti, Firenze 1859; La sfera: libri quattro in ottava rima scritti nel secolo XIV da f. Leonardo Dati [...] ovvero da Gregorio Dati [...] ora, coi due libri prima aggiuntivi da F. G.M. T. da Colle..., a cura di G.C. Galletti, Roma 1863; La vita di San Zanobi, vescovo fiorentino, volgarizzamento del buon secolo della vita toscana; altra di F. Giovanni Maria Tolosani inedita [...] Si aggiunge la Vita di S. Antonino arcivescovo dello stesso F. Giovanni Maria Tolosani, Firenze 1863 (la vita di Zanobi pp. 9-33; la vita di Antonino pp. 43-48); La sfera: libri quattro in ottava rima scritti nel XIV secolo da f. Leonardo di Stagio Dati, aggiuntovi due altri libri e La nuova sfera pure in ottava rima di f. Giovanni Maria Tolosani [...], raccolta già pubblicata [...] nel 1859, a cura di E. Narducci, Milano 1865; P.O. Kristeller, Iter Italicum, I, London-Leiden 1963, pp. 153, 164, III, 1987, p. 147, V, 1990, pp. 592, 617, VI, 1992, p. 456; R. Creytens, Les actes capitulaires de la congrégation Toscano-romaine O.P. (1496-1530), in Archivum Fratrum Praedicatorum, 1970, vol. 40, pp. 125-230 (in partic. pp. 151, 156-158, 166, 169 s., 195, 208); A.F. Verde, Lo Studio fiorentino, 1473-1503. Ricerche e documenti, III, 1, Pistoia 1977, pp. 585 s.; Id. - E. Giaconi, Epistolario di fra Vincenzo Mainardi da San Gimignano domenicano 1481-1527, in Memorie domenicane, n.s., 1992, vol. 23, pp. 542 s., 552, 556 s., 559 s., 568 s., 571, 574-577, 587, 606, 608, 633, 637, 642 s., 645, 650 s., 659.
M. Poccianti, Catalogus scriptorum Florentinorum, Florentiae 1589, pp. 98 s.; T. Caccini, Storia ecclesiastica, I, Firenze 1639, p. 551 e passim; J. Quétif - J. Échard, Scriptores Ordinis Praedicatorum recensiti, II, Paris 1721, pp. 123 s.; G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, pp. 257 s.; D. Marzi, La questione della riforma del calendario nel quinto Concilio Lateranense: 1513-17, Firenze 1896, pp. 130-149, 250-254; Id., G.M. T. e Giovanni Lucido Samoteo, in Miscellanea storica della Valdelsa, V (1897), pp. 32-62; E. Garin, Alle origini della polemica anticopernicana, in Id., Rinascite e rivoluzioni. Movimenti culturali dal XIV al XVIII secolo, Bari 1975, pp. 283-295; S. Camporeale, Giovanni Tolosani O.P. e la teologia antiumanistica agli inizi della Riforma. L’Opusculum antivalliano ‘De Constantini donatione’, in Xenia Medii Aevi Historiam illustrantia oblata Thomae Kaeppeli O.P., a cura di R. Creytens - P. Kuenzle, II, Romae 1978, pp. 809-831; A.F. Verde, La congregazione di S. Marco dell’Ordine dei Frati Predicatori. Il ‘reale’ della predicazione savonaroliana, in Memorie domenicane, n.s., 1983, vol. 14, pp. 151-238 (in partic. pp. 171, 211); S. Camporeale, Giovanmaria dei Tolosani O.P.: 1530-1546. Umanesimo, Riforma e teologia controversista (1986), in Id., Lorenzo Valla. Umanesimo, Riforma e Controriforma. Studi e testi, Roma 2002, pp. 331-462; A.F. Verde, Note sul movimento savonaroliano, in Memorie domenicane, n.s., 1995, vol. 26, pp. 403-452 (in partic. p. 445); M.A. Granada, G.M. T. e la prima reazione romana di fronte al ‘De revolutionibus’: la critica di Copernico nell’opuscolo ‘De coelo et elementis’, in La diffusione del copernicanesimo in Italia, 1543-1610, a cura di M. Bucciantini - M. Torrini, Firenze 1997, pp. 11-35; E. Panella, ‘Cronica fratrum’ dei conventi domenicani umbro-toscani (secoli XIII-XV), in Archivum Fratrum Praedicatorum, 1998, vol. 68, pp. 223-294 (in partic. p. 266); M.-P. Lerner, Aux origines de la polémique anticopernicienne (I). L’‘Opusculum quartum’ de G.M. T. (1547-1548), in Revue des Sciences philosophiques et théologiques, 2002, vol. 86, pp. 681-722; L. Saracco, Aspetti eterodossi della ‘Bibbia nuovamente tradotta dalla hebraica verità in lingua thoscana’ di Santi Marmochino: risultati di una ricerca, in Dimensioni e problemi della ricerca storica, 2003, n. 2, pp. 81-107 (in partic. pp. 82 s.); L. Guerini, Cosmologie in lotta. Le origini del processo di Galileo, Firenze 2010, pp. 85 s.; C.P.E. Nothaft, Dating the passion. The life of Jesus and the emergence of scientific chronology (200-1600), Leiden-Boston 2012, pp. 244-250.