MANZOLINI, Giovanni
Nacque a Bologna nel 1700 da Francesco, calzolaio, e da Alessandra Marzocchi.
Stante il resoconto dettagliato di Luigi Crespi (p. 301), primo biografo del M., il padre, dopo aver invano tentato di avviare il giovane al suo stesso mestiere, gli consentì di ricevere un'educazione artistica nella scuola locale: dapprima presso Giuseppe Pedretti e poi, dopo la partenza del pittore per la Polonia, al seguito di Francesco Monti. Il perfezionamento del M. sarebbe avvenuto attraverso la frequentazione dell'Accademia del nudo e l'esercizio della copia dai grandi maestri del classicismo cinque-seicentesco; non sono tuttavia noti né riscontri documentari né testimonianze grafiche o pittoriche a sostegno di quanto riferito da Marcello Oretti (in Armaroli, p. 52), che ricordava varie immagini sacre realizzate dal M., tra cui numerose riproduzioni della S. Cecilia di Raffaello in S. Giovanni in Monte a Bologna.
Furono il desiderio di migliorare nell'arte pittorica (Crespi, p. 301), o piuttosto ragioni esclusivamente economiche (Medici, 1857, p. 4), ad avvicinare il M., in età già matura, agli studi di osteologia e miologia e, quindi, alla scuola del notomista bolognese Ercole Lelli avviando un'attività di ceroplasta per la quale sarebbe rimasto principalmente conosciuto. In una fase ancora precedente i primi importanti lavori in questo ambito, il M. sarebbe stato incaricato dell'insegnamento dell'aritmetica e della geometria presso il collegio Montalto (Crespi, p. 301).
Nel 1740 sposò Anna Morandi, nata a Bologna nel 1716 da Carlo e da Rosa Giovannini, figura che si rivelò, per il "malinconico, pusillanime, ed afflitto marito", motivo di costante conforto nonché "di aiuto e sostegno col suo talento e spirito virile" (ibid., p. 309) poiché, istruita dal M. nelle discipline anatomiche, con lui collaborò sia nella realizzazione dei preparati anatomici sia nell'attività di ricerca e nella didattica rivolta ai giovani studiosi.
Nel 1743 il M. subentrò a Domenico Piò come collaboratore di Lelli per la realizzazione del rivestimento in cera dei preparati della "camera anatomica", commissionata da papa Benedetto XIV Lambertini per il perfezionamento dell'attività artistica e già destinata alla sede storica dell'Istituto delle scienze in palazzo Poggi (Bologna, Gabinetto di anatomia dell'Istituto delle scienze: Falabella). Il rapporto professionale tra Lelli e il M. si interruppe tuttavia dopo tre anni, causa le disattese rivendicazioni del secondo di vedere riconosciuti i propri meriti nell'impresa, e attraverso modalità variamente spiegate dalle fonti divise tra detrattori e sostenitori di Lelli (Crespi, pp. 302 s.; Pisarri; de' Vegni; Bianconi, in Medici, 1856, p. 179).
Il M. iniziò da quel momento a lavorare in proprio nella sua dimora bolognese in contrada "case nuove di S. Martino" (Medici, 1857, p. 21), rivolgendo la propria attività in direzione più dichiaratamente scientifica. Ancora secondo Crespi (p. 303), riecheggiato senza varianti nelle fonti posteriori, il M. avrebbe realizzato per il re di Sardegna Carlo Emanuele III nove preparati anatomici; per la Royal Society di Londra, cinque cassette contenenti la riproduzione in cera degli organi di senso e della voce; e altrettante, per il procuratore, poi doge, Alvise Mocenigo.
L'attività del M. a servizio degli insegnanti dell'Istituto delle scienze sarebbe stata poi particolarmente impegnativa, oltreché densa di futuro, per gli studi medici. Per Pier Paolo Molinelli, docente di chirurgia, eseguì le tavole dell'orecchio che il professore "teneva con somma gelosia, carissime" (Crespi, p. 306). E fu proprio nello studio dell'apparato uditivo che il M. giunse a importanti scoperte; tra queste ultime, quelle riguardanti la conformazione dell'orecchio e il sordomutismo congenito, che confutarono le acquisizioni di Anton Maria Valsalva e di cui resta memoria nelle due lettere autografe inviate all'Accademia delle scienze, annessa all'Istituto, e datate, rispettivamente, 9 marzo 1749 e 7 febbr. 1750 (Armaroli, p. 55).
Ugualmente rilevante per il progresso delle conoscenze fu la serie di preparati riproducenti uteri gravidi commissionati al M. da Giovanni Antonio Galli, docente di ostetricia.
La "supellex obstetricia", avente lo scopo di illustrare le differenti posizioni assunte dal feto durante la gravidanza e utilizzata nel corso per levatrici che Galli teneva nella sua casa, risultò composta di 171 tavole dimostrative: esse furono realizzate in parte (46 pezzi) in cera, principalmente dal M. e, solo per alcuni pezzi, dai fratelli scultori Ottavio e Nicola Toselli; le restanti, per ragioni di economia di tempo e di spesa, furono invece eseguite in creta colorata a secco dallo scultore bolognese Giovan Battista Sandi, eccezion fatta per "qualche bacino ed altro difficile lavoro" realizzato da Antonio Cartolani (Bologna, Gabinetto di anatomia dell'Istituto delle scienze: Bianconi, in Medici, 1857, p. 9), e sottoposte a cottura solo fra 1860 e 1870 per disposizione del clinico ostetrico Giovan Battista Fabbri, dietro suggerimento del disegnatore e scultore anatomico Cesare Bettini (Fabbri).
Allo scopo di illustrare il sistema vasco-circolatorio, il M. scolpì inoltre una statua maschile in legno "la quale mostra al naturale l'andamento de' vasi sanguiferi superficiali del corpo" (Medici, 1857, p. 9).
Mancano conferme, invece, di un'attività ceroplastica svolta dal M. con finalità specificamente artistiche. Pertanto, alla "maniera" di Anna Morandi, piuttosto che a quella del M., dovrà eventualmente ricondursi il ritratto maschile in cera colorata, databile al secondo quarto del Settecento e conservato a Londra (Victoria and Albert Museum: Pope-Hennessy).
Il M. morì prematuramente a Bologna il 7 apr. 1755 di "idropisia di petto" ed epatite (Crespi, p. 307) e fu sepolto nella chiesa metropolitana di S. Petronio.
Lasciò, oltre alla moglie, due figli maschi: Giuseppe, accolto nell'orfanotrofio bolognese di S. Bartolomeo e quindi beneficiato dell'eredità Solimei da cui avrebbe preso il nome, e Carlo, futuro canonico della basilica petroniana (Medici, 1857, p. 21).
I preparati anatomici del M., una parte dei quali registrati, con quelli della moglie, in palazzo Solimei ancora a metà Ottocento (ibid., pp. 25 s.), furono progressivamente acquisiti dall'Istituto di anatomia umana: oltre alla citata statua maschile, donata dalla moglie nel 1758 (Angelelli; Bernabeo, p. 34), la suppellettile ostetrica fu acquistata dal senatore Sigismondo Malvezzi il 14 nov. 1757 al prezzo di 1000 scudi e a dispetto del parere contrario di Lelli (Armaroli, p. 49).
Rimasta vedova, Anna Morandi continuò a esercitare in proprio le attività in cui coadiuvava il M. conquistando una notorietà e un successo artistico assai maggiori di quelli del marito. Diversi e prestigiosi furono infatti i riconoscimenti professionali e i titoli accademici da lei ottenuti: già aggregata nel 1756 all'Accademia delle scienze dell'Istituto e nel 1758 alla Clementina, nel 1760 il Senato cittadino le conferì l'incarico di modellatrice presso la cattedra di anatomia per 300 lire bolognesi "permettendole senza per altro obligarla di far Lezioni o nel pubblico Studio, o nella sua Casa propria" (Fantuzzi, p. 115). Nello stesso anno fu aggregata alla Società letteraria di Foligno e nel 1761 all'Accademia del disegno di Firenze. Continuò a svolgere la sua attività a Bologna, declinando sempre gli inviti che ricevette da diverse università italiane e straniere, dalla Royal Society di Londra e dall'imperatrice di Russia Caterina II (ibid.). Nel 1765 concluse la vendita al senatore G. Ranuzzi dei suoi preparati anatomici, della sua strumentazione tecnica e scientifica e della sua biblioteca contenente i più importanti trattati di medicina e chirurgia (Bernabeo, pp. 36-38). Contestualmente si trasferì in un appartamento offertole dal senatore nel suo palazzo dove la visitarono, tra gli altri, il medico americano John Morgan (Cazort, p. 7) e, il 14 maggio 1769, l'imperatore Giuseppe II.
I soggetti più ricorrenti nelle numerosissime tavole prodotte da Anna Morandi (Bologna, Istituto di anatomia umana dell'Università), e delle quali si conservano le esaurienti descrizioni redatte da lei stessa (Bologna, Biblioteca universitaria, Mss. B. 2193), furono i cinque sensi, l'apparato uro-genitale e la conformazione ossea dei feti e dell'adulto. Ceroplasta di fama internazionale, applicò la sua esperta manualità anche in direzione più specificamente artistica, realizzando opere che rimangono a testimonianza del costume settecentesco (Ottani - Giuliani-Piccari, p. 92): le si i attribuiscono i busti ritratti del prelato Ercole Isolani (Bologna, collezione Isolani), del M. e il suo proprio (Bologna, Gabinetto di anatomia dell'Istituto delle scienze), questi ultimi effigiati nell'atto di eseguire una dissezione.
Morì il 9 luglio 1774 e fu sepolta nella chiesa bolognese di S. Procolo. La serie delle sue opere fu acquistata l'11 sett. 1776 dal conte Girolamo Bonuzzi per l'Accademia delle scienze, al costo di 3200 scudi bolognesi (Bernabeo).
Fonti e Bibl.: L. Crespi, Vite de' pittori bolognesi non descritte nella Felsina pittrice, Roma 1769, pp. 301-307, 311-313, 328 s. (p. 309 per Anna Morandi); F. Pisarri, Dialoghi tra Claro, e Sarpiri…, Bologna 1778, pp. 48-50; G. Angelelli, Notizie dell'origine, e progressi dell'Instituto delle scienze di Bologna e sue accademie, Bologna 1780, pp. 119 s.; L. de' Vegni, Lettera preliminare…, in Memorie per le belle arti, IV (1788), p. VI; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VI, Bologna 1788, pp. 113-116 (per Anna Morandi); F. De Boni, Biografia degli artisti, Venezia 1840, p. 78; L. Galvani, De Manzoliniana suppellectili oratio, in Opere edite ed inedite…, Bologna 1841 (per Anna Morandi); C. Bonafede, Cenni biografici e ritratti d'insigni donne bolognesi, Bologna 1845, pp. 167-172 (per Anna Morandi); M. Medici, Elogio d'Ercole Lelli, in Memorie dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, VII (1856), pp. 159, 173, 176-180; Id., Elogio di G., e di Anna Morandi coniugi Manzolini, ibid., VIII (1857), pp. 3-25; G. Fabbri, Antico Museo ostetrico di Giovanni Antonio Galli…, ibid., s. 3, II (1872), p. 131; L. Castaldi, Francesco Boi 1767-1860, primo cattedratico d'anatomia umana a Cagliari e le cere anatomiche fiorentine di Clemente Susini, Firenze 1947, pp. 36 s. n. 71; A. Emiliani, Ritratti in cera del '700 bolognese, in Arte figurativa antica e moderna, VIII (1960), 44, pp. 28, 32, 34 s.; J. Pope-Hennessy, Catalogue of Italian sculpture in the Victoria and Albert Museum, II, London 1964, p. 661; E.J. Pyke, A Biographical Dictionary of wax modellers, Oxford 1973, pp. 87 s.; L. Bonuzzi - L. Permuda, Una collezione padovana di cere ostetriche, in La ceroplastica nella scienza e nell'arte. Atti del Convegno… 1975, I, Firenze 1977, p. 202; V. Busacchi, La "supellex obstetricia" della clinica ostetrica di Bologna, ibid., pp. 250, 253; R. Büll, Das Grosse Buch vom Wachs. Geschichte Kultur Technik, München 1977, ad ind. (anche per Anna Morandi); M. Bortolotti, Insegnamento, ricerca e professione nel Museo ostetrico di Giovanni Antonio Galli, in I materiali dell'Istituto delle scienze (catal.), Bologna 1979, p. 243; V. Busacchi, Le cere anatomiche dell'Istituto delle scienze, ibid., pp. 231 s., 235-237; M. Ferretti, Il notomista e il canonico, ibid., pp. 113 n. 31, 114 n. 35; M. Armaroli, Le cere anatomiche bolognesi del Settecento, in Le cere anatomiche bolognesi del Settecento (catal.) Bologna 1981, pp. 48 s., 52-55, 62-64, 73, 77 s.; R.A. Bernabeo, La suppellettile anatomica dell'Accademia delle scienze, ibid., pp. 27-29, 32-35 (pp. 36-39 per Anna Morandi); M. Cazort, Wax anatomical models as teaching devices in eigtheenth century Bologna and Florence, in Drawing, IV (1982), 1, p. 6 (p. 7 per Anna Morandi); M. Fanti, Sulla figura e l'opera di Marcello Oretti, in Il Carrobbio, VII (1982), p. 134; R. Landi, Indice degli artisti compresi nell'opera manoscritta di Marcello Oretti "Notizie de Professori del dissegno", in L'Archiginnasio, LXXVIII (1983), p. 159; Marcello Oretti e il patrimonio artistico privato bolognese, indice a cura di E. Calbi - D. Scaglietti Kelescian, in Documenti (1984), 22, p. 129; G. Perini, La camera anatomica dell'Istituto delle scienze, in Palazzo Poggi, a cura di A. Ottani Cavina, Bologna 1988, pp. 178-183; V. Ottani - G. Giuliani-Piccari, L'opera di Anna Morandi Manzolini nella ceroplastica anatomica bolognese, in Alma Mater Studiorum. La presenza femminile dal XVIII al XX secolo, Bologna 1988, pp. 81-83, 85-93; A. Ghirardi, Women artists of Bologna: The self-portrait and legend from Caterina Vigri to Anna Morandi Manzolini (1413-1774), in Lavinia Fontana of Bologna (catal., Washington), a cura di V. Fortunati, Milano 1998, pp. 32, 44-47; S. Benassi, L'Accademia Clementina. La funzione pubblica. L'ideologia estetica, Bologna 2004, pp. 69, 209, 332; S. Falabella, Lelli, Ercole, in Diz. biogr. degli Italiani, LXIV, Roma 2005, p. 333; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 48; XXV, p. 120 (per Anna Morandi).