MARIANI, Giovanni Lorenzo
– Nacque a Lucca nel 1722, dove fu battezzato il 17 ottobre, da Giovanni Domenico e da Anna Maria Pacini.
Il suo apprendistato musicale si svolse presso il seminario di S. Giovanni, in cui – al pari degli altri due seminari cittadini – la musica era insegnata fin dalla seconda metà del Cinquecento anche ad allievi esterni. Come molti lucchesi dediti agli studi musicali, debuttò alle feste di S. Croce (13-14 settembre): la sua presenza è documentata nel 1735-36 in qualità di «canto» del secondo coro e, dal 1740 al 1745, tutti gli anni come «basso» del secondo coro. Dal 1746 al 1753 proseguì la sua formazione a Bologna sotto la guida di padre G.B. Martini, prestando nel contempo servizio come organista del convento di S. Francesco, dove aveva trovato ospitalità e Martini era maestro di cappella. Nel 1751 divenne membro dell’Accademia filarmonica di Bologna.
L’esordio del M. come compositore risale al 1753; in quell’anno fu incaricato di comporre le musiche per la Festa dei comizi o delle tasche, ossia le elezioni dei supremi magistrati della Repubblica di Lucca, che si svolgevano nell’arco di tre giorni (nel caso specifico il 4, 5 e 6 giugno). Nel dicembre dello stesso anno giunse a Genova e poco dopo, essendo al servizio di Francesco Maria Della Rovere, ultimo discendente del ramo ligure della nobile famiglia, iniziò la sua carriera di maestro di cappella nel duomo di Savona. Fu probabilmente lo stesso padre Martini a procuragli questo incarico, che mantenne fino al 1792. A Savona inoltre si sposò con Anna Maria Gozo l’11 maggio 1763; dal matrimonio non nacquero figli.
Erudito e dotato anche di talento poetico, nel 1754 il M. fu ammesso alla Colonia degli Arcadi Sabazi col nome di Mirtindo Acrejo, divenendone segretario nel 1777. In tale veste collaborò regolarmente all’attività del sodalizio arcadico savonese sia con testi poetici (alcuni dei quali inseriti in raccolte edite tra il 1765 e 1788), sia con cantate e sinfonie per le annuali accademie o per altre solenni occasioni, come il rifacimento della cappella Sistina di Savona (1762-64), in occasione del quale compose la cantata a 3 voci Religione, eternità, magnificenza. Oltre a questi incarichi, al M. erano sovente commissionate musiche per funzioni religiose a Genova, città in cui risiedeva abitualmente il marchese Della Rovere, in particolare nelle chiese di S. Francesco di Castelletto e dei Ss. Giacomo e Filippo, suscitando così l’ostilità di alcuni suoi colleghi genovesi. Ben presto, però, la vita musicale savonese si rivelò piuttosto avara di soddisfazioni, tanto da fargli desiderare sempre più un impiego altrove, soprattutto dopo la morte di Della Rovere (1768), col quale aveva mantenuto sempre ottimi rapporti. Temendo di essere licenziato dalla cappella savonese, nel 1779 concorse alla direzione della cappella musicale del duomo di Milano ma, nonostante i giudizi a lui favorevoli, il posto fu assegnato a Giuseppe Sarti, rinomato operista, dopo un concorso piuttosto controverso. Pur di andarsene da Savona il M. avrebbe accettato di lavorare anche per il teatro, adattandosi a comporre melodrammi; tuttavia l’agognata ricerca di un nuovo incarico – nonostante l’appoggio autorevole di padre Martini – non approdò al risultato sperato e il M. si rassegnò a finire i suoi giorni «in una catedrale di un piccolissimo e povero angolo del mondo» (lettera del 29 febbr. 1779: Tarrini, 2000, p. 193). Nel marzo 1792 si dimise dall’incarico di maestro di cappella e, dietro invito di non meglio identificati «distinti soggetti», si trasferì a Genova per dedicarsi interamente alla composizione.
Il M. morì a Genova il 20 marzo 1793.
Gli furono celebrate solenni esequie nella chiesa di S. Donato, dove fu sepolto il 23 marzo, con la partecipazione di numerosi musicisti locali.
Stimato da Giovenale Sacchi come eccellente compositore di musica ecclesiastica, ma anche erudito nelle lettere (Premoli, p. 509), il M. fu reputato uno dei migliori allievi di padre Martini (Gervasoni), tanto da figurare tra gli otto più illustri musicisti della Liguria effigiati tra gli intercolunni della sala dei concerti del Civico Istituto di musica di Genova, un tempo ubicato nell’ex monastero delle Grazie. Fin dal 1777 un suo ritratto, tuttora conservato (riprodotto in Tarrini, 1999), era altresì entrato a far parte dell’importante raccolta di effigi di musicisti che ornavano le pareti della biblioteca di padre Martini, anticamente ubicata nel convento di S. Francesco a Bologna e oggi nel Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna. Dal suo maestro il M. ereditò l’interesse per lo studio e per i libri: nel carteggio intercorso fra i due, consistente in 39 lettere degli anni 1753-82 (edite in Tarrini, 2000), abbondano i riferimenti alla ricerca e all’invio di manoscritti e libri di musica che Martini andava raccogliendo per la sua biblioteca.
A differenza di gran parte dei musicisti del suo tempo, il M. non scrisse musica per il teatro, preferendo invece lo stile contrappuntistico, «uno stile di musica che va a perdersi, e per la sua difficile eleganza, e per la leggerezza de’ professori di quest’arte» (lettera del 23 marzo 1780: ibid., p. 205). Se si eccettua la composizione di sinfonie e cantate per le annuali accademie arcadiche, si dedicò quasi esclusivamente alla musica sacra con una spiccata predilezione per i grandi organici, soprattutto a otto voci in doppio coro: lo testimoniano in particolare due messe, una «a 16 voci distribuite in 4 cori reali con due orchestre di stromenti obbligati», e l’altra «a due cori reali e stromenti obbligati», composte rispettivamente per le incoronazioni dei dogi genovesi Francesco Maria Della Rovere (1765) e Michelangelo Cambiaso (1791); quest’ultima pubblicata in edizione moderna a cura di G.E. Cortese (Genova 1997) e poi eseguita nella cattedrale di S. Lorenzo a Genova il 28 apr. 1998 (Messa a due cori reali e stromenti obbligati per l’incoronazione…, CD, Dynamic, Genova 1998). Tale predilezione per i grandi organici è con ogni probabilità riconducibile alle sue esperienze musicali giovanili: a Lucca nelle funzioni più importanti, che vedevano coinvolte la cappella Palatina e i seminari cittadini, erano frequenti le esecuzioni di musiche a otto voci in due cori con numerosi strumenti ad arco e a fiato.
Della produzione musicale del M. sopravvivono soltanto pochi manoscritti autografi conservati a Bologna, Savona, Genova e Milano; copie di sue composizioni sacre si trovano anche a Roma, Parigi, Monaco di Baviera e Münster. In vita non riuscì a veder pubblicata alcuna sua opera, nonostante ne avesse manifestato l’intenzione fin dal 1763, e neppure la collaborazione a una progettata Continuazione del Salterio marcelliano (in due tomi di tre salmi ciascuno), promossa da G. Sacchi, la cui uscita era prevista per il 1789, sembra aver avuto seguito: rimane solo la bozza a stampa del piano dell’opera dal quale risulta che il M. musicò i salmi 52, 54-56 negli anni 1778, 1780 e 1784 (Luppi, 1996, p. 142).
Tra i più noti allievi del M. vanno ricordati il savonese Luigi Lamberti (1766-1833), suo successore nella direzione della cappella musicale del duomo di Savona, e probabilmente il genovese Francesco Gnecco.
Fonti e Bibl.: Lucca, Istituto musicale «L. Boccherini», Fondo Puccini, Autori diversi, 39: Nomi, cognomi e patria dei virtuosi sì di voci che d’istrumenti che sono intervenuti alle nostre funzioni di S. Croce, I-IV (1711-99), ad annos; Roma, Arch. stor. dei Barnabiti, GG.101 (sette lettere di G. Sacchi al M. del 1779-82, di cui due in Premoli, 1921); Savona, Biblioteca civica, Mss., IX.III.6.6: Notizie storiche della colonia degli Arcadi Sabazi (1750-1864), pp. 25, 54, 71, 75; 15.C.140: M.E. Gavotti di Castellaro Floridj, Miscellanea (Raccolta di notizie varie sui Gavotti, su altre famiglie savonesi, su Savona, Albisola ecc.), datt., s.d. [ma 1990], p. 74; G. Sacchi, Delle quinte successive nel contrappunto e delle regole degli accompagnamenti, Milano 1780, p. 155; C. Gervasoni, Nuova teoria di musica, Parma 1812, p. 175; G. Carpani, Le Haydine, Padova 1823, pp. 145 s.; A. Mazzarosa, Della istruzione dei Lucchesi. Compendio storico-critico, in Opere del marchese Antonio Mazzarosa, V, Lucca 1841, pp. 134-145; L. Nerici, Storia della musica in Lucca, in Memorie e documenti per servire alla storia di Lucca, XIII, Lucca 1880, pp. 278 s.; L. Busi, Il padre G.B. Martini musicista-letterato del secolo XVIII, Bologna 1891, pp. 323-333; L. Torri, Una lettera inedita del padre G.B. Martini, in Riv. musicale italiana, II (1895), pp. 262-286; A. Bruno, Memoria sull’antica colonia degli Arcadi Sabazi, in Bull. della Soc. stor. savonese, III (1900), 1-2, pp. 35, 37, 41; O. Premoli, Giovenale Sacchi. Memorie e lettere inedite, in Arch. stor. lombardo, s. 5, XLIII (1921), pp. 506, 520 s., 523; O.M. Guasconi, Il p. Giovenale Sacchi barnabita, musico e letterato nel secolo XVIII, in Eco dei barnabiti. Studi, V (1939), 1, pp. 37-39; Id., La cooperazione del Martini all’opera del padre Sacchi, ibid., X (1943), 1, pp. 68-72; Sei secoli di musica nel duomo di Milano, a cura di G. De Florentiis - G.N. Vessia, Milano 1986, pp. 104-125; A. Luppi, Giovenale Sacchi e la «musica ecclesiastica» tra apologia e progetti di riforma, in La musica a Milano, in Lombardia e oltre, a cura di S. Martinotti, Milano 1986, pp. 126-129, 142; G. Biagi Ravenni, «Molti in Lucca si applicavano alla professione della musica»: storie di formazione e di emigrazione nella patria di L. Boccherini, in Chigiana, n.s., XLIII (1993), 23, pp. 69, 74, 79 s., 102-105; Id., Diva Panthera. Musica e musicisti al servizio dello Stato lucchese, Lucca 1993, pp. 46, 125 s.; C. Bongiovanni, Musica e musicisti attraverso gli «avvisi» di Genova (1777-1797), in La Berio, XXXIII (1993), 1, pp. 17-89; Id., Aspetti di vita musicale settecentesca a Genova dall’epistolario di padre G.B. Martini, ibid., XXXV (1995), 2, pp. 49-74; Feste e musica per l’incoronazione del doge di Genova. In margine alla prima esecuzione moderna della «Messa» di G.L. M., a cura di O. Cartaregia - C. Farinella - G. Grigoletti, Genova 1998; M. Tarrini, Un elenco di edizioni musicali cinque-seicentesche in una lettera di G.L. M. a padre Martini (Savona, ca. 1759), in Riv. internazionale di musica sacra, XIX (1998), pp. 89-110; Id., G.L. M. maestro di cappella in Savona: ritratto inedito, in La Casana, XLI (1999), 1, pp. 38-43; Id., Le lettere di G.L. M. a p. Martini nel Civico Museo bibliografico musicale di Bologna (1753-82), in Atti e memorie della Soc. savonese di storia patria, n.s., XXXVI (2000), pp. 149-221.