GIOVANNI III Sobieski, re di Polonia
Figlio di Jakób Sobieski castellano di Cracovia (cioè primo senatore del regno) e di Teofila Daniłowicz; pronipote, dal lato materno, dell'etmanno Stanislao Žółkiewski, nacque a Olesko, presso Leopoli, il 2 giugno 1624. Studiò all'università di Cracovia e all'estero, soprattutto a Parigi, viaggin̄ in Inghilterra, Francia, Olanda, Germania e Turchia. Raggiunse presto alti gradi nello stato: nel 1656 grande gonfaloniere della corona; nel 1665 etmanno di campo e grande maresciallo del regno; nel 1667 grande etmanno (comandante in capo dell'esercito) della corona.
Come uomo politico era fautore dell'alleanza tra la Polonia e la Francia, sorretto in cin̄ dalla moglie, la francese Maria Casimira d'Arquien, dama di corte della regina Maria Lodovica e vedova Zamoiski. Ma tutti gli sforzi del re Giovanni Casimiro e di Luigi XIV per porre sul trono polacco il candidato francese rimasero infruttuosi. Fu eletto re Michele Wiśniowiecki e la Polonia, contro le intenzioni della Francia, s'ingolfò in lotte accanite con la Turchia, nelle quali rifulse il talento militare del Sobieski. Infatti, la ripresa dell'espansione turca nella seconda metà del sec. XVII, che si fece sentire contemporaneamente nell'Ungheria e su Venezia (occupazione di Candia), si rivolse anche, durante il regno di Michele, contro la Polonia, esausta per le lunghe lotte sotto Giovanni Casimiro. Nel 1672 l'enorme spedizione turca, sotto il comando del sultano Maometto IV e il granvisir Ahmed Köprülü, si diresse contro la Polonia, occupò l'importante fortezza di Kamenec Podol′sk e costrinse il re a concludere la pace a Buczacz, nella quale la Polonia cedette alla Turchia la Podolia e l'Ucraina. Di fronte all'indignazione unanime, la dieta polacca deliberò la creazione di un forte esercito, di cui fu posto a capo il Sobieski che riportò nel 1673 una grande vittoria sui Turchi presso Hotin (Chocim), impadronendosi d'assalto del loro campo di rifornimento. Questa vittoria gli procurò la corona polacca, poiché, dopo la morte di Michele, fu eletto re il 21 maggio 1674. Senza attendere l'incoronazione, G. continuò la lotta contro i Turchi, sconfiggendo nel 1675 i Tartari presso Leopoli e concludendo l'armistizio presso Zurawno, col quale la Turchia restituiva alla Polonia la maggior parte dell'Ucraina e, in quanto alle altre terre occupate, si dichiarava disposta a entrare in trattative a Costantinopoli con la partecipazione della Francia.
Nello stesso tempo avevano luogo trattative polacco-francesi per un'alleanza contro l'Austria e il Brandeburgo nella guerra di coalizione di Luigi XIV. L'alleanza fu conclusa nel 1675 a Jaworów nel senso che, dopo la vittoria, la Polonia avrebbe ottenuto la Prussia Orientale. Ma ad un'azione da parte polacca - dalla quale G. sperava di trarre vantaggi per rinforzare il potere regio - non si giunse, poiché la diplomazia francese non era riuscita a regolare favorevolmente i rapporti tra i Polacchi e i Turchi. G. finì in questo modo con l'avvicinarsi all'imperatore, concludendo nel 1683 col papa Innocenzo XI e con l'imperatore Leopoldo I un'alleanza contro la Turchia. Quando nell'estate di quell'anno l'esercito turco, condotto del granvisir Kara Mustafa, assediò Vienna, G. guidò sotto Vienna un forte esercito polacco e qui, a capo degli alleati polacchi e tedeschi, riportò il 12 settembre 1683 una grande vittoria, che fu definitivamente decisa da un vittorioso attacco degli usseri polacchi. G., mandata al papa la bandiera verde del profeta, che l'esercito polacco aveva conquistata, inseguì il nemico, e liberò, per mezzo della battaglia presso Parkany, la fortezza di Esztergom. Con le ulteriori lunghe lotte coi Turchi (la Polonia si associò alla Santa Lega con l'imperatore, il papa e Venezia), condotte da parte polacca principalmente alla frontiera del principato multeno, la Polonia, dopo la morte di G. (17 giugno 1696) riacquistò, nella pace di Carlowitz (1699), tutte le terre che la Turchia le aveva tolte, compresa la fortezza di Kamenec Podol′sk. Ma la Polonia non poté rivendicare le terre cedute a Mosca ai tempi di Giovanni Casimiro con l'armistizio di Andrusovo (1667; v.). Nella pace conclusa a Mosca nel 1686 essa dovette rinunziare definitivamente a Kiev e al territorio ucraino alla sponda sinistra del Dnepr. Ai grandi successi militari della Polonia faceva riscontro un sempre crescente indebolimento interno: politico ed economico. Il re stesso, che godeva la fama di un condottiero geniale, non seppe padroneggiare i sintomi di decadenza e dissolvimento, né riuscì ad assicurare alla propria famiglia la successione al trono di Polonia, che passò invece, dopo la sua morte, ai Wettin di Sassonia.
In possesso di una ricca e profonda cultura, G. apprezzava e promuoveva le scienze; era un grande conoscitore e amatore dell'arte, e nei palazzi, per esempio a Wilanów (= villa nuova, presso Varsavia), raccolse ricche collezioni d'arte. Si circondava volentieri di artisti tra i quali, fra altri, emerse il suo pittore di corte Martino Altomonte (nato nel 1657 a Napoli), allievo di C. Maratta, ritrattista e pittore storico che fissò nei suoi quadri una serie di vittorie del Sobieski.
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