DARISTO, Giovanni Francesco
Ignote, allo stato attuale delle ricerche, la località e la data di nascita (nel sec. XVIII); tutti i documenti che gli si riferiscono, riguardano la carriera militare intrapresa dal D. nei ruoli del "Corpo degli ingegneri di Sua Maestà" sarda, poi "Corpo reale degli ingegneri" annesso all'esercito sardo.
La prima notizia d'archivio a nostra disposizione risale al 14 dic. 1771 e testimonia di una missione a Susa per accertare lo stato di integrità dell'arco romano di Augusto (Arch. di St. di Torino, Sez. I, Provincia di Susa, mazzo 2, fasc. 19). Promosso dal grado di luogotenente, a quello di capitano, nella primavera dell'anno successivo fu inviato a Cagliari a rilevare l'ingegnere Perini richiamato in terraferma: da questo istante fino alla morte, il D. percorse diverse volte il territorio dell'isola, soprattutto nelle zone oggi corrispondenti alle province di Cagliari e di Oristano (nelle parti settentrionali della Sardegna era operoso il luogotenente Cochis), incaricato dal viceré di visitare città e villaggi situati lungo la costa o sperduti nelle campagne dell'interno, provvedendo alla progettazione e alla riparazione, più spesso, di varie fortificazioni, torri costiere, ponti, strade, edifici pubblici civili e religiosi.
I Registri di ordini diversi... dell'Archivio di Stato di Cagliari permettono di seguire di giorno in giorno le numerose incombenze d'ufficio che furono affidate al Daristo.
Erano incombenze affatto prive di lustro: in modo particolare si trattava di fornire i disegni di fabbriche di secondaria importanza, di elaborare e sottoscrivere calcoli di spese e principalmente di sovraintendere all'attività dei cantieri aperti dai predecessori e non bene definiti dopo tanti anni dall'avvio, a seguito delle ulteriori varianti apportate nei singoli programmi edilizi. Vale ricordare in breve soltanto alcuni interventi che il D. ebbe ad affrontare: a Cagliari la direzione dei lavori di completamento dei palazzi viceregio e dell'università, la riparazione dei quartieri di S. Pancrazio, di S. Teresa e di S. Agostino, la costruzione della polveriera sulla rocca del Buoncammino (1774), la sistemazione del molo e dei magazzini nell'area recintata della darsena (1775), gli apparati per le feste celebrate in occasione delle nozze del principe di Piemonte con la principessa Clotilde di Francia (1775); ad Iglesias la conduzione dell'opera di completamento dell'insieme del palazzo vescovile e del seminario (1773-76. Risale al 1773 il disegno del D. che riproduce il piano originale, perduto, eseguito da S. Belgrano di Famolasco: cfr. Arch. di Stato di Torino, Sez. I, Sardegna, Affari ecclesiastici, cat. 2, mazzo 3, fasc. 57; ill. in Pescarmona, 1984, p. 85); a Carloforte la progettazione della chiesa parrocchiale e dell'acquedotto (1773); ad Oristano la consulenza per l'erezione del conservatorio delle orfane (1774), del seminario (1774) e per la riparazione del campanile del duomo (1776); i progetti dei ponti di Oristano, Busachi, Ozieri e Sedilo (1773-74); la risistemazione delle carceri di Oristano, Aritzo e Sorgono e delle torri di Oristano, Bosa, Portoscuso e Portopaglia ed altre ancora.
Appena giunto a Cagliari (il ministro Bogino, in un dispaccio datato da Torino 6 genn. 1773, lo definisce "soggetto di capacità distinta", abile nel mestiere benché ancora sprovveduto "di lumi di pratica e d'esperienza": Arch. di Stato di Cagliari, Segreteria di Stato, I Serie, Dispacci della R. Segreteria di Guerra, vol. 207, cc. 1v-2), il D. si trovò a dover difendere i propri compiti e le proprie prerogative nei confronti dell'intendente generale Giaime e del regio misuratore e architetto civile G. Viana, accusati di non rispettare la prassi consuetudinaria vigente fino ad allora nella distribuzione e nella conduzione degli appalti delle imprese. Esaurita l'iniziativa della sistematica revisione delle strutture difensive dell'isola e della prestigiosa progettazione di palazzi, di seminari e di università curata dal De Vincenti e dal Belgrano, era venuto a cadere, da parte dell'autorità di governo, il deliberato proposito (ma anche la forza e la possibilità tecnica, occorre precisare) di intervenire coordinando la soluzione dei problemi edilizi ed urbanistici irrisolti da secoli nella città capitale e nel resto del regno di recente acquisto (1720). Restavano da effettuare quotidiani interventi di completamento, di trasformazione, di manutenzione ordinaria e di restauro di progetti già approvati nell'ambito amministrativo della burocrazia della corte; e in questa situazione farraginosa, legislativamente complessa e imprecisa, è ovvio che, da un lato, il Viana avanzasse un suo puntuale diritto di ottenere il monopolio delle commissioni pubbliche e private e, dall'altro, che l'Intendenza generale rivendicasse il massimo di autonomia consentita e che fosse portata ad estendere il controllo dell'ufficio con il sovrapporsi ai rapporti gerarchici fra l'ingegnere, lo Stato Maggiore di Torino ed il potere del viceré.
Di sicuro non facile e controversa fu la permanenza del D. in Sardegna. Al ritorno a Cagliari, da Oristano, alla fine di giugno del 1777,a causa dei disagi subiti, il D. ricadde in una penosa malattia, che durava da mesi, e che, oltre tutto, gli impedì di approfittare del consenso già espresso dal re alla richiesta di trasferimento in Piemonte.
Il D. morì molto probabilmente a Cagliari nell'ottobre 1777.
Durante la malattia, così come è costretto a lamentare il ministro Chiavarina a morte avvenuta, servitori del Giaime si erano recati di notte sotto la finestre del D. moribondo a cantare il salmo De profundis e altri canti funebri (Arch. di Stato di Cagliari, Dispacci..., vol. 210, cc. 162v-163). Erede del D. fu nominata la sorella Anna Felice, nubile, di circa 60 anni, priva di beni di fortuna, che nel 1781 (e chissà pure per quanto) compare impegnata in trattative per recuperare i pochi mobili ed i larghi crediti lasciati dal fratello nei paesi della Sardegna (Ibid., Dispacci..., vol. 24, cc- 121v-123, 191-194v).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Cagliari, Segreteria di Stato, s. 1, Registro di Ordini diversi, delegazioni, evocazioni di cause ecc., voll. 525 (1º maggio 1771-12 giugno 1774), 526 (13 giugno 1774-21 ag. 1777); Disegni della Regia Segret. di Guerra, voll. 206 (1771-1772), 207 (1773-1774), 208 (1775), 209 (1776), 210 (1777), 214 (1781); Oristano, Arch. del Capitolo del duomo, Risoluzioni capitolari, vol. VII (1761-1781), c. 180v; Archivio di Stato di Torino, Sezione I, Provincia di Susa, mazzo 2, fasc. 19; Sardegna, Affari ecclesiastici, cat. 2, mazzo 3, fasc. 57; cat. 13, mazzo 2 (opere pie in genere), fasc. 10; Affari Politici, cat. 5, mazzo 1, fasc. 61, 66; Affari Econ., cat. 4, mazzo 2, fasc. 51, 52, 54; Ponti e strade 1771-1790 (in data 4 marzo e 23 dic. 1774, 16 ag. 1776 e 14 marzo 1777); Ibid., Sez. riunite, Arch. Guerra e Marina, sez. 4, Contratti e fortific. (1773-76), cc. 240-245; E.Ferrero, L'arc d'Auguste à Suse, Turin 1901, pp. 20, 33 s.; M. Manconi, La cattedrale di Oristano, in Studi sardi, XII-XIII (1955), 2, pp. 46, 66; F. Cherchi Paba, Il duomo di Oristano, Cagliari 1956, pp. 11, 14; R. Salinas, Archit. piemontesi in Sardegna, in Atti del X Congresso di storia d. archit. (Torino 1957), Roma 1959, pp. 437, 439 s., 443; A. Cavallari Murat, G. Viana, architetto sabaudo in Sardegna, in Atti e rass. tecnica d. Società d. ingegneri e d. architetti in Torino, n. s., XIV (1960), pp. 396, 399 s., 403; Id., S. Belgrano di Famolasco. Ingegnere sabaudo... in Sardegna, ibid., XV (1961), pp. 33, 38-41, 49; R. Serra, Oristano. Campanile del duomo (scheda n. 155), in C.Maltese, Arte in Sardegna dal V al XVIII sec.,Roma 1962, p. 265; C.Brayda-L. Coli-D. Sesia, Ingegneri e archit. del Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1963, pp. 31, 83, 91;R. Bonu, Oristano nel suo duomo e nelle sue chiese, Cagliari 1973, p. 66; I. Principe, Cagliari, Bari 1981, p. 133; D. Pescarmona, Nuovi contributi alla conoscenza dell'attività degli ingegneri militari piemont. in Sardegna nel sec. XVIII, in Boll. d'arte, 1984, 28, pp. 82-85, 89 s. note 22 e 23.