CAETANI, Giovanni
La tradizione storiografica lo dice figlio di Crescenzio (forse discendente dalla famiglia dei duchi di Gaeta o di Fondi) e fratello di Gaetana moglie di Orso, capostipite della famiglia Orsini. Queste indicazioni genealogiche non si basano però su alcun documento sicuro. è noto soltanto che un certo "Iohannes Gaietanus" viene menzionato da Radevico, autore dei Gesta Friderici in relazione allo scisma papale del 1159: "Episcopus Aletrinus, in presentia domni Gwidonis Cremensis cardinalis et Gimundi et Iohannis Guietani… dixit…"; e ancora, in riferimento ai capitoli fatti in occasione dell'elezione di Alessandro III: "De omnibus supradictis capitulis testimonium perhibuerunt predicti rectores cleri Romani… et Iohannes Gaietanus… et multi alii illustres Romani et nobilissimi, qui omnibus his interfuerunt et omnia viderunt et tractaverunt". è una notizia, questa, di massima importanza per la storia della famiglia Caetani di Roma. Il C. è il secondo personaggio discendente dal ramo romano a noi noto in ordine cronologico; il primo cenno relativo ad un Caetani di Roma si riscontra nella vita di Urbano II, intorno al 1088 (cfr. Caetani, Genealogia, p.26). All'epoca dello scisma del 1159, dunque, i Caetani erano considerati per il loro alto rango e antico splendore.
Gli storici della famiglia Caetani affermano generalmente che il C. godette del giurispatronato di una chiesa chiamata "s. Bartholomei a domo Iohannis Gagetani" nell'elenco delle chiese romane inserito nella bolla di Urbano III del 14 febbr. 1186 (Huelsen, p. 132 n. 27) e "s. Bartholomei Iohannis Gagetani", nel catalogo del Liber censuum di Cencio Camerario del 1192 (I, p. 303 n. 237, e Huelsen, p. 14 n. 239). Quest'ultimo catalogo aggiunge la notizia secondo cui "Iohannes Gagetanus" doveva un censo annuo di sei denari.
G. Caetani e M. Armellini hanno identificato questa chiesa con quella di S. Bartolomeo all'Isola Tiberina, ritenendo che la sua denominazione fosse legata ai palazzi dei Caetani situati presso il ponte Fabricio. L'Huelsen contesta la suddetta affermazione, facendo osservare che, secondo l'ordine topografico seguito nell'elenco della bolla di Urbano III, la chiesa di S. Bartolomeo in questione è da identificare con quella ricordata in un catalogo torinese dell'inizio del sec. XIV (p. 40 n. 348) fra S. Anastasio e S. Stefano de Arenula; in un catalogo parigino del 1230 viene elencata al n. 275 "s. Bartholomeus de Aureula" (= Arenula; cfr. Huelsen, p. 23 n. 275). Sempre secondo l'Armellini, il sito di S. Bartolomeo de Arenula non può essere meglio precisato. Non può in ogni caso essere identica alla chiesa moderna di S. Bartolomeo dei Vaccinari, sebbene non ne fosse probabilmente lontana. Sembra peraltro che sia scomparsa già prima del 1400.
Per quanto riguarda l'identificazione suddetta, sarà utile osservare che tra il 1159, anno in cui il C. appare per la prima (e forse unica) volta in un documento contemporaneo e il 1186, data della bolla di Urbano III sopra ricordata, sono trascorsi ben 27 anni e che, inoltre, nel 1196 riscontriamo un altro "Iohannes Caietanus" nel Chronicon Fossae Novae quale testimone alla consacrazione della chiesa di S. Maria a Fiume (cfr. Sindici, p. 69). Questi viene generalmente identificato con auel "Iohannes Caietanus" fratello di Aldobrandino cardinale di S. Susanna (m. 1223) che viene menzionato in una lettera di Onorio III del 13 apr. 1221 (Pressutti, n. 3241; cfr. G. Caetani, Genealogia, p. 43 n. 11). Mancano a nostro avviso prove sicure a sostegno sia di questo sia dell'altro accostamento genealogico. La figura del C., uno dei capostipiti della famiglia Caetani di Roma, rimane quasi completamente all'oscuro. La sua presenza ai capitoli per l'elezione di Alessandro III (1159) permette però di affermare che a quell'epoca i Caetani erano riusciti già a imporsi fra le più potenti famiglie dell'Urbe.
Fonti e Bibl.: Ottonis et Rahewini Gesta Friderici I imperatoris, in Monum. Germ. Hist., Scriptores rerum German. in usum schol., a cura di G. Waitz, XLVI, Hannoverae et Lipsiae 1912, p. 328. Sulla chiesa di S. Bartolomeo de Arenula, v. C. Huelsen, Le chiese di Roma nel Medio Evo, Firenze 1927, pp. 14 n. 239, 23 n. 275, 40 n. 348, 132 n. 27, 205 n. 6; P. Fabre-L. Duchesne, Le Liber censuum de l'Eglise Romaine, I, Paris 1910, p. 303 n. 237; M. Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIV, Roma 1942, p. 1261 (rettifica di C. Cecchelli). Sulla genealogia della famiglia Caetani cfr. Regesta Honorii papae tertii, a cura di P. Pressutti, I, Romae 1888, n. 3241; C. De Lellis, Discorsi delle fam. nob. del Regno di Napoli, I, Napoli 1654, p. 229; C. Gaetani, Vita del pont. Gelasio II, Roma 1802, pp. 30 s.; P. E. Visconti, Città e fam. nobili e celebri dello Stato pont., III, 2, Roma 1847, p. 5; M. Sindici, Ceccano. L'antica Fabrateria, Roma 1893, p. 69; C. De Cupis, Regesto degli Orsini, Sulmona 1903, p. 7; G. Caetani, Caietanorum genealogia, Perugia 1920, pp. 26 s., 42, tav. A-XXXVII, n. 7.