BIAVI, Giovanni
Nato di famiglia oriunda veronese a Cervignano nel Friuli ex-austriaco il 26 febbraio 1684; studiò a Gorizia, a Vienna, a Cracovia; fu sacerdote e dottore in filosofia e teologia, segretario, auditore, consigliere presso principi, nunzî, cardinali e viceré (Napolij. Ritiratosi a vita privata al paese natale nel 1733, vi morì il 12 agosto 1755. L'educazione avuta all'estero non gli vietò d'essere letterato interamente italiano. Più che per le sue opere di teatro, edite a Venezia ed a Roma (Fulvia; Polinice; La morte di Cesare; Coro...), o per quelle storiche, inedite, va ricordato per Le rime... divise in due parti (Napoli 1722), che, a torto ignorate oggi dalla critica anche erudita, sono fra i migliori frutti poetici dell'Arcadia, alla quale il B. fu iscritto col nome di Florillo Cremonio.
Bibl.: Morelli, Istoria della contea di Gorizia, 2ª ed., IV, Gorizia 1856; Codelli, Gli scrittori friulani austriaci, 3ª ed., Gorizia 1792. Questo Biavi non va confuso, come fu fatto, coll'improvvisatore pordenonese Bravi, di cui il Goldoni dice mirabilia in due suoi sonetti e sul quale cfr. B. Chiurlo, C. Goldoni e il Friuli nel Settecento, 2ª ed., Gorizia 1911, p. 34.