PLATTI, Giovanni Benedetto
PLATTI, Giovanni Benedetto. – Mancano notizie circa la famiglia d’origine e la data e il luogo di nascita di questo musicista, compositore e maestro di canto.
Nell’atto di morte di Platti, registrato nella parrocchia del duomo di Würzburg sotto l’11 gennaio 1763, risulta sessantaquattrenne (cfr. Kirsch, 2002, p. 154): sarebbe dunque nato nel 1699. Altre date, divergenti, sono state proposte da vari studiosi (Torrefranca, 1963, pp. 31-35; Freeman, 1985-86, p. 124; Selfridge-Field, 1971, p. 52 n. 4; Iesuè, 2001, p. 903; dubbia l’autenticità della lettera di Domenico Palafuti a padre Giambattista Martini del 7 ottobre 1764, pubblicata in Fabbri, 1967, pp. 188-190, oggi irreperibile, dalla quale Platti risulterebbe nato a Padova il 9 luglio 1697). Le poche notizie certe nei primi due decenni della vita del musicista puntano su Venezia: nel 1708 un Carlo Platti (suo padre?) era suonatore di violetta in S. Marco; nel 1711 e ancora nel 1715 un Giovanni Platti risulta affiliato all’Arte de’ sonadori (Iesuè, 2001, p. 903; Selfridge-Field, 1971, p. 36).
Alla stregua di molti altri musicisti italiani coevi, Platti cercò fortuna oltralpe. Il 2 aprile 1722 venne assunto come «oboista» e «violinista» nella cappella di corte del principe vescovo Johann Philipp Franz von Schönborn (1719-24) a Würzburg, in Franconia, posizione ch’egli, come virtuoso di spicco, mantenne poi per tutta la vita, sotto l’egida di altri cinque principi vescovi. Nel 1723 sposò la cantante di corte Maria Theresia Lambrucker (nata prima del 1705, deceduta nel 1752): è attestata la nascita di dieci figli. Sotto il principe vescovo Friedrich Carl von Schönborn (1729-46), antistite di due sedi arcivescovili, la cappella di corte operò spesso anche a Bamberga, il che per la famiglia del musicista, divenuto anche cantante e insegnante di canto, comportò di quando in quando spostamenti di una certa durata tra il Meno e la Regnitz.
Si devono agli Schönborn tre impulsi determinanti per la carriera artistica di Platti: Johann Philipp Franz lo arruolò nella cappella di corte; suo fratello Friedrich Carl lo elesse inoltre a cantante e maestro di canto; ma l’incidenza maggiore la esercitò un terzo fratello, il diplomatico Rudolf Franz Erwein (1677-1754), che risiedeva nel palazzo di Wiesentheid, a metà strada tra le due città franconi. Per questo melomane, appassionato e provetto dilettante di violoncello, Platti si prestò in qualità di suonatore, arrangiatore, consigliere e soprattutto compositore. Il nucleo storico originario della collezione musicale tuttora albergata nella residenza dei conti Schönborn-Wiesentheid conserva una sessantina di unica manoscritti di Platti: 28 concerti con violoncello obbligato, più di 20 sonate a tre in cui spetta al violoncello la parte di secondo strumento melodico, 4 duetti per violino e violoncello (in origine erano 6) e 12 sonate per violoncello, oltre ad alcuni brani di musica da chiesa (messe, Requiem, Stabat mater), tutti risalenti al terzo decennio del Settecento. Altre composizioni nacquero per la corte vescovile di Würzburg.
Le musiche vocali extraecclesiastiche di Platti sono pressoché totalmente perdute (di un Applauso festoso per l’elettione […] di Federico Carlo vescovo di Bamberga, 1729, e dell’oratorio Franconia christiana, overo La vita e ’l martirio di s. Chiliano, s.d., rimane il solo libretto). Un altro nucleo significativo della sua produzione consiste nei concerti e nelle sonate per clavicembalo, raccolti in tre libri a stampa usciti tra il 1742 e il 1746 da Ulrich Haffner a Norimberga, ma tramandati in parte anche in copie manoscritte coeve: 6 Sonates pour le clavessin sur le goût italien, op. 1 (1742; ed. moderna a cura di G. Pestelli, Milano 1978); sei Concerti a cembalo obligato, op. 2 (1742, perduti; cfr. Göhler 1902); 6 Sonate per cembalo solo, op. 4 (1746; ed. moderna a cura di G. Pestelli, Milano 1986); vi si aggiungono Sei Sonate a flauto traversiere solo con violoncello overo cembalo, op. 3 (1743). Si deve a queste edizioni di pregio se il nome di Platti non ha mai subito un’eclisse totale nella lessicografia musicale; nel XX secolo se ne sono poi occupati dappresso Fausto Torrefranca, Oskar Kaul, Fritz Zobeley, Alberto Iesuè, nonché (come curatori) Lothar Hoffmann-Erbrecht e Giorgio Pestelli. Ma anche le altre sue opere – in particolare quelle conservate manoscritte a Wiesentheid, fino a poco fa piuttosto trascurate – vengono oggi acquistando una meritata eco.
I concerti e le sonate per clavicembalo e per violoncello di Platti appartengono alla primissima fase nello sviluppo dei generi rispettivi; dal canto loro, le sonate a tre con il violoncello come strumento melodico – organico invero inusitato – presentano combinazioni sonore interessanti. La scrittura musicale di Platti, disinvolta e mai banale, esibisce un’invenzione tematica accesa e brillante nei tempi veloci, mentre nei tempi lenti spiccano l’opulenza armonica e la dovizia melodica; di volta in volta, fluente cantabilità e saldezza del contrappunto si danno o si passano la mano. Una viepiù ampia conoscenza dell’opera complessiva di Platti consentirà di meglio precisare il posto che gli spetta nella storia della musica strumentale del primo Settecento europeo.
Fonti e Bibl.: Le fonti musicali e le edizioni delle musiche di Platti sono compendiate in A. Iesuè, Le opere di G. B. P. (1697-1763): catalogo tematico, Padova 1999. Oltre le sopra citate edizioni sono apparsi, a cura di F. Dangel-Hofmann: in facsimile le sonate per violoncello (Courlay 1995) e una scelta di sonate a tre (Courlay 2003); le Ricercate WD 670-673 (= I 101-104), Magdeburg 2010; concerti e sonate a tre nei Denkmäler der Tonkunst in Bayern, vol. 23, Wiesbaden 2011 (Concerti WD 669, 651, 652, 655, 663 e 665 [= I 21, 23, 24, 26, 36, 38] e Sonate WD 680, 681, 687, 686, 675, 685 e 688 [= I 62, 63, 65, 69, 70, 77 e 78]); e a cura di L. Langer, Missa in F, Stuttgart 2003.
E.L. Gerber, Historisch-biographisches Lexicon der Tonkünstler, II, Leipzig 1792, col. 159; A. Göhler, Verzeichnis der in den Frankfurter und Leipziger Messkatalogen der Jahre 1564 bis 1759 angezeigten Musikalien, Leipzig 1902, III, p. 19; O. Kaul, Geschichte der Würzburger Hofmusik, Würzburg 1924, ad ind.; F. Zobeley, Rudolf Franz Erwein von Schönborn und seine Musikpflege, Würzburg 1949, ad ind.; L. Hoffmann-Erbrecht, Deutsche und italienische Klaviermusik der Bachzeit, Leipzig 1954, p. 145; W.S. Newman, The sonata in the classic era, Chapel Hill, N.C., 1963, ad ind.; F. Torrefranca, G. B. P. e la sonata moderna, Milano 1963; M. Fabbri, Una nuova fonte per la conoscenza di G. P. e del suo “Miserere”, in Chigiana, XXIV (1967), pp. 181-202; E. Selfridge-Field, Annotated membership lists of the Venetian instrumentalists-guild, 1672-1727, in Royal musical association research chronicle, IX (1971), pp. 36, 52 n. 4; Die Musikalien der Grafen von Schönborn-Wiesentheid. Thematisch-bibliographischer Katalog, a cura di F. Zobeley, parte I: Das Repertoire des Grafen Rudolf Franz Erwein von Schönborn, vol. II: Handschriften, a cura di F. Dangel-Hofmann, Tutzing 1982, ad ind.; D.E. Freeman, The earliest Italian keyboard concertos, in Journal of Musicology, IV (1985-86), pp. 121-145; A. Iesuè, Il concerto con il cembalo solista nel XVIII secolo in Italia, in Nuova Rivista musicale italiana, XX (1986), pp. 539-563; S.H. Hansell, Italian prosody as a guide to musical structure: accent, articulation and accompaniment in the flute sonatas of G. P., in Fluting and dancing. Articles and reminiscences for Betty Bang Mather on her 65th birthday, a cura di D. Lasocki, New York 1992, pp. 14-28; F. Dangel-Hofmann, Hofmusiker und Komponist G. B. P., in Mainfränkisches Jahrbuch für Geschichte und Kunst, XLIX (1997), pp. 121-140; Ead., Ehrengabe für einen fürstbischöflichen Virtuosen, in Musikpflege und “Musikwissenschaft” in Würzburg um 1800, a cura di U. Konrad, Tutzing 1998, pp. 169-178; A. Iesuè, P., G. B., in The new Grove dictionary of music and musicians, XIX, London-New York 2001, pp. 903 s.; D. Kirsch, Lexikon Würzburger Hofmusiker, Würzburg 2002, pp. 152-154; Dangel-Hofmann, P., G. B., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, Kassel 2005 coll. 677 s.