MELCHIORI, Giovanni Battista
– Nacque il 1° ag. 1811 a Monzambano, nel Mantovano, da Cesare e Barbara Zaniboni.
Nel 1831, compiuti gli studi classici presso l’i.r. liceo di Verona, si iscrisse alla facoltà medica dell’Università di Pavia. Il 19 maggio 1837 si laureò discutendo una tesi, poi subito pubblicata, che volle dedicare a C. Cairoli, professore emerito di chirurgia e direttore della facoltà medico-chirurgico-farmaceutica dell’ateneo pavese: Proposta di una statistica chirurgica (Pavia 1837).
Nella prima parte della dissertazione il M. sosteneva la necessità di dar vita a una nuova chirurgia tolta una volta per tutte alla pratica degli empirici e affidata esclusivamente ai medici, mentre nella seconda sottolineava l’importanza, per la buona formazione clinico-scientifica del chirurgo, dell’attento studio della disciplina, saldamente basata su fondamentali conoscenze di fisiologia, materia medica, anatomia patologica, anche con metodi statistico-epidemiologici.
Decisamente orientato verso l’esercizio della chirurgia, prestò servizio per tre anni come assistente alla cattedra di chirurgia diretta da L. Porta, che lo ebbe tra gli allievi prediletti. I suoi noti sentimenti patriottici e antigovernativi e la conseguente oppressiva attenzione alla quale era sottoposto dalla polizia asburgica lo costrinsero quindi a fuggire in Piemonte.
Nominato chirurgo primario presso l’ospedale S. Giacomo di Novi Ligure il 1° genn. 1841, il M. vi si trattenne con tale qualifica fino al 1859, dando convincente dimostrazione delle proprie capacità professionali. Nel 1856 pubblicò un’ampia rassegna dei numerosi casi affrontati nell’attività ospedaliera e privata, Rassegna dei casi più importanti di chirurgia osservati nel civico spedale di S. Giacomo di Novi (L) … con aggiunta di altri tolti dalla sua pratica privata, in Liguria medica, I (1856), pp. 353-368, 401-418, 517-532, 553-565. Nel lungo periodo trascorso in quella città il M. si distinse anche per l’impegno profuso in favore della collettività: si prodigò per la fondazione dell’asilo infantile, intervenne nella gestione delle scuole comunali, fu commissario del vaccino e venne più volte eletto consigliere comunale.
Di idee mazziniane volse anche la sua attenzione alle condizioni in cui si svolgeva il lavoro operaio, in particolare alla situazione igienica delle filande. In un’operetta pubblicata a Voghera nel 1845, Osservazioni igieniche sulla trattura della seta in Novi, il M. espose i rilievi effettuati nelle numerose fabbriche della cittadina e suggerì una serie di consigli utili alla salute pubblica e al benessere degli operai.
Il M. si occupò ancora dell’argomento, in particolare delle forme morbose che colpivano le mani degli operai delle filande da lui chiamate genericamente «mal della caldajuola» (Le malattie delle mani delle tratture da seta, osservate in Novi (Liguria), in Annali universali di medicina, 1857, vol. 160, pp. 5-26). Da ultimo riassunse le sue osservazioni in una terza memoria (Sulla insalubrità delle filature da seta, ibid., 1861, vol. 175, pp. 53-110), che con il voto favorevole della R. Accademia medico-chirurgica di Torino fu premiata dal governo.
Nel 1859, dopo la vittoria franco-piemontese e l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna, il M. poté far ritorno a Monzambano e due anni più tardi si stabilì a Salò dove, fino al 1876, operò come primario presso l’ospedale civico, quindi nei successivi due anni esercitò privatamente e ricoprì la carica di commissario del vaccino. Provetto chirurgo, durante la sua pratica clinica pubblicò numerose osservazioni e memorie specialistiche e per molti anni redasse la rubrica «Rivista di chirurgia» per il periodico Annali universali di medicina.
Numerosi furono i temi chirurgici oggetto dei suoi studi. Si occupò di interessanti argomenti di traumatologia: descrisse le lesioni alle quali può essere soggetta la colonna vertebrale, in particolare il tratto cervicale nelle cadute sul capo (Sulle lesioni della colonna cervicale da caduta dall’alto sulla testa; riscontri …, in Annali universali di medicina, 1878, vol. 243, pp. 438-471); studiò le ferite da arma da fuoco, sia quelle provocate dalla penetrazione di proiettili sia quelle di maggiore gravità, conseguenti all’azione devastante di ordigni esplosivi (Ferita d’arma da fuoco alla regione deltoidea del braccio con frattura dell’omero. Disarticolazione scapolo-omerale, ibid., 1867, vol. 200, pp. 381-386; Delle ferite cagionate dallo scoppio di arma da fuoco - Note cliniche …, ibid., 1868, vol. 205, pp. 241-299); illustrò e operò l’intervento di amputazione femorale introdotto nella pratica chirurgica alcuni anni prima da R. Gritti e da lui parzialmente modificato (Caso di amputazione sopracondiloidea del femore col metodo del dott. Rocco Gritti, cioè con lembo patellare, per ferita d’arma da fuoco; preceduto da altri due, in cui fu conservata la rotella disarticolando il ginocchio ed amputando ai condili femorali. Lettera … al dott. Rocco Gritti …, ibid., 1867, vol. 200, pp. 368-380; Secondo caso di amputazione sopra condiloidea del femore con lembo patellare. Lettera seconda …, ibid., 1874, vol. 227, pp. 109-115); esaminò curiose e ancora non studiate lesioni traumatiche (Le tirate e le strappate d’orecchi, lesioni che producono, ibid., 1873, vol. 223, pp. 118-129).
Si occupò, inoltre, di ostetricia e ginecologia (Ritenzione del sangue mestruo per atresia della vagina …, in Gazzetta medica italiana: Lombardia, s. 3, VI [1855], pp. 145-150; Rovesciamento incompleto dell’utero in seguito a parto, ridotto da una successiva gravidanza, in Annali universali di medicina, 1862, vol. 180, pp. 37-47; Del cancro periuretrale nella donna con processo operativo, ibid., 1869, vol. 210, pp. 315-343; Parto languido condotto a termine felicemente col solfato di chinina …, ibid., 1873, vol. 223, pp. 137 s.; Metrorragia catameniale grave guarita col solfato di chinina, ibid., pp. 138 s.; Metrorragia catameniale grave vinta prontamente col solfato di chinina, dopo essere riuscita frustranea la segale cornuta, ibid., pp. 139 s.) e di patologia dell’apparato genitale maschile (Incrostazione calcare della vaginale del testicolo - Tumore fibro-plastico dell’albuginea - Strappamento d’ambedue i testicoli operatosi da un pazzo, in Gazzetta medica italiana: Lombardia, s. 3, III [1852], pp. 49-53; Memoria sopra una varietà rara e poco conosciuta di ernia inguinale a sacco intravaginale o a doppio sacco; ernia saccata della tonaca vaginale … Analisi bibliografica con aggiunta di casi clinici …, in Annali universali di medicina, 1865, vol. 191, pp. 592-624; Dell’idrocele della tonaca vaginale - sue varietà - e di altri tumori acquosi del testicolo e del cordone spermatico. Note cliniche …, ibid., 1866, vol. 196, pp. 225-331; Dell’emorragia e dell’ematocele da puntura dell’idrocele della tonaca vaginale nelle aberrazioni del testicolo e del cordone spermatico, ibid., 1870, vol. 213, pp. 225-276). Studiò, infine la patogenesi e le manifestazioni cliniche del volvolo intestinale descrivendone i metodi terapeutici che riteneva più idonei (Del volvolo dell’S iliaca, ibid., 1859, vol. 170, pp. 231-259) nonché l’etiologia e la terapia di alcune forme patologiche e anomalie anali (Della fessura all’ano, e più particolarmente della sua eziologia …, ibid., 1864, vol. 187, pp. 362-380; Ano vulvare. Note cliniche …, ibid., 1875, vol. 232, pp. 3-17).
Fervente patriota, il M., sostenne anche economicamente i volontari garibaldini, specialmente durante la campagna del 1866 che, il 21 luglio, culminò nella battaglia di Bezzecca.
Nel 1878 si ritirò nella sua casa di Colombara, frazione di Monzambano, dove, pur continuando a esercitare la professione, si dedicò prevalentemente agli studi e al riordino dei suoi scritti; partecipò ancora alla vita pubblica, impegnandosi nella gestione del Comune e della scuola.
Il M. morì a Colombara il 24 marzo 1880.
Nel 1864 era divenuto membro della Société de chirurgie di Parigi e socio della Medical-Chirurgical Academy di New York. Fu nominato dal re cavaliere e quindi ufficiale dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro.
Fonti e Bibl.: Necr., in Annali universali di medicina e chirurgia, 1880, vol. 251, pp. 541-543; e in Gazz. medica italiana: Lombardia, s. 8, II (1880), pp. 99-101; P. Rini, Cenni storici sopra alcuni medici salodiani, Salò 1912, pp. 5 s.; A.C.P. Callisen, Medicinisches Schriftsteller-Lexicon der jetzt lebenden Ärzte, XXX, Copenhagen 1842, p. 324; A. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte …, IV, pp. 156 s.; Enc. Italiana, XXII, p. 800.
I. Gorini