DERCHI, Giovanni Battista
Nacque a Genova Sampierdarena il 4 giugno 1879 da Antonio Martino e da Elena Palazzo. Dopo aver frequentato l'istituto tecnico professionale dal 1892 al 1895, seguì presso l'Accademia ligustica di belle arti i corsi di C. Perosio, pittore paesaggista e miniaturista. Ben presto strinse rapporti di amicizia con gli artisti del gruppo sampierdarenese (A. Castrovilla, D. M. Conte, C. Orgero, A. Varni e A. Vernazza), animato dal critico letterario e caricaturista Lucifero Bagnara.
Il D., pur lavorando per qualche tempo come disegnatore industriale presso gli stabilimenti Ansaldo di Genova, si dedicò con grande impegno alla pittura divenendo fra il 1901 e il 1904 aiuto di A. Filippini Fantoni (noto per aver decorato i portici di via XX Settembre a Genova) in qualità di pittore murale e restauratore. Prestò come tale la sua opera nella pittura delle sale di caffè e di teatri genovesi. Con ogni probabilità fu il Filippini, originario di Brignano d'Adda e allievo di C. Tallone, a fare da tramite fra il D. e alcuni committenti bergamaschi, come il conte P. Vimercate Sozzi, pittore dilettante e proprietario di una villa a Santa Lucia Vecchia di Bergamo, che lo incaricò di decorare alcune sale della sua casa in collaborazione con artisti locali.
L'attività del D. nelle valli bergamasche è ulteriormente confermata dalle decorazioni da lui eseguite nella chiesa di Villa Sola e in altre ville della zona e dai rapporti di amicizia con il già citato Vimercate, con i pittori Tavagni (a fianco del quale lavorò sia a Sangavazzo che a Parre Ponte Selva), Cavalieri, Maironi, Bonomelli, Ravasi e Polonino.
Gli incarichi di un certo impegno, ma sporadici, che lo indussero a operare nel Bergamasco, non gli impedirono di proseguire la sua attività nell'ambito genovese, dove manteneva forti legami di amicizie e vincoli culturali. La pittura en plein air infatti, intensamente praticata dal D. sulla scia dei paesisti liguri appartenenti alla "Scuola grigia", attivi a Genova fra il 1860 e il 1880 (S. De Avendano, A. Issel, A. Luxoro, E. Rayper), si alimentava delle luci e delle vibrazioni atmosferiche delle colline nell'entroterra ligure della Val Polcevera e delle alture bergamasche della Val Seriana.
Furono con ogni probabilità il pittore genovese N. Barabino, che frequentava a Firenze i macchiaioli del caffè Michelangelo, e certamente il più giovane A. Varni, uno degli artisti più significativi del gruppo dei sampierdarenesi, anch'egli legato all'ambiente fiorentino, a portare al D. l'influsso della "macchia" toscana. In Notturno (olio su cartone cm 24 × 17; cfr. Bruno, 1982), una delle opere giovanili del D., sono infatti evidenti la ricerca tonale, con forti contrasti di zone chiare e zone scure, e l'influenza stilistica sul pittore genovese dei macchiaioli G. Abbati e R. Sernesi.
L'intensità luminosa di molti dei suoi dipinti riconduce d'altra parte le sue ricerche a quelle già sviluppate dai "grigi" e in particolare da Rayper. Talvolta il senso elegiaco che trapela dalle opere del D. sconfina in paniche raffigurazioni di nudi, immersi nella vegetazione, di accento simbolista.I suoi dipinti, databili tutti al primo decennio del secolo (la scarsità delle notizie biografiche non consente una precisa collocazione delle opere), rivelano una meditata riflessione sul paesaggio ottocentesco ligure e sono per la maggior parte legati all'immagine della villa Scassi "La bellezza" a Sampierdarena, colta nei suoi vari aspetti. L'incarico di procedere allo stacco dell'affresco Ilratto di Elena di Luca Cambiaso, per trasferirlo da palazzo Boccardo a villa Scassi, fornì al D. l'occasione di conoscere il suo parco e di apprezzarne la bellezza. Profondamente conquistato dal fascino del luogo, eseguì nel giro di pochi anni numerosissime opere tutte dedicate allo stesso tema: Terrazza dell'artista, Angolo di villa Scassi, Laghetto di villa Scassi, Villa Scassi, Panchina a villa Scassi, Particolare di villa Scassi, Terrazza, Belvedere di Sampierdarena, Dal terrazzo del pittore. Attualmente venti quadri rappresentanti la villa e il parco sono conservati nella quadreria degli Ospedali civili di Sampierdarena, che sorgono nell'area un tempo compresa nel parco della villa.
Benché minato da una malattia inesorabile, il D. continuò fino alla morte, che avvenne a Sampierdarena il 22 febbr. 1912, a dipingere e a disegnare, mantenendo vivi i rapporti con l'ambiente artistico genovese, senza peraltro prendere parte a esposizioni di carattere pubblico.
Il pittore D. M. Conte, tenuto in grande stima dal D., e lo scultore G. B. Bassano continuarono a frequentare il suo studio e furono i testimoni della sua frenetica attività degli ultimi tempi.
La scelta del tema paesistico pone la sua ricca produzione vicino per vibrazione lirica e consentaneità di sentimenti a quella di un altro pittore ligure di paesaggio, E. Olivari.
Fonti e Bibl.: T. Pastorino, Nuovi toponimi genovesi, in Genova. Riv. municipale, III (1938), p. 26; O. Grosso, All'ombra della Lanterna, Genova 1946, pp. 184 s.; G. A., Mostra postuma del pittore G. B. D. (catal., galleria Genova), Genova 1957 (recens. di G. Beringheli, in Il Lavoro nuovo, 22 marzo 1957; di G. C. Ghiglione, in Il Secolo XIX, 23 marzo 1957; di G. Riva, in Genova, Riv. comunale [1957], pp. 255.); V. Rocchiero, '800 pittorico genovese, Genova 1957, ad Indicem; Id., Pittori liguri dell'800. I sampierdarenesi, Genova 1967, pp.15 s., 22 ss., 37-40; Id., Maestri della pittura ligure del secondo '800 e primo '900, Genova 1968, pp. 18, 24, 34; G. F. Bruno, La pittura fra '800 e '900, in La pittura a Genova e in Liguria dal '600 al primo '900, Genova 1971, pp. 473, 483; V. Rocchiero, Ambiti barabiniano e novecentesco in San Pier d'Arena, Genova 1976, pp. 21 s., 59-64; G. F. Bruno, La pittura in Liguria dal 1850 al Divisionismo, Genova 1981, pp. 67 s., 442, tavv. 305-310; C.C. Marini, in Catalogo Bolaffi della pittura ital. dell'800, Torino 1981, p. 76 (è anche cit. nelle ediz. precedenti); G. Bruno, La pittura in Liguria dal 1850..., Genova 1982, ad Indicem; V. Rocchiero, Scuole, gruppi, pittori dell'800 ligure, Genova 1982, pp. 193 s., 345, 476 s.; Id., G. B. D. e villa "La Bellezza", Genova 1984.