CHERUBINI (Cherubin, Serafin, Seraphim, Kheräbin), Giovanni Battista
Non è conosciuta l'esatta provenienza di questo stuccatore italiano operoso in Stiria nella seconda metà del sec. XVII. Nelle sue opere si intravede un certo influsso dell'importante bottega di Mattia Camin. Al più tardi nel 1656, risiedeva a Judenburg dove eseguì gli stucchi della prima e terza cappella di sinistra della chiesa dei gesuiti (oggi Festhalle). Essi presentano forme più severe e maggiore plasticità rispetto alle decorazioni in stucco della sacrestia dell'abbazia di St. Lambrecht: queste, documentate al 1657, sono di buona qualità e molto ben composte. L'anno dopo il C. eseguì in forma più semplice gli stucchi della sala del capitolo situato nell'ala orientale. Da conti autografi risulta che nel 1661 l'abbazia aveva pagato solo in parte i lavori eseguiti, e il C. chiedeva insistentemente che gli venisse saldato il debito. In uno dei corridoi dell'abbazia si trova inoltre, sul muro della chiesa, una tavola rappresentante la Madonna che è contenuta entro una cornice in stucco eseguita (1657 c.) dal Cherubini. Gli stucchi della ex cappella del castello di Spielberg presso Knittelfeld (talvolta erroneamente denominato nella letteratura "Spielfeld") sono da collocare, stilisticamente, tra i lavori di Judenburg e quelli di St. Lambrecht e presentano le forme caratteristiche del Cherubini.
Nel 1664 il C. ("Serafin") voleva rinunziare alla cittadinanza di Judenburg e vendere la sua casa, ma fu obbligato a rimanere e a pagare le imposte. Nel 1670 il C. si lagnava della concorrenza di uno stuccatore più giovane (quasi certamente Domenico Lagi che più tardi si stabilì a Graz). Il 14 nov. 1673 di nuovo mise in vendita la sua casa per trasferirsi a Graz, ma nel giugno 1674 è documentato ancora a Judenburg con la famiglia. Alla fine del secolo il C. aveva bottega a Strassgang presso Graz, ma sinora non si sono trovate opere di questo periodo che gli possano essere attribuite su base documentaria o stilistica. Il C. morì a Graz ai primi di luglio del 1696 e fu sepolto il 5 luglio, ma ancora agli inizi del secolo XVIII nell'archivio della parrocchia di Judenburg compare un conto di 500 Gulden per lavori che il C. aveva eseguito.
Fonti e Bibl.: St. Lambrecht, Arch., Urkunden u. Regesten, nn. 303, 306, 312, 317-318, 322 b; Judenburg, Archivio parrocchiale, Liber Baptizatorum...1656... 1760, p. 4; Ibid., Taufregister, 1671-1713, p. 34; Dehio-Handbuch,Österreich, I, Wien-Berlin 1933, p. 318; Österreichische Kunstbücher, XXV, P. O. Wonisch, Das Benediktinerstift St. Lambrecht in Obersteier, Wien [1921], p. 9; Österreichische Kunsttopographie, XXXI, Id., Die Kunstdenkmäler des Benediktinerstiftes St. Lambrecht, Wien 1951, pp. 55, 83, 95, 119, 227 s., 231, 234, 237, ill. 61 s.; J. M. Wienerroither, Steirische Innendekorationen von den ersten Deckengestaltungen italienischer Stukkateure im 16. Jahrhundert bis zum 18. Jahrhundert, tesi di laurea, Graz 1952, p. 28; R. Kohlbach, Die Stifte Steiermarks, Graz 1953, p. 87; Dehio-Handbuch,Steiermark, Wien-München 1956, p. 244; K. Kohlbach, Steirische Baumeister-1001 Werkmann, Graz 1961, pp. 178, 328 s., 346;Id., Kirchenund Schlösserrechnungen, ms. (Graz, Ioanneum), II, p. 593; R. Preimesberger, Notizen zur italien. Stukkatur in Österreich, in Arte e artisti dei laghi lomb., II, Como 1964, p. 339; R. List, Kunst und Künstler in der Steiermark, Ried 1968, p. 71.