BOUCHERON, Giovanni Battista
Figlio di Andrea e di una Brunet, nacque a Torino nel 1742. Continuò l'arte paterna di argentiere e nel giugno 1760 risulta essere giunto a Roma "affine di perfezionarsi nel disegno e nell'arte di modellare" con lettere di raccomandazione per l'ambasciatore sardo (Archivio di Stato di Torino, Lettere di Ministri,Roma;cfr. Schede Vesme, I, p. 199).Dallo stesso carteggio apprendiamo che studiava scultura presso i fratelli Collini e che alla fine del 1761mandava al re "il modello in basso rilievo d'una Cleopatra", sperando "di succedere al proprio defunto padre nell'impiego... al regio servizio". Ma solo il 9 dic. 1763 - tornato a Torino - ricevette l'investitura con stipendio di ottocento lire (Schede Vesme, p. 199), stipendio che venne aumentato nel 1767, e ancora nel 1772(ibid., p. 200), fino a quando il 27 genn. 1775 il B. fu messo a capo della oreficeria reale e nominato direttore il 19 marzo 1776 (ibid., p. 200).Nelle Schede Vesme e nel Claretta (1875-76) sono riportate numerose opere eseguite dal B.: un ostensorio a raggi per la chiesa della Curia regia (1771), una grande lampada d'argento con puttini per la cappella della S. Sindone, per cui avrebbe fabbricato altre quattro lampade, la toletta d'argento per la contessa d'Artois (1772), altre lampade per Superga, per la Madonna degli Angeli, ecc., mazze d'argento, un vassoio d'argento dorato con raffigurato il mercato di piazza Navona, una calice d'oro per Clemente XIV e uno in argento dorato per i certosini di Mamié in Savoia, un ricco ostensorio e una lampada per il santuario di Nostra Donna dei Fiori a Bra, ecc. Maria Antonietta di Borbone, moglie di Vittorio Amedeo III, gli ordinò un'urna d'argento per le ceneri della beata Frémiot di Chantal in Annecy; tra i regali inviati nel 1785al re di Napoli erano "due candelieri e due profumieri d'argento dorato di gusto greco" (Schede Vesme, p. 200);due candelabri d'argento dorato del 1783, del Victoria and Albert Museum di Londra, sono stati esposti a Torino nel 1963;un calice con lo stemma di Carlo Emanuele III e datato 1789 è conservato al Museo Civico di Torino. Nel museo dell'Ermitage a Leningrado si conserva un servizio d'argenteria di fabbrica torinese, venduto nel 1803dalla principessa Galitzin allo zar Alessandro I per il Palazzo d'inverno: già il Vesme (p. 201) supponeva, anche senza averlo veduto, che "le service de Turin" potesse essere del B.; e in effetti i diciannove pezzi, oltre agli stemmi di Torino, recano le sigle (ignote al Vesme) "CV" e "BB", la quale ultima bene si potrebbe leggere "Battista Boucheron". L'ambasciatore di Sardegna a Pietroburgo scriveva il 7 genn. 1787 di inviare a Torino "une caisse contenant des effets qui appartiennent a Mr. Bucheron" (Arch. di Stato di Torino, Lettere di Ministri,Russia:in Schede Vesme, p. 201);ciò può far supporre un viaggio del B. in Russia, per il quale non abbiamo però altra documentazione. Secondo il Vesme (I, p. 201), il ms. Osservazioni pratiche sopra l'eccellenza de' lavori d'oro d'argento,e di qualunque altra sorta di metalli (Torino 1788) è del B., e probabilmente anche autografo: è conservato a Torino nella Biblioteca reale (Miscellanea patria, vol. CLV, n. 19), mentre non v'è traccia dell'unico esemplare a stampa conservato, a detta del Vesme, nella stessa biblioteca, con il titolo: Serie degli artisti che hanno lavorato ne' metalli sì fini che rozzi, de'quali se ne fa degnamente gloriosa rimembranza ne' fasti delle belle arti, senza luogo né data (secondo il Vesme, Torino 1800). Il B. morì a Torino il 31 luglio 1815. Un suo Autoritratto è nel Museo d'arte antica di Torino (v. L. Mallè, I dipinti de Museo d'arte antica, Torino 1963, p. 34).
Sua moglie Vittoria Masino gli sopravvisse. Da lei e dalla prima moglie Vittoria Grandi aveva avuto numerosi figli, tra cui Michele, avvocato fiscale a Mondovì, dove morì a 45 anni il 14 dic. 1817; Antonio Carlo (Torino 28 apr. 1773-16 marzo 1838), professore d'eloquenza latina e greca nell'università di Torino, e Angelo, disegnatore e incisore. Fratello del B. fu Agostino, sacerdote, avvocato, pittore dilettante.
Fonti eBibl.: Schede Vesme, I, Torino 1963, pp. 199-201; 193 (per Agost.); 199 (per Ant. Carlo); 202 (per Michele); G. Claretta, La campana ducale ...e la fam. Boucheron, in Atti della Soc. di archeol. e belle arti per la prov. di Torino, I(1875-76), pp. 246, 250-52; Id., I reali di Savoia, in Miscellanea di storia ital., V, Torino 1893, pp. 187 s.; A. Bargoni, in Mostra del Barocco piemontese (catal.), III, Torino 1963, pp. 5, 19 n., 115, tav. 24.