BALDUCCHINI (Baldacchini, Baldichini), Giovanni
Nacque a Parma nella prima metà del sec. XIV e studiò legge a Padova intorno agli anni 1360-61. Dopo essersi addottorato in diritto civile e canonico esercitò le funzioni di giudice e di vicario del podestà in vari centri dell'Italia settentrionale, in genere per conto dei Visconti. Nel 1363 è a Cannobio, sul Lago Maggiore, vicario di quella comunità; nel 1364 è a Cremona, nel 1372 a Reggio. Nel 1373 è vicario del podestà di Lodi Giacomo Pio da Carpi, e il 30 marzo di quell'anno convoca il consiglio generale di quella città perché deliberi sul pagamento di certe decime a Gian Galeazzo Visconti per le terre da esso affittate al Comune: in questo atto il B. è detto "sapiens vir... utriusque iuris peritus" (cfr. Codice diplomatico laudense). Nel 1389 è a Milano e nel 1393 lo ritroviamo giudice e vicario del podestà di Piacenza, che era di nuovo Giacomo Pio da Carpi.
Il Corio e dopo di lui l'Affò ricordano che nel 1384 e nel 1385 il B. era fra gli Anziani del collegio dei nobili della città di Parma, e infatti nel 1384 trattò a nome del popolo ribellatosi a Gian Galeazzo Visconti le condizioni di un accordo: questa presenza nella città natale non deve far pensare ad una interruzione della sua attività di giudice, che continuò fino ai primi anni del Quattrocento. Con un decreto di Gian Galeazzo Visconti dato a Belgioioso il 29 dic. 1401, il B. fu infatti nominato giudice dei malefici della città e ducato di Milano, per sei mesi a cominciare dal 10 gennaio successivo: è questa l'ultima notizia che si ha sino ad ora sul B.; s'ignora quando sia morto, se più tardi o quello stesso anno, perché proprio col 1402 cessava la cronaca che si sa da lui scritta a cominciare dal 1360, cronaca utilizzata dall'anonimo autore degli Annales Mediolanenses editi dal Muratori (cfr. Rerum Italic. Script.)e da B. Corio nella sua Historia di Milano,ma già dispersa nel secolo XVII e fino ad oggi non ritrovata.
Dell'esistenza di questa cronaca del B. molti hanno spesso dubitato; l'ignora l'Argelati nella sua Bibliotheca Scriptorum Mediolanensium e il Muratori, che nell'introduzione agli Annales Mediolanenses riconobbe che essi sono una compilazione di altre cronache, l'autore delle quali appare talvolta novarese, talvolta piacentino, talvolta parmense, ma non individuò l'autore - che pure risultava sicuramente parmense - a cui aveva attinto l'anonimo compilatore nell'ultima parte, cioè in quella che va fino al 1402, del testo da lui edito. Di una cronaca del B. parla esplicitamente solo il Corio: il confronto tuttavia tra le citazioni degli Annales Mediolanenses del Corio e i dati biografici del B., noti da altri documenti, porta a concludere senza dubbi che egli tenne per molti anni una cronaca degli avvenimenti del suo tempo. Essa cominciava almeno col 1360, perché il Corio cita un passo in cui il B. ricordava il passaggio di una squadra di soldati ungheresi a Padova nel novembre del 1360, mentre egli era in quello Studio, e finiva quasi certamente con la morte di Gian Galeazzo Visconti. Una delle ultime citazioni della cronaca scomparsa che si rinvengono negli Annales Mediolanenses conferma inequivocabilmente nel B. l'autore di quella: riferendosi a certi documenti dell'Archivio visconteo dice infatti che "eas litteras dum Mediolani essem officialis et vicarius ad maleficia deputatus, vidi et legi" (ibid., XVI, col. 837), ufficio che sappiamo ricoperto realmente dal B. nel 1402.
Nessun dubbio dunque che il B. abbia scritto una cronaca che andava almeno dal 1360 al 1402, che quella cronaca fu vista e utilizzata dal Corio, nonché dall'anonimo compilatore degli Annales Mediolanenses,che tuttavia la usò solo a cominciare dagli avvenimenti del 1385. Quanto al valore di essa è impossibile fare ipotesi; è certo solo che il Corio mostrò di apprezzarla in modo particolare.
Fonti e Bibl.: B. Corio, Historia di Milano,Venezia 1565, III, pp. 581, 584 s.; IV, passim; Annales Mediolanenses ab anno CCXXII usque ad annum MCCCCII ab Anonymo Auctore literis consignati,in L. A. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, XVI, Mediolani 1730, coll. 635-840; C. Vignati, Codice diplomatico laudense, II, Milano 1885, p. 483; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 159; 1. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani,Parma 1789; G. Giulini, Memorie spettanti alla storia... di Milano, VI, Milano 1857, p. 51; G. B. Ianelli, Diz. dei Parmigiani illustri,Genova 1877, p. 37 (aggiornato fino al 1905); L. A. Ferrai, Gli "Annales Mediolanenses"e i cronisti lombardi del sec. XIV,in Arch. stor. lombardo, XVII, 7 (1890), pp. 277-297; E. Motta, Notai milanesi del Trecento, ibid., XXII, 4 (1895), p. 370; F. E. Comani, Usi cancellereschi viscontei, ibid., XXVII, 26 (1900), p. 401; G. Agnelli, Vertenze dei Visconti colla mensa vescovile di Lodi, ibid., XXVIII, 32 (1901), p. 282; I Registri dell'Ufficio di Provvisione e dell'Ufficio dei Sindaci sotto la dominazione viscontea,a cura di C. Santoro, Milano 1932, p. 135.