FALDONI (Faldon), Giovanni Antonio
Nacque ad Asolo (Treviso) il 24 apr. 1689 da Girolamo, pittore, e da Maria Compagnoni.
Ebbe quattro fratelli, Francesco (n. 1687), probabilmente incisore, Agata (n. 1691), Paolina (n. 1693) e Antonio (n. 1699). Il Bernardi (1956, p. 22) ipotizza che il F. avesse un altro fratello di nome Andrea anche lui incisore, ma il Comacchio (1976, pp. 9 s.), indagando nei registri canonici di Asolo, ha rinvenuto tale nome solo per gli appartenenti a rami collaterali del Faldoni.
Il F., probabilmente per suggerimento del padre, si stabilì a Venezia e qui operò per una quarantina d'anni, allontanandosi solo di tanto in tanto per qualche viaggio. Fu allievo del paesaggista Antonio Luciani e fu tra i primi ad introdurre nella città veneta la tecnica di incisione a tagli paralleli, appresa a Parigi - dove si era recato in data a noi non nota - studiando le stampe di Claude Mellan (morto nel 1688).
Molto abile nella scherma e dotato di un carattere piuttosto violento, il F. fu coinvolto in numerose risse. Famosa quella con il pittore Bartolomeo Nazari (cfr. Gallo, 1941, p. 21), in seguito alla quale fu incarcerato il 12 dic. 1731 per ordine degli Avogadori di Comun e infine liberato il 10 sett. 1733 con una sentenza di assoluzione, grazie all'appoggio di alcuni patrizi che si erano interessati del suo caso.
Negli anni 1724-26 il F. intagliò per Anton Maria Zanetti di Girolamo undici rami tratti da disegni del Parmigianino posseduti dallo stesso Zanetti. Sempre nel 1726 preparò le prime dodici incisioni per l'opera dei cugini Zanetti, Delle antiche statue greche e romane che nell'antisala della libreria di S. Marco e in altri luoghi pubblici di Venezia si trovano, che fu pubblicata a Venezia in due volumi negli anni 1740-43.
Illustrò insieme con Carlo Orsolini il volume sul museo di antichità di Francesco Trevisan (Venezia, Biblioteca naz. Marciana, 49 D 12), probabilmente quando questo si trovava ancora nel palazzo veneziano a S. Simeone prima che il Trevisan diventasse vescovo di Verona (luglio 1725).
Il F. venne ben presto a lite con il suo allievo Marco Pitteri (che aveva acquisito talmente bene la tecnica incisoria a tagli paralleli da arrivare a superare il maestro) e con il cugino di Anton Maria Zanetti di Girolamo, Alessandro, per certi ritocchi che quest'ultimo aveva richiesto al Pitteri su alcuni suoi intagli; ma i motivi di risentimento verso il Pitteri sembrano risalire già al 1735 quando quest'ultimo aveva pubblicato il ritratto del Maresciallo J. M. v. Schulenburg, che gli aveva procurato un grande plauso. Da una lettera di A. M. Zanetti al canonico Giandomenico Bertoli del 9 apr. 1737 (Venezia, Bibl. d. Civico Museo Correr, Mss. Cicogna, n. 3441, n. 7 F) si ricava che per gli insulti e le minacce del F. i due sopra citati avevano dovuto ricorrere al tribunale "per farlo mettere in prigione ove è già un anno che vi giace". Nel 1765 il F. fu bandito dal territorio della Serenissima (Arch. di Stato di Venezia, Inquisitori di Stato, b. 211).
Il Gori (cfr. Moschini, 1924, p. 88) riporta che verso il 1769 egli doveva essere a Roma dove stava intagliando una serie di incisioni raffiguranti statue antiche. In quella stessa città il F. sarebbe morto verso il 1770; secondo Pallucchini, invece, morì probabilmente a Venezia (Mostra d. incisori..., 1941, p. 28).
Il F. si dedicò con buon successo alla ritrattistica, incise ritratti di dogi, procuratori, cardinali e nobili secondo un ornato decorativo prettamente francese, che realizzò riuscendo sempre a personalizzare le proprie opere tanto da essere considerato uno dei più notevoli incisori riproduttori del Settecento a Venezia.
Del 1723 è il ritratto di Giovanni Emo da un'opera del pittore Angelo Trevisan. Del 1724 sono il ritratto di Marco Ricci da Rosalba Carriera e una Madonna, dedicata a Francesco M. Gaburri. Del 1724-26 (ma due recano la data 1735) sono le incisioni tratte da disegni dello Zanetti derivati dal Parmigianino posseduti dallo stesso A. M. Zanetti di Girolamo. Le stampe, nel numero di diciotto (delle quali due ad opera dello stesso Zanetti e due rispettivamente di Andrea Zucchi e di Carlo Orsolini), vennero inserite - in due volumi, nove per ciascuno - alla fine della Raccolta di varie stampe a chiaroscuro tratta da disegni originali di F. Mazzuola..., pubblicata a Venezia nel 1749. Il F. ne incise quattordici. L'inglese J. Strange acquistò i rami originali dagli eredi Zanetti e nel 1786 promosse una ristampa (Venezia), ridotta però a quindici tavole (undici del F.) dal titolo Varii disegni inventati dal celebre Francesco Mazzuola ... tratte dalla raccolta zanettiana ... Del 1730 è una Annunciazione della Vergine con gloria celeste, da un bassorilievo in marmo dello scultore Filippo Della Valle esistente nella chiesa di S. Ignazio a Roma (incisione conservata nella Biblioteca Marucelliana di Firenze insieme con altre stampe di cui si è già accennato).
Nell'ambito dell'illustrazione libraria incise le tavole contenute nel volume Estro poeticoarmonico... Poesia di Girolamo Ascanio Giustinian, musica di Benedetto Marcello, Venezia 1724-26. Le antiporte furono incise insieme con Francesco Zucchi (Morazzoni, 1943).
Partecipò insieme con alcuni tra i più conosciuti incisori del tempo alla serie di incisioni contenute nell'opera. Delle antiche statue ... greche e romane che ... in ... luoghi pubblici di Venezia si trovano (uscita in due volumi negli anni 1740-43), realizzandone quarantacinque. Sempre nel campo delle incisioni aventi come soggetto antichità classiche illustrò insieme con Carlo Orsolini il volume del Museo Trevisan (suoi sono il busto di Giulio Cesare e quello di L. Giuno Bruto) ed eseguì anche il ritratto del vescovo Francesco Trevisan che compare nell'opera. In un volume di stampe conservato nella Biblioteca naz. Marciana di Venezia (284 C 11) compaiono le seguenti incisioni del F.: Statua del museo Morosini, Statua Donà, Busto di Agrippa, Busto di Livia moglie di Augusto, Busto di Caio Cesare figlio di Marco Agrippa e di Giulia Augusta. I disegni sono degli Zanetti e le stampe dovevano inizialmente entrare a far parte del progetto di questi ultimi di riprodurre in un'opera tutte le statue antiche di Venezia. Viste le difficoltà del proposito i due cugini lasciarono da parte quelle di proprietà dei privati, anche se erano già state incise, e utilizzarono alcune di quelle conservate in luoghi pubblici per realizzare i due volumi Delle antiche statue ... già citati.
Il F. incise anche il frontespizio del volume di A. M. Zanetti d'Alessandro dal titolo Descrizione di tutte le pubbliche pitture..., edito a Venezia nel 1733. Incise il ritratto del pittore Sebastiano Ricci nell'opera Opus Sebastiani Riccii Bellunensis absolutissimum..., edita a Venezia nel 1743.
Del 1748 è l'opera pubblicata dai gesuiti con il titolo Imagines praepositorum generalium ... Societatis Iesu ... ab Arnoldo Vanwesterouth Romae..., nella quale compaiono tre ritratti di alcuni padri della Compagnia di Gesù, incisi dal F.: Ignazio Visconti, Alvise Centurioni, Lorenzo Ricci.
Nel Gabinetto dei disegni e stampe degli Uffizi di Firenze compaiono due stampe sciolte di soggetto sacro incise dal F. (Mater Sanctae Spei da A. Masucci [2837] e Tabula marmorea ... Beatae Virginis da T. Solari, 1750 [2836]).
Del 1751 è il volume edito nella stamperia di G. Allegrini (2 ed. 1766) a Firenze dal titolo Pitture del salone imperiale del palazzo di Firenze, nel quale compaiono due incisioni del F. tratte da due opere di Fr. Montelatici (Cecco Bravo) e disegnate da G. E. Morghen (Apollo che conduce le Muse del Parnaso davanti a Lorenzo il Magnifico; Chiusura del tempio di Giano per la prudenza del governo di Lorenzo).
Partecipò con sei ritratti all'illustrazione di un volume stampato dalla Regia Calcografia apostolica apud Pedem Marmoreum a Roma negli anni 1753-54, contenente i ritratti di 195 cardinali (conservato nella Biblioteca nazionale di Firenze, Cappugi 480, senza titolo). Nell'edizione stampata a Firenze nel 1754 dal titolo Serie di ritratti... degli eccellenti pittori dipinti... colle vite in compendio ... descritte da Francesco Moucke compaiono due incisioni del F. e precisamente il ritratto del pittore Giovanni da S. Giovanni e quello del pittore Orazio Borgianni.
Incise il primo frontespizio dell'Indice de' libri proibiti d'ordine del pontefice Benedetto XIV, stampato a Roma nel 1758. Del 1760 è l'opera di A.M. Zanetti d'Alessandro Varie pitture a fresco de' principali maestri veneziani nella quale compaiono due incisioni che il Pallucchini (Mostra degli incisori, 1941, p. 29) attribuisce al F. (ma che dovrebbero essere state fatte dallo stesso autore), aventi come soggetto rispettivamente una figura femminile nuda tratta dagli affreschi (attualmente quasi illeggibili) di Giorgione al fondaco dei Tedeschi a Venezia e una Giunone da quella di Paolo Veronese a palazzo Trevisan a Murano. Nella Biblioteca del Civico Museo Correr di Venezia (V stampe G. 10) è conservato un volumetto che contiene un alfabeto romano con Vedute di Venezia inciso dal F. (compare il monogramma). Nella Biblioteca del Museo civico di Bassano esistono 24 stampe sciolte incise dal F. facenti parte della collezione Remondini e donate dal conte Giovanni Battista Remondini nel 1849. Nella Calcografia nazionale di Roma, infine, è conservata un'incisione del F. da Guido Reni che riproduce S. Luigi Gonzaga.
Fonti e Bibl.: Venezia, Bibl. del Civico Museo Correr, Mss. Cicogna, n. 3441, n. 7 F; N . Melchiori, Notizie di pittori e altri scritti [sec. XVIII], a cura di G.P. Bordignon Favero, Firenze 1964, p. 121; D.M. Federici, Memorie trevigiane sulle opere di disegno, II, Venezia 1803, pp. 130 s.; G. Gori Gandellini, Notizie istoriche degli intagliatori [1771], II, Siena 1808, pp. 8 s.; L. de Angelis, Notizie degli intagliatori con osservazioni critiche raccolte da varj scrittori ed aggiunte a G. Gori Gandellini, IX, Siena 1811, pp. 283 ss.; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, Paris 1856, II, p. 217; A. Ravà, Marco Pitteri incisore veneziano, Firenze s.d. [ma 1922], pp. 7 s.; G. Lorenzetti, Un dilettante incisore del XVIII sec. A.M. Zanetti di Girolamo, Venezia 1917, p. 67; G. Moschini, Dell'incisione in Venezia, Venezia 1924, pp. 88 ss.; R. Gallo, L'incisione nel '700 a Venezia e a Bassano, Venezia 1941, pp. 20 ss.; Mostra degli incisori veneti del Settecento (catal.), a cura di R. Pallucchinì, Venezia 1941, pp. 28 ss.; G. Morazzoni, Il libro illustrato veneziano del Settecento, Milano 1943, pp. 192, 216, 224, 238, 241; M. Lanckorońska, Die venezianische Buchgraphik des XVIII. Jahrh.s, Hamburg 1950, pp. 34 n. 72, 39 n. 151, 45 n. 274; A. Petrucci, Catalogo generale delle stampe tratto dai rami incisi posseduti dalla Calcografia nazionale, Roma 1953, p. 57; C. Bernardi, L'Asolano, Asolo 1956, pp. 22 s.; F. Borroni, I due Anton Maria Zanetti, Firenze 1956; Il Museo francescano (catal.), a cura di P. Gerlach-S. Gieben-Mariano da Alatri, Roma 1973, p. 50; L. Comacchio, G. A. F. incisore asolano, Castelfranco Veneto 1976; Aspetti dell'incisione veneziana nel Settecento (catal.), a cura di G. Dillon, Venezia 1976, p. 40; L. Franzoni, Pietro Rotari e gli antichi marmi del Museo Trevisan, in Rivista di archeologia, IV (1980), pp. 71, 73; Incisori veneti del Settecento (catal.), a cura di S. Damiani, Brescia 1982, p. 12; K. Garas, in Nicola Grassi e il rococò europeo, Atti del Congresso intern. di studi ... 1982, Udine 1984, pp. 120 s., 123; Da Carlevarijs ai Tiepolo incisori veneti e friulani del settecento (catal.), a cura di D. Succi, Venezia 1983, pp. 161-165; Pittori del Settecento a Firenze, o di persona o in effigie (catal.), Firenze 1984-85, pp. 8, 21, 50; Collezioni di antichità a Venezia nei secoli della Repubblica (catal.), a cura di M. Zorzi, Roma 1988, ad Indicem; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 227; Diz. encicl. Bolaffi d. pittori e d. incisori ital., IV, p. 292.