ALBERTI, Giovanni Andrea
Nacque a Nizza il 24luglio 16ìo, ed entrò come novizio nella Compagnia di Gesù il 29 marzo 1628. Dopo cinque anni di magistero, si dedicò completamente alla predicazione, ottenendo grande successo in numerose città italiane.
I suoi scritti a stampa sono per lo più discorsi commemorativi o paneginici: Le querele della pietà (Torino 1640), in morte di Antonio Provana, arcivescovo di Torino; Il sole ligure (Genova 1644) per l'incoronazione del doge di Genova Giovan Battista Lercaro; Le perdite e i guadagni del ven. P. Camillo de Lellis (Genova 1647), paneginico detto in S. Croce di Genova; L'aurea miniera scoperta nel cristiano cuore di Giacomo Guasco (Genova 1648), orazione funebre; Adelaide (Genova 1649; Milano 1650; in tedesco, Straubing 1659), paneginico storico della imperatrice germanica, sposa di Ottone I; Enneade panegirica (Bologna 1650), nove paneginici in onore di s. Francesco Saverio; L' empietà flagellata dal santo zelo di Elia (Genova 1655; Venezia 1656), biografia con commento ascetico, come parafrasi del testo biblico.
Nel 1638 pubblicò in latino a Torino, col titolo Vitae ac Elogia XII Patrum, brevi biografie in forma lapidania dei principali fondatori di Ordini religiosi.
Particolare notorietà ebbe un'altra sua opera, Teopiste ammaestrata secondo gli esempi della M. Suor Paola Maria di Gesù Centuriona, Carmelitana Scalza, fondatrice de' monasteri] in Vienna ed in Gratz (Genova 1648; Venezia 1649), che fu inedita, a cura delle religiose dei monasteri fondati dalla Centunioni, a Genova nel 1652 e a Venezia nel 1679, insieme con Vani esercizi spirituali composti... dalla Ven. Madre Maria di Giesù, Carmelitana Scalza.
L'opera indirizzata a una nipote della Centurioni, religiosa anch'essa, nipercorre l'esperienza mistica della carmelitana, della quale l'A. conobbe scritti e lettere. Ricca di motivi ascetici e devozionali, accentua però i temi dell'annullamento della volontà personale e dell'abbandono mistico in Dio. Nel vivo della lotta contro il quietismo fu perciò posta all'Indice "donec corrigatur" in data 2 luglio 1693, mentre i Vani esercizi venivano senz'altro proibiti.
L'A. morì di peste a Genova il 4 luglio 1657.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, I, Brescia 1753, p. 304; J. B. Toselli, Biographie niçoise, I, Nizza 1806, p. 6; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Yésus, I, Bruxelles-Paris 1890, coll. 124-125; VIII, ibid. 1898, col. 1597; F. H. Reusch, Der lndex der verbotenen Bzecher, II, Bonn 1885, p. 625; M. Petrocchi, Il quietismo italiano del Seicento, Roma 1948, pp. 40-43; J. De Guibert, La spiritualité de la Compagnie de Jésus, Roma 1953, p. 399; F. Nicolini, Su Miguel Molinos e taluni quietisti italiani (cont.), in Bollett. d. Arch. stor. d. Banco di Napoli, XIII (1959), pp. 227-228; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I, col. 1580; Encicl. Cattolica, I, col. 676.