BADOER, Giovanni Alberto
Nacque il 12 marzo 1649 da Francesco e da Elena Michiel (sembra errata la data del 1658,anche recentemente ripetuta dal Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés.,VI, col. 153). La tradizione ecclesiastica dei Badoer vantava a quel tempo il nome dello zio, Alberto Badoer, vescovo di Crema, che tenne particolarmente d'occhio l'educazione del giovane nipote, iscrivendolo tra i canonici della sua cattedrale e accortamente dirigendolo nei primi passi della vita religiosa alla quale era stato destinato. Alla sua morte, il B. passò a Padova.
Se la lezione di severità e d'accortezza datagli dallo zio fu fondamentale, strumentalmente, per avviarlo alla carriera ecclesiastica e per spianargli la via alle cariche di maggior prestigio, l'incontro ch'egli ebbe a Padova con colui che a quel tempo ne era il vescovo, il cardinale Gregorio Barbarigo, fu certamente determinante per la sua coscienza e la sua pietà di uomo religioso. Fu lui a ordinare sacerdote il B. e a conferirgli subito un canonicato, e la sua vicinanza valse a dare calore ed impegno alla professione religiosa del giovane B., dignità e consapevolezza rispondenti alla carriera cui era destinato dalla sua posizione sociale.
Quando, nel 1684, il doge Luigi Contarini lo nominò primicerio della chiesa di S. Marco in Venezia, il B. era verosimilmente ben conscio dei doveri e delle responsabilità di un ecclesiastico del suo tempo, nonostante egli avesse ricoperto finora cariche più ricche di lustro che di vere possibilità d'iniziativa e d'azione. Ma ben altre prospettive gli si aprirono quando, il 16 sett. 1688, sotto il pontefice Innocenzo XI, egli passò alla carica di patriarca di Venezia e primate della Dalmazia. Dopo il solenne ingresso, compiuto nei giorni fra il 22 e il 25 novembre di quell'anno e di cui ci sono rimasti i fastosi particolari nelle descrizioni del tempo, il B. badò presto alla sostanza pratica della sua missione e posizione religiosa.
Nell'ambiente della Controriforma il B. si distinse a poco a poco con alcune sue caratteristiche particolari, quali una pietà autentica e un vigore sereno di fede, che erano del resto largamente diffuse nel cattolicesimo veneto. A comunicare questo suo genuino senso di fede e di pietà al popolo egli mise in opera i mezzi più diversi e un'instancabile energia pastorale.
S'impegnò assiduamente nella predicazione pubblica; girando chiese e piazze, diffuse il culto delle preghiere comuni; avendo compreso, come del resto era ormai larga e diffusa coscienza della Chiesa uscita dal concilio di Trento, che il futuro del cattolicesimo era precipuamente affidato alle nuove energie dell'apostolato e ad una rinnovata dignità della gerarchia ecclesiastica soprattutto nei suoi gradi inferiori a più diretto contatto con i fedeli, diede cura particolare ai seminari e alle scuole religiose, impegnando largamente le sue fortune nel mantenimento di missionari, di predicatori, di maestri, egli stesso, con la rigidità estrema e la severità dei costumi personali, facendosi esempio di buon costume religioso e di integrità.
Appena salito al soglio patriarcale, in una sua Lettera pastorale al popolo della città di Venezia, e diocese,Venezia 1688, aveva dato atto delle sue intenzioni e del suo stato d'animo. Promosse da una parte la pietà e la devozione popolari, con l'intensificazione del culto per s. Lorenzo Giustiniani, con la consacrazione solenne di tre nuove chiese in Venezia, S. Agostino (1691), S. Benedetto (1692) e S. Maria Zobenigo (1700), dall'altra intensamente alimentò opere di beneficenza e di aiuto ai poveri e ai bisognosi. Giunse a tale fama da farsi preconizzare dallo stesso s. Gregorio Barbarigo, volendo credere a una pia e forse apologetica testimonianza, quale suo ideale successore.
Particolarmente difficile dovette essere per il B. l'urto con la triste realtà dei monasteri femminili veneziani, i cui costumi non esattamente religiosi e le cui ricorrenti indiscipline sono testimoniate vivacemente da alcuni Ordini generali per le monache di Monsignor Illustriss. et Reverendiss. Gio. Badoaro,Venezia 1692, con i quali il B. tentò, ed è da credere senza maggior successo dei predecessori, di uniformare e ordinare il "pesantissimo... governo de monasterii".
La personalità e l'impegno del B. consigliarono il pontefice Clemente XI a trasferirlo il 7 giugno 1706 al vescovato di Brescia, la cui diocesi era agitata da non poche inquietudini religiose, alimentate soprattutto dal quietismo e dal giansenismo largamente penetrati dalle vicine zone di confine. Il B. giungeva a Brescia con la fama di grande pietà e perizia, e con quella, particolarmente importante, di predicatore vigoroso ed eloquente, capace di suggestionare e commuovere fino alle lacrime, "ut saepe populo lacrymas eliceret". Quasi contemporaneamente alla nomina bresciana gli era stata conferita la porpora cardinalizia (17 maggio 1706).
Iniziò subito un'attenta visita della città e della diocesi, dando particolare attenzione al culto e alla disciplina ecclesiastica. Particolarmente decisa e tempestiva fu la sua azione contro G. Piccinino, che dalla Svizzera aveva introdotto alcuni libelli eretici in italiano, e contro G. Beccarelli, principale animatore del movimento quietista e da lui costretto alla pubblica abiura nel settembre del 1710.
L'instancabile prodigarsi lo prostrò fisicamente, fino a che, di ritorno da una visita pastorale alla sua diocesi, lo colse una febbre che in dieci giorni lo condusse alla morte, il 17 maggio 1714. Fu sepolto nella cattedrale bresciana di S. Antonio.
Fonti e Bibl.: Venezia, Bibl. del Museo Civico Correr: ms. P. D. 223 e (un volume di 97 lettere del B. a G. F. Barbarigo, vescovo di Verona, degli anni 1711-12); ms. P. D. e 757/23 (una ducale del doge Giovanni Correr diretta al B. a Brescia); Codd. Cicogna 1630/11, 2995/VIII, 32871/76 (copia degli ordini per le monache del 1692), 2944/1(14), 1351 (disposizioni per la nomina dei parroci), 1506/XIX, 1065 (un opuscolo del 1707, manoscritto, "auctore Ioanne Baptista Visino" di Venezia, contenente composizioni in onore del B.), 2002 (una copiosa vita manoscritta del B., opera del padre Giovanni Veneziani, gesuita e confessore del B. a Brescia, dal titolo Della vita e della morte, virtù pastorali, intercess. e Prediz. del servo di Dio Giovanni Cardinale Badoaro Vescovo di Brescia;una copia è nella stessa biblioteca, ms. P. D. 293 e, e una derivazione sono le Memorie intorno la vita del venerab. servo di Dio G. B. Vescovo di Brescia,ibid., in Cod. Cicogna 1630/1). Ricca e interessante la pubblicistica contemporanea di lode e di celebrazione: B. Sartorio, Epinicion ad Ioannem Baduarium D. Marci Primicerium,Venetiis 1684; M. Manzini, Gratulatio ad I. B. Patriarcham Venetiarum,Venetiis 1688; A. Rinaldo, Gratulatio in solemni inauguratione Ill. et Rev. Doni. I. B. Patriarchae Venetiarum, Venetiis 1688; Nova e distinta relatione del solennissimo ingresso da farsi il giorno di 22e 25 Novembre 1688 da Mons. Ill. e Rev. G. B. Patriarca di Venezia e Primate della Dalmazia,Venezia 1688; Panegyris Brixiensem Episcopatum adeunte Eminentiss. et Reverendiss. D. D. I. Cardin. B.,Patavii 1707; Soteria. Feste pastorali in dimostrazione di pubblico godimento per la salute ricuperata dell'Em. Pastore di Brescia Cardinale G. B.,Brescia 1713; Relazione della preziosa morte e glorioso funerale dell'Em. Sig. Cardinale Vescovo G. B. di venerabile memoria, raccolta da una lettera del suo Padre Confessore della Compagnia di Gesù,Brescia 1714 (ristampata a Venezia nel 1714 e a Brescia nel 1816); F. Ercolani, Le battaglie coronate dalle vittorie. Epinicio nell'esequie solenni celebrate al Cardinale G. B.,Brescia 1714; Funerale dell'Eminentiss. e Reverendiss. Prencipe il Sig. Cardinale G. B. Vescovo di Brescia,Brescia 1714, Relazione distinta del magnifico Mausoleo eretto nella Parrochiale e collegiata di S. Luca di ordine della Congregazione del Pio Loco delle Povere Penitenti nel giorno 22 giugno 1714, e descrizione di tutti li geroglifici del medesimo a gloria immortale dell'Em. Sig. Card. G. B.,Venezia 1714. Di non grande rilievo invece la vera e propria bibliografia sul B.: F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra,IV,Venetiis 1719, col. 567; V, ibid. 1720, coll. 1327 s. e 1333; F. Corner, Ecclesiae Venetae antiquis monumentis nunc etiam primum editis illustratae..., Venetiis 1749, dec. I, p. 109, dec. II, p. 380, dec. III, pp. 329, 375, dec. V, p. 251, dec. X, p. 204, dec. XII, p. 278, dec. XIII, pp. 190 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia,II, 1,Brescia 1758, pp. 32 s.; F. Corner, Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia e di Torcello,Padova 1758, pp. 23 s.; [C. Scappino], Vita del Beato Gregorio Barbarigo... tratta dalli processi di sua beatificazione, e da altri autentici manoscritti,Padova 1761 (pp. non numerate); [G. Zelini], Vita del Cardinale G. B. Vescovo di Brescia,Brescia 1766; A. Orsoni, Cronologia storica dei vescovi olivolensi detti dappoi castellani e successivi Patriarchi di Venezia,Venezia 1828, pp. 401-408; E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane, II,Venezia 1827, pp. 372, 394; III, ibid. 1830, pp. 80, 91, 269; V, ibid. 1842, p. 120; [B. Valmarana-E. A. Cicogna], Serie cronologica dei Cardinali Veneziani tratta dalle memorie inedite di Alessandro Orsoni,Venezia 1833, pp. 31 s.; E. A. Cicogna, Saggio di bibl. veneziana,Venezia 1847, pp. 20, 376; G. Soranzo, Bibl. veneziana,Venezia 1885, pp. 197, 308 s.; P. Guerrini, Quietisti e Pelagini in Valle Camonica ed a Brescia,in Brixia Sacra,III(1912), pp. 47 s.; L. v. Pastor, Storia dei Papi, XV,Roma 1933, pp. 266 s.; B. Artuso, La madre Maria Arcangela Biondini e il movimento quietista del suo tempo,in La Scuola Cattolica,LXVII (1939), pp. 456-61, 465; M. Petrocchi, Il quietismo italiano del Seicento,Roma 1948, pp. 84 s.; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica...,V,Patavii 1952, pp. 127 s., 409.