CLERICI, Giovan Leonardo
Figlio, secondo Scarabelli Zunti (ms. 106, VII, c. 41v), di un "Roberto pittore", che egli confonde con Roberto il Giovane, nacque a Parma in data ignota. Quadraturista e scenografo, fu collaboratore di Francesco e Ferdinando Galli Bibiena. Nel 1690, quando alla corte dei Farnese perdurava ancora la fama dei Mauro, vennero commissionate al C. le scene per Gli amori di Apollo e Dafne di Bernardo Sabadini, da rappresentarsi nel teatrino di corte, di fianco al teatro dell'Aleotti. Con grande sfarzo si festeggiavano le nozze di Odoardo Farnese con Dorotea Sofia di Neuburg, e i balli che seguirono videro impegnati i nomi piu prestigiosi dell'aristocrazia farnesiana. L'anno seguente il C. appare come scenografo nel teatro Fontanelli di Modena, ove l'allestimento de L'ingresso alla gioventù di Claudio Nerone (9 nov. 1691, musica di Antonio Gianettini), che gli venne pagato 50 doppie (Campori, 1855, p. 156), richiese tre nuove scene lunghe e due corte, più altre che restaurò. Lasciato il ducato per Torino (1695), allestì al teatro Regio le scene di Anfitrione (27 ott. 1695) di L'Amazone corsara overo L'Avilda regina dei Goti (1696), seconda opera della medesima stagione (Viale Ferrero, 1980, p. 66).
Lavorò a Reggio Emilia nel 1697 per Oreste in Sparta (musica di C. F. Pollarolo, libretto di P. Luchesi); quindi per il teatro Ducale di Parma, all'allestimento del Pertinace (musica di V. Landi, libretto di P. d'Averara) rappresentato nel carnevale del 1699. A Parma era di nuovo attivo nel 1706 (Zani, 1820) e qui morì il 12 nov. 1708.
Parallelamente il C. operò come quadraturista assieme a Giovanni Bolla, decorando ad affresco i soffitti delle sale della rocca Meli Lupi di Soragna (Parma), intitolate alle Donne forti e al Trono, e della sala nuziale (1702), site nell'appartamento nobile (Quaranta, 1974). Nella rocca erano già intervenuti i fratelli Bibiena nel salone degli stucchi e a pianterreno, quindi è probabile che al C. il principe Meli Lupi si sia rivolto proprio per la sua fama di allievo dei Bibiena. Sempre in Soragna, il C. collaborò con un Ilario Bolla per la decorazione della cappella dei Cornacchia nella chiesa dei serviti, oggi distrutta. In Parma, nella chiesa di S. Francesco da Paola, "tutto il dipinto della cappella (con s. Francesco di Paola, s. Nicola da Bari, s. Nicola da Tolentino, s. Francesco di Sales) in quanto all'ornato, è del Clerici, e circa le figure del Bolla" (Ruta, 1780). Collaborando col figurinista Giovanni Evangelista Draghi, il C. decorò la volta del coro nella collegiata di Cortemaggiore (1704-08), con poco successo presso i padri della Congregazione; gli ornati, tuttora esistenti, scuri e per breve tratto mancanti per caduta d'intonaco, non vennero conclusi dal pittore.
La produzione scenografica del C., per quanto risulta dai libretti, rientra nella tipica dotazione di un teatro lirico di primo Settecento; mancando riscontri visibili, non è possibile precisare quanto i Bibiena scenografi e la veduta per angolo abbiano influito su di lui. Come quadraturista, soprattutto nelle luminose sale del palazzo Meli Lupi, sembra riassumere in modo intelligentemente personale la cultura barocca emiliana, di cui il Seghizzi si era fatto portavoce in Parma, e le esperienze illusionistiche dei Bibiena, dando luogo ad un ornato stilisticamente nitido ed elegante, reso fantastico dalle dimensioni e complicazioni; sembra quindi verisimile ritenere che anche la sua attività di scenografo abbia risentito in modo determinante del magistero bibienesco, come farebbero pensare anche i titoli delle scene richieste dai libretti.
Ancora avvolta d'incertezza è la decorazione di una cappella del duomo di Busseto, eseguita sempre in collaborazione col Draghi (Libro dei Convocati…, 1698-1722, c. 44v).
Fonti e Bibl.: Le singole scene sono nominate nei libretti reperibili a Bologna nella Bibl. del Conservatorio, e a Reggio nell'Emilia nella Bibl. municipale, Raccolta Curti. Ma vedi anche: Arch. di Stato di Modena, Arch. per materie,s. Arti belle, b. 14/2; Arch. di Stato di Reggio nell'Emilia, Arch. del Comune,Teatro e feste pubbliche, b. 2209, a. 1697; Cortemaggiore, Collegiata, Libro dei Convocati della Congregaz. … della fabbrica..., 1698-1722, cc. 44v, 68v, 79v; F. S. Quadrio, Della storia e ragione di ogni poesia, III, Milano 1744, p. 544; Parma, Museo di antichità, ms. 106, VII: E. Scarabelli Zunti, Documenti e memorie di belle arti parmigiane, c. 46; C. Ruta, Guida a' forestieri... di Parma, Milano 1780, cc. 41v, 49; P. Zani, Enciclopedia metodica... delle Belle Arti, Parma 1820, I, 6, p. 243; G. Campori, Gli artisti ital. e stranieri negli Stati Estensi, Modena 1855, pp. 156 s.; A. Gandini, Cronistoria dei teatri di Modena dal 1639 al 1781, Modena 1873, I, p. 79; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatico-musicali e coreograficiin Parma dal 1628 al 1883, Parma 1884, pp. 21, 30; E. Quaranta, La rocca di Soragna, Parma 1974, p. 24; G. Godi, Soragna. L'arte dal XIVal XIX secolo (catal.), Parma 1975, pp. 61, 65; Storia del Teatro Regio di Torino, III, M. Viale Ferrero, La scenografia…, Torino 1980, p. 66; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 90; Encicl. d. Spett., III, col. 965.