RUSTICI, Giovan Francesco
Scultore e pittore, nato a Firenze il 13 novembre 1474, morto a Tours con ogni probabilità nel 1554. La sua formazione si compie prima nel giardino mediceo, poi nell'ambito del Verrocchio, di Andrea del Sarto, che fu suo amico, infine di Leonardo, che ebbe su lui influsso decisivo, e di Michelangelo. Da ciò il contrasto nella sua opera, più sensibile che nella plastica fiorentina contemporanea, tra le tendenze a una classica epurazione della forma e a un'intensa ricerca d'effetto pittorico. Moduli quattrocenteschi classicamente ampliati appaiono in alcune sue opere: il busto del Boccaccio a Certaldo (1506), probabilmente la figura del cardinale Forteguerri nella sua tomba (Pistoia, duomo) iniziata dal Verrocchio, ancora più sensibili in altre tuttora nella villa già di Iacopo Salviati (ora Turri) presso Firenze (tondi in terracotta con figure mitologiche, un'Annunciazione in marmo) e nella terracotta invetriata ora al Bargello: un Noli me tangere già in Sant'Agostino. E se nel tondo in marmo con la Madonna eseguito per l'Arte della seta (Bargello) appaiono nella composizione più complessa influssi di Michelangelo e di Leonardo, questi ultimi divengono decisivi nelle opere coincidenti col secondo soggiorno fiorentino di Leonardo (1500-1506): piccoli gruppi equestri di combattenti, in terracotta (Louvre, Bargello, Palazzo Vecchio); le tre figure in bronzo della Predica del Battista all'esterno di S. Giovanni (1506-1511), cui si vuole che Leonardo addirittura collaborasse. Peraltro il pittoricismo smagliante, ma non sostenuto da una salda coscienza formale, rivela qui e altrove i limiti eclettici dell'arte del R. Dopo lavori nell'apparato per l'ingresso a Firenze di Leone X (1515), egli, nel 1528, si reca presso Francesco I in Francia, dove pare attendesse a un monumento equestre; ma del suo ultimo trentennio colà trascorso non restano tracce sicure. Gli si attribuiscono, per confronto, altre opere: un Mercurio, per una fontana di palazzo Medici (Londra, coll. Harris), una statuetta di Mosè (già in commercio, a Firenze), un rilievo in bronzo con la Madonna imitato da Donatello (Louvre, da Fontainebleau), un rilievo in marmo con San Giorgio (Budapest, Museo), un tondo con Gesù e S. Giovanni (Louvre), una Maddalena in terracotta (New York, Metropolitan Museum), un gruppo in bronzo di cavaliere in lotta con un leone (Filadelfia, Museo, già coll. Foulc) e altre cose minori. Totalmente ignota, invece, la sua attività pittorica attestata dal Vasari, tranne un riflesso in disegni agli Uffizî (224 F. e 226 F.) e presso la Harvard University (già Loeser).
Bibl.: V. Borghini, Il Riposo, Firenze 1584, pagine 447, 494 segg.; F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno, ecc., ivi 1845-47, I, p. 571 segg.; F. Schottmüller, Ital. und spanische Bildw. der Renaiss. und Barock, ecc., Berlino 1933; U. Middeldorf, New Attributions to G. F. R., in The Burl. Magaz., LXVI (1935), pagine 71 segg.; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, X, i, Milano 1935, pagine 67-85; U. Middeldorf, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIX, Lipsia 1935 (con bibliografia).