POLACCO, Giorgio
POLACCO, Giorgio. – Nacque a Venezia il 12 aprile 1873 (non 1875 come talora riportato) da Giacomo e Carlotta Bassi.
Cresciuto in un’agiata famiglia ebraica, mostrò una precoce propensione per la musica, le lingue e la letteratura, e anche da adulto godette fama di uomo colto e poliglotta. La sua formazione musicale fu irregolare: le notizie biografiche diffuse dalla stampa parlano di studi a Venezia con Nicolò Coccon, a Milano con Gaetano Coronaro e Amintore Galli, e a Pietroburgo. Diciottenne, con la compagnia di opera italiana dell’impresario Joseph Lago (ex concessionario del Covent Garden, che aveva preso in gestione lo Shaftesbury Theatre), partecipò come suggeritore alla storica rappresentazione privata di Cavalleria rusticana per la regina Vittoria, il 26 novembre 1891; nella stessa stagione debuttò come direttore, sostituendo all’ultimo momento Luigi Arditi in una recita dell’Orfeo di Christoph Willibald Gluck.
Negli anni Novanta affinò il mestiere nei teatri del Sudamerica (San Paolo, Buenos Aires, Rio de Janeiro). Nella stagione 1898-99 diresse al Politeama di Buenos Aires e al teatro Solís di Montevideo prima di passare, in primavera, al teatro Lirico internazionale di Milano, dove restò per altre due stagioni. Gestito dall’editore Edoardo Sonzogno, il Lirico si distingueva nella promozione dell’opera francese contemporanea (Alfred Bruneau, Gustave Charpentier, Jules Massenet), alla quale Polacco sarebbe rimasto affezionato per il resto della carriera. Al Lirico seguirono altri impegni in Brasile e, nella primavera 1902, al Carlo Felice di Genova, dove diresse il baritono, ancora sconosciuto, Pasquale Amato. Il 24 gennaio 1903 sposò Clotilde Diena, di agiata famiglia modenese; in primavera salpò per Città del Messico con la compagnia di opera italiana di Ettore Drog, cui si unì, nell’autunno, il brillante soprano leggero Luisa Tetrazzini. Polacco e Tetrazzini contribuirono al reciproco successo, e l’anno seguente riuscirono ad attirare l’attenzione di un impresario statunitense di passaggio, William H. Leahy, che li scritturò, dai primi del 1905, per il Tivoli di San Francisco. Per il resto del decennio Polacco si divise tra Europa e Sudamerica; il 28 marzo 1909, al teatro Costanzi, diresse, di fronte a un pubblico apertamente ostile, la prima rappresentazione romana di Pelléas et Mélisande di Claude Debussy.
Nel 1911, dopo averla eseguita a Brescia, portò La fanciulla del West di Giacomo Puccini in tournée per gli Stati Uniti con una delle ultime compagnie itineranti di opera in inglese, quella di Henry Savage. Con la stagione 1912-13 fu ingaggiato al Metropolitan di New York, di cui divenne senior conductor dopo le dimissioni di Arturo Toscanini nel 1915; nelle estati 1913 e 1914 si produsse anche al Covent Garden. Al Metropolitan Polacco promosse il repertorio francese (con la ‘prima’ americana di Julien di Charpentier) e russo; tra i compositori americani, sostenne Victor Herbert, ma ostacolò Charles Wakefield Cadman. La relazione sentimentale con il soprano Edith Mason diventò di pubblico dominio nel 1917, con le cause di divorzio intentate (e vinte) dai rispettivi coniugi, e costò a entrambi l’allontanamento dal Metropolitan. Per tre anni e mezzo Polacco fu di nuovo senza impiego stabile. Nell’autunno 1917 era a Città del Messico, tra il 1917 e il 1918 in tournée con la compagnia di Adolfo Bracale in America Latina (a Cuba diresse la ‘prima’ assoluta di Doreya di Eduardo Sánchez de Fuentes), per la stagione 1918-19 a Chicago, poi ancora a Città del Messico, tra la fine dell’anno e l’inizio del 1920 a Parigi, al Vaudeville, sede dell’effimero Théâtre-Lyrique di Pierre-Barthélemy Gheusi. In questo periodo strinse amicizia con il soprano Rosa Raisa (Raisa Burchstein) e suo marito, il baritono Giacomo Rimini; il 26 giugno 1919 ottenne la cittadinanza statunitense, e il 29 sposò Mason.
Al Théâtre-Lyrique Polacco era stato apprezzato, tra l’altro, come interprete di Debussy, e la stampa americana si era fatta eco degli elogi del mondo musicale parigino. All’inizio del 1921 Mary Garden, il soprano scozzese-americano che all’opera francese aveva legato la propria carriera, assunse la guida della Chicago Opera Association. La consacrazione parigina dell’ormai americano Polacco ne faceva un direttore ideale per Garden, che voleva promuovere il repertorio francese ma anche dare spazio ad artisti statunitensi. Polacco iniziò a collaborare con la Chicago Opera Association nel febbraio, per una tournée, e aprì la stagione 1921-22, dopo un’estate passata in Sud America. Sarebbe rimasto a Chicago nove anni: nel 1922, quando Garden venne rimossa dalle sue funzioni amministrative e la compagnia ribattezzata Chicago Civic Opera, divenne direttore musicale; diresse Garden nei prediletti titoli francesi e Chaliapine (Fëdor Šaljapin) in Boris Godunov; nel 1929 inaugurò la nuova sala, oggi sede della Lyric Opera. Dal matrimonio con Mason era nata una figlia, Graziella, nel 1925. La coppia, però, entrò in crisi: nel luglio 1929 Mason ottenne il divorzio, accusando Polacco di maltrattamenti fisici e psicologici.
Nel giugno 1930 Polacco diresse due repliche di Pelléas et Mélisande al Covent Garden, con Maggie Teyte. Sarebbero state le sue ultime esibizioni. Nell’autunno, le condizioni di salute non gli permisero di rientrare a Chicago, e a dicembre si dimise dalla compagnia. Tra il 1930 e il 1931 Mason si riconciliò con lui: ottenuto, nella primavera 1931, l’annullamento del nuovo matrimonio che aveva contratto nel frattempo, lo raggiunse in Italia e i due si risposarono. Il secondo matrimonio durò fino al 1937.
Polacco trascorse l’ultima parte della vita a New York, dove morì il 30 aprile 1960.
Di carattere non facile, seppe tuttavia conquistarsi la simpatia del pubblico e la stima di interpreti e critici. Le cronache musicali ne lodarono il dinamismo dei tempi, la finezza dei colori, la cura dei particolari e l’attenzione a non sopraffare i cantanti.
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