GIOIA Tauro (A. T., 27-28-29)
Cittadina della provincia di Reggio, situata sul margine esterno della Piana di Palmi (o di Gioia), a un km. circa a N. della foce del fiume Petrace, l'antico Metaurus. Il nome Gioia o Geolia comincia a comparire in carte angioine del sec. XIII; la denominazione Tauro è un recente ricordo della classica Metauria, che sorgeva più a sud, e della romana e altomedievale Tauriana che la sostituì. L'abitato, del tipo dei paesi sorti dopo il terremoto del 1783, è posto in parte su una piccola elevazione granitica (23 m. s. m.), in parte sorge (Marina di Gioia) sull'arenile, circa 300 m. più a O.; si va estendendo anche a E. intorno alle due stazioni della linea Napoli-Reggio e delle linee complementari per Sinopoli e per Cinquefrondi. Gioia, rimasta fino alla fine del sec. XVIII piccolo approdo e povero paese feudale fortificato, spopolato a causa della malaria, ebbe notevole incremento nel sec. XIX essendo divenuta il punto di convergenza di tutte le strade della Piana e il centro di raccolta del suo commercio specialmente oleario. Ogni biennio nelle sue cisterne si raccolgono per l'esportazione da 260 a 300.000 q. di olio d'oliva. Notevole è pure, nel territorio del comune (37,96 kmq.), la produzione e il commercio dei vini e degli agrumi. Gioia è anche il più attivo centro industriale della provincia, specialmente per la raffineria dell'olio e per la fabbricazione di laterizî, sapone, ecc. La popolazione era di 328 ab. nel 1815: salì a 1357 nel 1861, a 5764 nel 1901, a 8140 nel 1921, dei quali 6847 nel centro principale, 367 nei centri minori di S. Antonio ed Eranova, e 916 sparsi nella campagna; a 9454 nel 1931. Gioia Tauro è scalo marittimo di qualche importanza, e centro peschereccio notevole.