SANTUCCIO, Gianni
Attore teatrale, nato a Varese il 21 maggio 1914. Proveniente dalle file dell'Accademia naz. di arte drammatica, esordiente col teatro del GUF, ha fatto parte successivamente delle compagnie Stival, Donadio, Ferrati, Ruggeri, Cimara, fino all'esperienza come primattore, dal 1947 al 1952, in un organismo particolarmente fecondo e impegnato culturalmente, cioè il Piccolo teatro della città di Milano. Dal 1953 attivo in compagnie proprie (dapprima con L. Brignone e M. Benassi dava vita alla Compagnia del Teatro di via Manzoni, nel 1954 con L. Brignone e S. Randone, nel 1955 con L. Brignone, e C. Pilotto, poi con L. Brignone), si cimentava con successo anche nella regia: 1954, Tartuffe di Molière.
La sua personalità di attore, lontana dai facili effetti nella ricerca di un'arte di verità priva di artifici, ha conferito una straordinaria forza di suggestiorie soprattutto a quelle figure del teatro moderno fondamentalmente portate al ripiegamento della fantasia nell'ironia, alle evasioni sognanti, all'interiorità psicologica: dal solitario ripiegamento su sé stesso di John Proctor, il protagonista del Crogiuolo di Miller, al drammatico conflitto di Thomas Becket di Assassinio nella cattedrale di Eliot. Cosciente, scrupolosa e controllatissima, l'arte del S. e pur sempre franca e immediata, ricca di mutamenti psicologici, cosicché fra le sue interpretazioni possiamo ricordare il Don Giovanni e il Misantropo di Molière accanto alla Maria Magdalene di Hebbel, Il mago dei prodigi di Calderon e Come le foglie di Giacosa, il Filippo di Alfieri e Estate e fumo di Williams, L'Albergo dei poveri di Gorki e il Gabbiano di Čecov.