GALLERANI, Gianni (Iannes)
Figlio di Gallerano di Pero dal quale prese il nome il casato dei Gallerani, nacque a Siena negli ultimi decenni del sec. XII.
Suo padre compare nelle fonti nel luglio del 1168 quando, insieme con altri membri del proprio lignaggio, istituì un consorzio finalizzato all'edificazione di una torre nelle vicinanze della chiesa di S. Pellegrino. Enfiteuti della canonica della cattedrale, presso la quale probabilmente avevano anticamente risieduto, gli esponenti del gruppo parentale di cui Gallerano faceva parte raggiunsero il vertice politico cittadino tra la fine del XII e i primi anni del XIII secolo, contestualmente a un loro precoce impegno in ambito mercantile. Di Gallerano conosciamo con certezza almeno tre figli: Bartolo, il G. e Ghezzolino, attestati a partire dai primi anni del Duecento. Sussistono invece alcuni dubbi circa l'effettiva identità di Bonfiglio di Gallerano, menzionato nelle fonti solo a partire dal 1237.
Titolare di numerosi incarichi pubblici tra il 1207 e il 1241, il G. fu indubbiamente l'esponente della famiglia che partecipò con maggiore intensità alla vita politica senese della prima metà del Duecento. Console dei mercanti nel 1207 e nel 1217 e membro del Consiglio della Campana, fu spesso presente al compimento di atti rilevanti per il Comune, quali l'effettuazione di pagamenti e l'acquisizione di beni nel 1208, nel 1210 e nel 1221. Tra il 1213 e il novembre del 1214 il podestà Ubaldo Visconti gli affidò insieme con altri due cittadini il compito di indagare sul contenuto effettivo delle proposte avanzate dai Montalcinesi al Consiglio della Campana durante le trattative che avevano preceduto la sottomissione di Montalcino nel giugno 1212.
Designato con il titolo di dominus a partire almeno dal 1228 e compreso tra i gonfaloneriimilitum attestati nel 1230, il G. fu con ogni probabilità il primo esponente della famiglia a far parte della milizia cittadina. Nel corso degli eventi bellici che interessarono il territorio senese intorno al 1230 fu ripetutamente impegnato in attività diplomatiche e militari, tra cui le ambascerie inviate agli Aldobrandeschi e al Comune di Poggibonsi, le missioni effettuate presso gli alleati pisani e i soggiorni nella Scialenga ad parandum exercitum.
Sebbene le notizie relative alla sua attività mercantile e finanziaria siano molto scarse, il G. dovette verosimilmente svolgere un ruolo di primo piano anche nella vita economica senese. Oltre alla sua ripetuta presenza tra i consoli dei mercanti e al suo impegno nello svolgimento di transazioni economiche per conto del Comune di Siena, si ricorda il ruolo del G. - forse interessato al commercio dell'argento maremmano - nel sovvenzionamento del Comune di Massa Marittima, da poco affrancatosi dal dominio vescovile (1225), e il suo coinvolgimento in una complessa operazione di finanziamento dell'abbazia di S. Antimo (1227).
Sin dai primi anni del secolo il G. risulta proprietario di terreni situati a una certa distanza dalla città e coltivati a grano in maniera intensiva, come attesta un documento del 1205 nel quale alcuni "villani" si impegnavano a corrispondergli un annuo canone in derrate, secondo una prassi che andava prendendo piede proprio in quel torno di anni. Il G. risulta inoltre uno dei primi esponenti del gruppo dirigente cittadino di età comunale per i quali sia attestato (1215) il possesso di mulini, un tipo di investimento destinato a una grande diffusione tra le famiglie dedite alla mercatura.
Non è possibile stabilire con buona approssimazione la data della sua morte: l'ultimo documento in cui compare ancora in vita è del gennaio 1242, mentre il primo in cui viene ricordato come defunto risale addirittura al gennaio 1256.
Sono noti del G. quattro figli: Pero, la cui attività è documentata saltuariamente sino al 1258, Sigherio, Bonifacio e Iacoppo, mentre rimane dubbia l'identità del Gallerano di Giovanni attestato in un atto del 1254.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Siena, Diplomatico, Arch. generale dei contratti, 1168 luglio 21 (per Gallerano di Pero), 1204 (= 1205) genn. 8, 1209 apr. 2, 1214 (= 1215) febbr. 6; Ibid., Regio Acquisto Martinozzi, 1182 giugno 20 (per Gallerano di Pero); Ibid., Opera metropolitana, 1202 nov. 5 (per Bartolo di Gallerano), 1202 nov. 13, 1207 sett. 11, 1254 ag. 10 (per Gallerano di Giovanni); Ibid., Arch. delle Riformagioni, 1208 maggio 13, 1210 nov. 27, 1210 dic. 17, 1212 apr. 27, 1212 giugno 22, 1212 luglio 5, 1213 giugno 23, 1214 nov. 7, 1215 giugno 20, 1217 luglio, 1221 ag. 3, (per Pero di Gianni: 1240 maggio 11, 1257 giugno 7, 1258 ott. 22); Ibid., Arch. delle Riformagioni (Massa), 1225 sett. 4; Ibid., Dono Andreucci Nardi, 1227 nov. 6; Ibid., Spedale di S. Maria della Scala, 1237 ott. 26; Conventi, 162, c. 375v; Mss., A.15: A. Aurieri, Raccolta di notizie riguardanti le famiglie nobili di Siena…, c. 155v; Mss., A.61: A. Falorsi, Raccolta di nomi proprii di persone nobili senesi dell'ordine del gentilhuomo… risedute in diversi magistrati, c. 27r; Regestum Senense, a cura di F. Schneider, Roma 1911, nn. 452, 479 s., 489, 497, 506, 515, 525, 533, 550 s., 555; Libri dell'entrata e dell'uscita della Repubblica di Siena detti del Camarlingo e dei Quattro provveditori della Biccherna, a cura dell'Arch. di Stato di Siena, I-II, Siena 1914, pp. 164, 196; III, ibid. 1917, pp. 12, 46, 126, 153, 192, 195-197, 255, 280, 298, 305, 311, 325, 337; IV, ibid. 1926, p. 172; V-VI, ibid. 1929, p. 21; Il cartulario della Berardenga, a cura di E. Casanova, Siena 1927, nn. 133, 164; Il Caleffo Vecchio del Comune di Siena, a cura di G. Cecchini, I, Siena 1931, nn. 97, 106, 111, 128 s., 132, 140, 162, 258; II, ibid. 1934, nn. 301, 303 s., 325, 329, 333; Imbreviature notarili, II, Liber imbreviaturarum Ildibrandini notarii (1227-1229), a cura di D. Bizzarri, Torino 1938, p. 101; Les livres des comptes des Gallerani, a cura di G. Bigwood - A. Grunzweig, Bruxelles 1962, II, pp. 27 s.; Carte dell'Arch. di Stato di Siena, Abbazia di Montecelso (1071-1255), a cura di A. Ghignoli, Siena 1992, p. 227; A. Cappelli, S. Antimo fra debiti e grandezze. Un'inedita pergamena del 1227, in Bull. senese di storia patria, C (1993), pp. 196-211; P. Cammarosano, La famiglia dei Berardenghi, Spoleto 1974, p. 214; M. Cassandro, La banca senese nei secoli XIII e XIV, in Banchieri e mercanti di Siena, Siena 1987, p. 146.