BERTOLOTTI, Gian Giacomo
Era figlio di Pellegrino e nipote di Francesco, entrambi rinomati medici. La prima notizia pervenutaci che lo riguardi è del 1491, anno in cui era studente di filosofia e medicina a Bologna. Più tardi dovette passare nello Studio di Ferrara dove lo troviamo il 2 agosto 1494 quando, ancora studente, testimonia al conferimento di una laurea in arti e medicina ai cremonesi Girolamo Caranzani e Innocenzo Guameri e dove, nel 1497, assiste a una sezione anatomica. In quell'epoca furono suoi maestri Antonio Cittadini da Faenza e Sobastiano dell'Aquila, il quale dimorò in Ferrara tra il 1494 ed il 1505. Suo,protettore fu Niccolò Maria d'Este, vescovo di Adria, al quale il B. dedicò la sua opera De antiquitate medicinae,conservata nel codice Vat. lat.5376.
Seguita da un altro scritto sulla natura dei demoni, l'opera consiste in un breve cenno sulla storia della medicina, letto dal B. all'inizio della sua lettura straordinaria su Avicenna nell'università di Ferrara nel 1498, nel quale in realtà lo studio della medicina antica non veniva molto approfondito, restando nell'ambito di un generico interesse umanistico. Lo scritto sulla natura dei demoni è, una breve dissertazione, fondata soprattutto sulle concezioni dei platonisti, compipilata a Ferrara il 13 dic. 1498. Ancora del 1498 è una traduzione della Tabula di Cebete, compiuta per Niccolò M. d'Este sulle versioni latine di Odorisio da Padova e Gregonida Spoleto (inedita, contenuta nel codice Misc. lat. XIV, 123,della Marciana).
Nel 1499 il B. era ancora a Cremona; poi andò a Venezia dove si trovava forse già dal 21 sett. 1501, quando venne fatta la autopsia del cadavere del doge Agostino Barbarigo, della quale egli parla nel suo De antiquitate. Nel 1505 e nel 1507 prestò servizio di chirurgo sulle triremi venete ed ebbe l'occasione di visitare Beirut. Nel 1511 era priore del Collegio dei medici fisici di Venezia, incarico che, riconfermatogli per il 1512, dovette probabilmente abbandonare in seguito alla nomina di medico dell'arniata terrestre, sempre a Venezia. Del 1520 è Un Tractatus complexionum.Non si conosce l'anno della morte: era ancora vivo nel 1530.
In definitiva, il B. si può considerare come uno dei primi autori che abbiano volto il loro interesse alla storia della medicina, avendo preceduto lo stesso S. Chambier che nel 1506 pubblicò un lavoro su famosi autori medici.
Fonti e Bibl.: Io. Tortellii De medicina et medicis. Io.Iac. Bartholoti De antiquitate medicinae. Due storie della medicina…, a cura di L. Belloni e D. M. Schullian, Milano 1954, pp. XX-XXXII, 23-70; L. Thorndike, J. J. Bertolotti, in Vatican Latin Manuscripts in the history of science and medicine, in Isis, XIII (1929), pp. 62 e.; Id. A History of magic and experimental Science, III, New York 1934, pp. 128 s.; V, ibid. 1941, p. 115.